Per Otto Torri la mensa scolastica di Corigliano-Rossano è tra le peggiori d'Italia
«Presenza frequente di cibo processato e ultra processato, oltre a scarsa varietà di alimenti, ovviamente zero stagionalità e zero trasparenza sulla filiera corta»
CORIGLIANO-ROSSANO – «Presenza frequente di cibo processato e ultra processato (prosciutto, bastoncini, tonno, dessert industriale, formaggio spalmabile), oltre a scarsa varietà di alimenti, ovviamente zero stagionalità e zero trasparenza sulla filiera corta. Se la Calabria si posiziona tra le ultime nel 7/o rating dei menu scolastici pubblicato in questi giorni da Foodinsider, anche la mensa di Corigliano-Rossano, con le stesse evidenziate caratteristiche negative (oggi formaggio cremoso e merendina, pasta, sugo ed insalata anonimi), può essere considerata tra le peggiori d'Italia».
È quanto ritorna a denunciare Lenin Montesanto, direttore dell'associazione europea Otto Torri sullo Jonio sottolineando la gravità del perdurante e colpevole silenzio dell'Amministrazione Comunale, in particolare dell'assessore al ramo Alessia Alboresi, rispetto a tutte le diverse richieste di verifica e di trasparenza sui menù che dallo scorso 2 novembre, data di avvio del servizio mensa nelle scuole, stanno giungendo all'ente e riportate sui media.
«Dallo scorso 22 novembre – ricorda – pende senza risposta alcuna anche la richiesta protocollata al Comune dai referenti ufficiali di genitori e docenti nominati da ciascun circolo didattico di Corigliano-Rossano di urgente convocazione della prevista commissione mensa, sia per condividere l'esigenza di aggiornare il menù secondo i criteri della varietà, stagionalità e territorialità dei prodotti; ma anche per avere chiarimenti sull'apertura dei nuovi punti cottura, sulla necessità di riduzione dell'utilizzo della plastica e dei tanto contestati piatti sigillati e sull'introduzione di frutta e verdura di stagione, di cereali integrali, di ricette tradizionali, di pasti equilibrati».
A sostegno delle posizioni storiche più volte ribadite da Otto Torri sullo Jonio per la promozione e tutela della sovranità alimentare nelle mense scolastiche è giunta nei giorni scorsi anche la condivisione della Rete delle Commissioni Mensa Nazionale che ha rilanciato sui social l'allarme maleducazione alimentare dell'associazione rispetto al servizio in corso nella terza città della Calabria.
«Dove la mensa ha una radice storica e risente di una cultura del cibo il pasto a scuola è di alto profilo; dove invece la mensa non appartiene alla tradizione alimentare e scolastica di un territorio è difficile trovare un menu di qualità» – sostiene Claudia Paltrinieri di Foodinsider commentando i risultati del monitoraggio annuale (anno scolastico 2021/2022) sullo stato della mensa scolastica di molte città italiane dal quale emerge, tra gli altri dati, che Reggio Calabria e Alessandria sono fanalino di coda nella classifica dei menu, con più di 150 punti di scarto dalle prime.
«Il danno che l'Amministrazione Comunale di Corigliano-Rossano continua a determinare col suo comportamento silente ed omissivo sulla qualità della mensa – scandisce il direttore di Otto Torri – resta di duplice natura».
«È – dice – anzi tutto di educazione alimentare e sanitario, considerato che per la preparazione dei piatti nelle mense viene di fatto tollerata la preferenza, da parte della società affidataria, di cibi processati, di prodotti non di stagione, non territoriali e comunque non di qualità, come merendine, succhi e formaggi industriali; fatto ancor più grave in una regione che fa registrare le più alte percentuali europee di obesità infantile e quindi di emergenza pedagogica nelle stesse famiglie».
«È poi di ordine economico territoriale, se si considera che – conclude Montesanto – l'importante cifra economica alla base del bando pubblico per l'affidamento del servizio mensa viene di fatto sottratta alla grande rete produttiva locale e di eccellenze regionali e quindi all'economia circolare ed alla ricchezza locale per essere destinata alle filiali delle multinazionali del cibo spazzatura; circostanza paradossale se si considera che la Calabria è una delle regioni con la maggiore biodiversità d'Europa, con una produzione agroalimentare straordinaria ed al tempo stesso con il maggiore tasso di emigrazione per lavoro».