Autunno senza pioggia, la Giunta dovrebbe dichiarare lo stato di siccità per l’intera Regione
È quanto chiede Celebre, segretario generale di Fillea Cgil Calabria: «Completare e avviare gli invasi esistenti evitando così di lasciare le opere incompiute»
COSENZA - «Un grave stato di siccità con la conseguente carenza d’acqua sta interessando il nostro Paese ormai da qualche anno. La siccità e, soprattutto, la carenza d’acqua, la crisi energetica oramai, sono tra i problemi più gravi dell’intera umanità, anche perché si ripropongono sempre più spesso negli anni a causa dei cambiamenti climatici in corso, e non solo. Il 2022, secondo gli esperti, si caratterizzerà per essere stato l’anno dove si è registrato una delle più gravi siccità degli ultimi secoli. La siccità e la carenza d’acqua sono problemi che stanno colpendo pesantemente l’Italia. Emergenza che nel secondo quadrimestre di quest’anno ha interessato prima il Nord e poi anche il Centro e il Sud. Emergenza che anche in questi giorni, in pieno autunno, interessa gran parte del Paese».
È quanto scrive Simone Celebre, segretario generale di Fillea Cgil Calabria, che così continua: «Anche la nostra Regione non è esente dall’emergenza siccità e dalla carenza d’acqua. Da più parti, infatti, si sostiene e si chiede che la giunta regionale calabrese in una prossima seduta dovrebbe dichiarare lo stato di siccità per l’intera Regione, con verifica e riconoscimenti dei danni subiti dalle imprese agricole. Anche in Italia, compresa la Calabria, quindi, esiste una situazione che rende non più rinviabile la realizzazione di un piano articolato di contrasto alla siccità e alla carenza d’acqua, che ci consenta di guardare al futuro con ottimismo».
«È necessario intervenire con urgenza, ora, con misure che possono portare un sollievo immediato. Noi della Fillea Cgil Calabria, pur essendo convinti che la battaglia contro la siccità e la carenza d’acqua bisogna farla su più fronti, riteniamo che una buona risposta potrebbe arrivare con il completamento e l’avvio degli invasi esistenti evitando così di lasciare le opere incompiute. Una scelta che non solo darebbe un fattivo aiuto a contrastare la siccità e la conseguente penuria d’acqua, ma che contribuirebbe, altresì, a creare migliaia di posti di lavoro. Pertanto, auspichiamo che il Consiglio Regionale nella prossima seduta inizi a parlare delle “storiche” dighe incompiute presenti nella nostra Regione come la Diga dell’Esaro e la Diga del Re Sole nella provincia di Cosenza, la Diga del Melito nella provincia di Catanzaro e la Diga del Metrano nella provincia di Reggio Calabria» conclude.