A Vaccarizzo ritorna la tradizionale Rassegna del Costume Arbëreshe
L'evento si terrà il 13 agosto, ore 21.15 in Piazza Scura e avrà come tema i Rituali del matrimonio nella società tradizionale arbëreshe. Previste l'esibizioni del cantante lirico e folk Xhaxhaj e lo street food arbëresh curato da Barbieri
VACCARIZZO ALBANESE - Rituali del matrimonio nella società tradizionale arbëreshe (ritualet e martesës në shoqërinë tradicionale arbëreshe). È questo il tema al quale le comunità dell’arberia dovranno ispirarsi per partecipare al concorso promosso dall’Amministrazione comunale, nell’ambito della 39esima edizione della Rassegna del Costume Arbëreshe in programma sabato 13 agosto, nel Salotto Diffuso di Vakarici.
Con la direzione di Italo Elmo che presiederà anche la giuria che sceglierà tra i partecipanti il vincitore, e con la conduzione del professor Gennaro De Cicco, ospitato dalle ore 21,15 in Piazza Scura, l’evento sarà impreziosito da due importanti momenti: le esibizioni del cantante lirico e folk Gëzim Xhaxhaj e lo street food arbëresh curato dall’agrichef Enzo Barbieri, ambasciatore della Calabria Straordinaria.
«Ci aspettiamo grandi presenze – fa sapere il primo cittadino Antonio Pomillo – per questo ulteriore momento di valorizzazione popolare dell’identità italo-albanese e di celebrazione di uno dei suoi più simboli più efficaci dal punto di vista della promozione culturale e del marketing territoriale».
Dalla preparazione del dolci nuziali ai doni e cibi nel rito nuziale arbëresh come il cesto con il grano, le uova e la gallina, simboli di buon augurio; dal rito del trasporto del corredo nuziale nella nuova casa e la preparazione del letto matrimoniale al rituale dell’acconciatura dei capelli con le amiche della sposa, che devono aiutarla a pettinarsi secondo la tradizione locale; passando dal rituale della vestizione della sposa (dalla camicia lunga, linja, fino alla posa del velo nuziale che copre il viso), alla benedizione degli sposi, il rito dell'incoronazione e lo scambio delle corone in fior d'arancio, il calice comune e la processione attorno all'altare, fino alla “rottura" della torta nuziale da parte degli sposi. Sono 8 le scene che saranno riproposte per raccontare momenti e tappe fondamentali della settimana della sposa, facendo attenzione a salvaguardare ed utilizzare gli elementi ed i reperti culturali originali.
Il Regolamento prevede che ogni comunità arbëreshe possa svolgere solo una scena di quelle elencate. La durata massima consentita per scena è di minuti 10. Una scena può essere composta da un minimo di 5, fino ad un massimo di 15 componenti. L'abbigliamento tradizionale, l'acconciatura, i complementi del vestiario, la simbologia delle decorazioni, i colori e gli ornamenti d'oro (aret), devono rispecchiare gli elementi originali della comunità di appartenenza. Non sono consentiti abiti riprodotti, acconciature inappropriate e capelli sciolti; gli ornamenti d'oro, che accompagnano il vestiario tradizionale devono rispecchiare i simboli della memoria della propria comunità. Le amiche o parenti della sposa in scena, non maritate, non possono indossare il diadema nuziale (keza), la placca a ricami d'oro posta sopra il ventre (pandera) e il velo, simboli coniugali.
La sposa deve abbigliarsi con il costume nuziale della comunità di appartenenza, corredato in tutti i suoi elementi. Le amiche e parenti della sposa possono indossare l'abito di gala o altre tipologie di abiti tradizionali, secondo l'uso locale, in occasione delle nozze. Le donne maritate in scena, possono indossare l'abito nuziale tradizionale.
(fonte comunicato stampa)