Non solo il crollo della Sila-Mare: il Ministero dell'Istruzione condanna a morte l'Ipsia di Longobucco
Drappi neri per le vie di Longobucco per dire no alle umiliazioni ai danno della sua comunità. Il ridimensionamento scolastico rischierebbe di spazzare via la Secondaria di secondo grado
LONGOBUCCO – Una elementare e quanto palese negazione dei diritti costituzionali per un’intera comunità. Longobucco scende in piazza e dice basta e si ribella ad un destino che lo vuole senza diritti come sanità, trasporti e istruzione. La goccia che ha fatto definitivamente traboccare il vaso è relativo alla notizia arrivata poche ore fa direttamente dal Ministero della Pubblica Istruzione e del Merito tramite l’Ufficio scolastico regionale della Calabria.
La prima classe dell’Ipsia non si farà nonostante l’iscrizione inoltrata da dodici ragazzi, di cui due disabili. Motivazione? Da quanto si è appurato da fonti comunali, la responsabilità sarebbe da ascrivere al ridimensionamento scolastico voluto dal dicastero retto da Giuseppe Valditara, che obbligherebbe la mancata formazione delle prime classi delle secondarie di secondo grado che presentasse un numero di iscritti inferiore a venti.
«Avevamo già recepito questa situazione e, prontamente, ci eravamo mossi con una delibera di Giunta». A sostenerlo è lo stesso primo cittadino di Longobucco, Giovanni Pirillo. «Sono in contatto con la vicepresidente della Regione Giuseppina Princi per avere una deroga in quanto la scelta portata avanti dal Provveditorato ci lascia perplessi».
Una penalizzazione del Comune longobucchese che rischierebbe di paralizzare una comunità già fiaccata dal recente crollo del viadotto sulla Sila-Mare. A dare manforte al primo cittadino ci ha pensato l’assessore al ramo Francesco Pedace: «La comunicazione della chiusura diretta ci arrivata poco fa nonostante la deroga con cui ci eravamo opposti. Siamo pronti a tutto e vogliamo trovare una soluzione per il bene della nostra comunità».