Lauropoli, le colline “Tre Piani”: da zona marginale a laboratorio di idee
Ecco l’intervista del Centro studi Cresesm a Franco Tufaro, che ha fornito una serie di suggerimenti pratici per la valorizzazione e lo sviluppo del sito
CASSANO JONIO - Nell’ambito del gruppo di studio per il recupero, la valorizzazione e la tutela del patrimonio ambientale, paesaggistico, agricolo, forestale e agroturistico della località Tre Piani, costituitosi in seno al Centro studi Cresesm, interviene l’ingegnere Franco Tufaro con alcune proposte concrete.
«L’iniziativa del Centro studi Cresesm, all’interno del quale si è costituito un “gruppo di studio” per avviare un confronto sulla valorizzazione di una parte del territorio del comune di Cassano e, precisamente, sulle colline denominate “Tre Piani”, è importante sotto alcuni aspetti». Così ha esordito Tufaro al quale abbiamo rivolto alcune domande.
In sintesi quali sono gli aspetti più salienti?
«Sono i seguenti: -la necessità di far nascere un movimento di idee e di iniziative concrete per la valorizzazione di una zona che vive un forte disagio, pur registrando lodevoli iniziative di singoli proprietari; -avviare un pacato confronto fra tecnici, istituzioni pubbliche e private che potrebbe suggerire idee e soluzioni in grado di rigenerare e rivitalizzare la zona, creando alcune condizioni per far fronte alla crisi economica e sociale che viviamo».
Lei ritiene che vi siano difficoltà concrete per giungere alla sintesi di un’idea di sviluppo sul piano ambientale, paesaggistico e culturale?
«Sì, penso proprio di sì: le difficoltà di valorizzare le colline “Tre Piani” sono sostanzialmente due: l’eccessivo frazionamento del territorio e la eventuale disponibilità in termini di proprietà dei terreni: molti di questi appezzamenti frazionati sono stati dati in concessione dal comune di Cassano agli ex combattenti delle Guerre mondiali».
Allora ritiene che sia impossibile avviare la valorizzazione del sito dei Tre Piani?
«Certamente no, queste sono le mie proposte. Alcune idee per la valorizzazione delle colline calabresi sono contenute nel Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico (Qtrp), approvato dalla Regione Calabria nel 2016 e di cui pochi ne conoscono il contenuto. Il Qtrp si propone di contrastare il crescente processo di sottoutilizzazione del territorio rurale e dell’attività agricola regionale con il conseguente rischio di alterazione o depauperamento del patrimonio paesaggistico esistente, operando una strategia volta a salvaguardare il valore produttivo, ecologico, ambientale, paesistico e identitario del territorio rurale. Lo spazio rurale - continua Tufaro- inteso come un “bene comune”, al di là degli assetti proprietari e delle forme di conduzione, è riconosciuto dall’Unione Europea con una particolare attenzione alla dimensione di multifunzionalità del territorio rurale e aperto alla sua capacità di produrre un flusso di beni e servizi utili alla collettività, legati non solo alla produzione primaria, ma anche e soprattutto al riciclo ed alla ricostituzione delle risorse di base (aria, acqua, suolo), al mantenimento degli ecosistemi, della biodiversità, del paesaggio; al turismo e alle occasioni di ricreazione e vita all’aria aperta (European Commission, 1999. Esdp). Sono passati 7 anni e il documento che contiene importanti indicazioni rischia di rimanere un libro dei sogni».
In concreto verso quale direzione si può andare?
«Innanzitutto si dovrebbero: a) ripristinare le vecchie varietà locali e nuove di cereali, frutta e verdura legati a un metodo di agricoltura biologica e meglio ancora biodinamica; b) valorizzare le carni di animali selvatici di pregio o da corte di grande qualità, con piccoli allevamenti familiari; c) piantare in terreni liberi alberi di pregio come ciliegi e noci (che importiamo dall’estero); d) valorizzare l’area, soprattutto boschiva e il torrente Franceschiello, per creare sentieri e zone verdi per il turismo e per gli abitanti locali e un laghetto artificiale per l’irrigazione dell’area; e) valorizzazione dei funghi, frutti del bosco e sottobosco ove possibile (mirtilli, lamponi, funghi, erbe medicinali spontanee, raccolta di gemme per cosmesi e medicine; f) formare vere fattorie didattiche e creare un circuito con le scuole locali e non; g) creare spacci aziendali per la vendita diretta di prodotti e servizi; h) attivare corsi di lavori agricoli per disoccupati (manutenzione del verde e dei boschi, creazione di piccoli orti, pulizia delle strade interpoderali, fossi); i) creare piccole zone verdi con campi giochi o picnic seguiti e organizzati».
Concludendo, allora possiamo bene sperare nella effettiva valorizzazione del sito con una maggiore fruizione da parte di tutti?
«La collina dei Tre Piani, considerata zona marginale, può essere utile e interagire anche con i centri urbani del comune di Cassano ed essere un motore di idee e di servizi per nuove opportunità di lavoro soprattutto per i giovani. In pratica una riscoperta, una rigenerazione e una salvaguardia delle aree interne avrebbe il merito di conservare il paesaggio agrario e difendere il terreno dai processi erosivi, alluvionali e dall’abbandono, ma in particolar modo porterebbe alla fruizione della natura ed allo svolgimento di attività sportive, come trekking, escursionismo, equitazione, caccia, e tanto altro».
L’ingegnere Franco Tufaro, già assessore comunale, da un iniziale e apparente pessimismo sull’argomento, ha fornito una serie di suggerimenti pratici facendo cenno anche alla normativa regionale ed europea.