Caldo, costi energetici alle stelle e carenza d’acqua stanno fiaccando le produzioni di agrumi e di olive
L'economia agricola locale, motore economico della Calabria del nord-est, difronte all'ennesima stagione critica. Fino a quando potranno resistere ancora i produttori?
CORIGLIANO-ROSSANO - Da diversi giorni ormai le temperature raggiungono punte tipicamente estive. C’è a chi il tepore autunnale piace e va bene; ma gli agricoltori si stanno trovando di fronte a problemi abbastanza gravi. È il caso dei produttori olivicoli e degli agrumicoltori. Soprattutto i secondi sono fortemente preoccupati per questo persistente innalzamento delle temperature.
Nella giornata di ieri, complice il bel tempo, abbiamo fatto un giro in alcuni agrumeti tra il Cino ed il Coriglianeto, a Corigliano-Rossano, proprio per tastare - in presa diretta - il polso alle produzioni di agrumi e di olive.
Lo spettacolo è davvero desolante. Per quanto riguarda le clementine, il frutto che si inizia a raccogliere in questo periodo è scarso e di pezzatura medio piccola. Con un prodotto così ben difficilmente i produttori potranno fare affari, tenuto conto che i commercianti per poter piazzare il frutto sui principali mercati del nord Italia, hanno bisogno di un prodotto concorrenziale.
«Se qui le temperature non si attestano sulle medie stagionali – ci dice un produttore di agrumi - si rischia il tracollo. Già lo scorso anno – afferma – noi produttori in massima parte abbiamo avuto grandi difficoltà nel vendere il prodotto, che poi alla fine abbiamo venduto sottocosto. Quest’anno non so proprio come andrà a finire».
Il nostro interlocutore ci spiega cosa sta accadendo: «La temperatura calda – ci dice – sta durando da troppi mesi. La pianta non ha avuto quella temperatura necessaria per far crescere il prodotto nel calibro tale da poter essere venduto. Oggi perciò vediamo un prodotto piccolo e purtroppo non con tutte le qualità organolettiche insite nel clementine».
Ma se i produttori agrumicoli sono preoccupati, quelli olivicoli certamente non stanno meglio. «Nel momento cruciale per la produzione – ci spiega Francesco, produttore di olive coriglianese – è mancata l’acqua e le temperature sono state ben al di là di quelle medie del periodo. Dunque un mix pericoloso per le piante e purtroppo il risultato è preoccupante: prodotto piccolo ed attaccato anche dai parassiti».
Ma qualcosa si salverà nella produzione? «Certamente si – afferma ancora Francesco – ma va da se che ci sarà un calo nella produzione rispetto allo scorso anno».
Un aspetto sottolineato sia dall’agrumicoltore che dall’olivicoltore è quello legato ai costi per la lavorazione e trasformazione del prodotto. Il tutto legato agli alti costi dell’energia elettrica. E non solo. Infatti, com’è noto, sia nel caso delle clementine che delle olive, una volta che il prodotto è stato raccolto viene portato, il primo nei magazzini per il loro trattamento e confezionamento, il secondo per la pulizia e la molitura.
Affinchè avvenga tutto ciò sia il magazzino che il frantoio devono azionare delle macchine attraverso l’energia elettrica. Quindi anche per questa fase gli aumenti registrati negli ultimi tempi avranno un peso non indifferente per il consumatore finale.
A ben vedere dunque si prospettano tempi abbastanza difficili per queste due eccellenze del nostro territorio. A tutto ciò deve essere aggiunta anche la persistente e preoccupante carenza d’acqua. Su questo versante è intervenuto anche il presidente regionale di Coldiretti, Franco Aceto, che ha chiesto interventi nel breve e medio periodo affinché vengano posti in essere tutti quegli interventi necessari a garantire agli agricoltori la possibilità di disporre di acqua per le loro attività: «Già a partire dal prossimo anno –afferma Aceto - la gestione dell’acqua in Calabria deve essere impostata in maniera diversa. Non si può dare priorità ai produttori di energia che giustamente fanno i propri interessi e lasciare indietro gli agricoltori se capitano stagioni come questa».