Parco eolico offshore, c'è una prima posizione: Silvana Abate dice no
«Un cantiere che probabilmente hanno rifiutato tutti gli altri porti d’Italia e d’Europa. A noi, come sempre l’inquinamento e la devastazione e al resto del mondo vantaggi e l’energia pulita»
CORIGLIANO-ROSSANO - «In merito ad una interrogazione dell’onorevole Furgiuele in commissione (presumo) trasporti alla Camera dei deputati e rivolta al sottosegretario del Ministero Infrastrutture e Trasporti sullo sviluppo del porto di Corigliano, si rendono necessarie alcune importanti precisazioni. Il porto di Corigliano non è, a tutt’oggi, un porto abbandonato. O meglio lo è stato sicuramente fino al 2018 poiché, sin dall’inizio del mio mandato come senatrice della Repubblica nella XVIII legislatura, il porto di Schiavonea è stata una priorità della mia agenda politica».
È quanto afferma Rosa Silvana Abate del Comitato Porto di Schiavonea, che così continua: «Da subito, unitamente ai pescatori della storica marineria di Schiavonea, ho iniziato a lavorare per ridare dignità all’infrastruttura e dare servizi ai pescatori, soprattutto il mio impegno è stato rivolto in particolar modo al cantiere di Alaggio e Varo. Di certo devo testimoniare una grande collaborazione sia da parte dell’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno Meridionale e Ionio, rappresentata dall’ammiraglio Andrea Agostinelli, commissionario prima e presidente poi, così come dalla Capitaneria di Porto di Corigliano e dai Comandanti che si sono susseguiti nell’arco di questi anni, in particolare il Comandante Mandrillo e l’attuale Comandante Cillo. Dopo una ricostruzione attenta e meticolosa, e a tratti difficile, sono riuscita a ricostruire, soprattutto a livello documentale, la situazione e grazie ad un lavoro quotidiano ed ostinato sono stati raggiunti ottimi risultati: dalla realizzazione delle colonnine per l’elettricità e l’acqua sulle banchine dei pescatori (non avevano a disposizione nemmeno un poco d’acqua dolce o l’elettricità per eseguire piccole manutenzioni), allo stimolo per continuare, con solerzia, la procedura della delimitazione e dell’ incameramento del porto, sino allo sblocco del cantiere dell’alaggio e varo costruito dalla Lega Navale e da anni bloccato per una nota vicenda giudiziaria».
«Tutto quello che dico, - aggiunge - e il mio impegno in merito, sono noti e riscontrabili. Ebbene, dietro mie reiterate sollecitazioni e grande collaborazione con le istituzioni sopra citate, seguendo le procedure burocratiche anche fisicamente (a settembre scorso mi recavo personalmente nella sede del Catasto di Cosenza per sollecitare la procedura di accatastamento del manufatto del cantiere costruito dalla Lega Navale) al fine di sbloccare ogni fase del percorso per il porto di Corigliano si è avviato un momento di sviluppo. Fino ad arrivare al mese di dicembre, quando l’Autorità Portuale di Gioia Tauro ha pubblicato l’avviso del bando di gara per l’affidamento del Cantiere “navale piccolo” nel porto di Corigliano (così come denominato sulle carte nautiche). Infatti proprio da questa pagina vorremmo comunicare all’onorevole Furgiuele e al sottosegretario al Mit che il cantiere di alaggio e varo è già in gara!».
«Anzi – spiega - unitamente al Comitato Porto di Schiavonea ho sollevato anche delle eccezioni all’avviso del bando di gara alle quali sono state date pronte risposte. Non resta che aspettare la chiusura della procedura che porterà alla concessione del cantiere navale nel porto di Corigliano alla ditta aggiudicataria.
Quello che invece ci preoccupa, come Comitato Porto di Schiavonea, è il nefasto progetto di un cantiere per la costruzione e assemblaggio di enormi pale eoliche (alte come la torre Eiffel) che vogliono realizzare nella parte “nobile” del porto che dovranno poi servire per la costruzione di parchi eolici nel mondo. Quindi non “parco eolico off-shore” come qualche politico (ahimè) scrive ma un vero, proprio, grande e devastante cantiere per la costruzione di enormi pale eoliche! Un cantiere che probabilmente hanno rifiutato tutti gli altri porti d’Italia e d’Europa, che grande impatto avrà sull’eco sistema portuale, sul turismo, sulla pesca, sull’abitato circostante e sulla destinazione naturale del nostro porto (pesca e turismo). A noi, come sempre l’inquinamento e la devastazione e al resto del mondo vantaggi e l’energia pulita».
«A questo progetto, che potrebbe seriamente affossare definitivamente il nostro porto, il Comitato Porto di Schiavonea dice No! Dice no anche gran parte del popolo di Corigliano-Rossano e della Sibaritide, che sta chiedendo di unirsi al nostro comitato per portare avanti, con noi, azioni di tutela e di promozione di un naturale sviluppo di questa importante infrastruttura. Ai politici della Sibaritide e della fascia ionica, anche quelli che non conoscono bene la nostra realtà perché provengono da altre zone della Calabria, consiglio d’ informarsi bene prima di rilasciare dichiarazioni poiché notizie non precise ed approssimative di certo non giovano al territorio» conclude.