La piccola pesca costiera è in ginocchio, Martilotti alla Regione: «Necessario ascoltate i pescatori»
Il presidente del “Comitato Pescatori Calabria” afferma che la gestione dei Flag debba passare ai pescatori per lo sviluppo inter-settoriale dell’economia costiera
CORIGLIANO-ROSSANO - «Dopo i risultati ottimi al Seafood di Barcellona per la pesca costiera artigianale calabrese sarebbe opportuno avviare una serie riflessione sugli ottimi risultati ottenuti da aziende con i fondi Feamp/Flag, nel mentre la piccola pesca è attraversata da una profonda crisi anche per difficoltà oggettive, nella stragrande maggioranza, di ammodernare la propria micro-impresa con le risorse del Feamp e del Flag».
È quanto dichiara Salvatore Martilotti, presidente del “Comitato Pescatori Calabria” che così continua: «Bene le iniziative degli imprenditori calabresi. Quattro aziende ben note da tanti anni ma che non possono essere annoverate fra le imprese di pesca. Bene diffondere notizie positive della nostra Regione, ma forse è tempo di parlare con chiarezza e per chi come noi è nato e vive in una comunità costiera della Calabria, ritorna sempre la solita domanda: si può costruire il futuro della piccola pesca senza avere alla guida i protagonisti, i soli testimonial dell’identità della piccola pesca artigianale? Purtroppo, ad oggi, con la gestione degli strumenti comunitari pesca registriamo solo risultati deludenti in direzione dello sviluppo e dell’occupazione settoriale. Le cause sono diverse. La disattenzione della politica e delle Istituzioni, compreso le nostre responsabilità e la debolezza strutturale delle micro-imprese di pesca. Ma incidono anche la mancanza di una programmazione capace di coniugare identità e futuro insieme al mancato decollo della legge regionale di settore (L.R. n.27/2004)».
«La legge regionale di settore – spiega - dovrebbe avere la funzione di sovrastruttura nell’attuazione della Programmazione UE e nazionale con un Programma triennale regionale, e un ruolo significativo dovrebbe essere esercitato dall’agenzia per il credito. E senza strumenti a supporto si amplifica la crisi con la conseguente riduzione costante, negli ultimi anni, della flotta con le continue espulsioni di lavoratori del mare dal settore pesca e la forte riduzione del Plv. Sin dall’avvio nel 2007 del Programma UE la speranza di accompagnare il cambiamento era nella grande novità: i Gruppi di azione costiera! Tuttavia, senza risultati significativi per lo sviluppo e per l’occupazione la delusione è profonda anche perché senza questi indicatori, a nostro avviso, la gestione “è da ritenere non molto in linea con la PCP”».
«Risultati deludenti, – continua Salvatore Martilotti – che hanno contribuito a mettere in ginocchio la piccola pesca costiera con risultati devastanti sul piano economico, occupazionale e sociale considerato che questo segmento rilevante della pesca regionale (circa 70% della flotta) ha un forte impatto sul tessuto economico delle nostre Comunità costiere. Come “Comitato Pescatori Calabria” ci permettiamo una piccola raccomandazione alla nostra Regione: ascoltate i pescatori per cercare di creare le condizioni programmatiche migliori per la gestione della Programmazione dell’Unione europea 2021/2027. È importante il coinvolgimento dei pescatori, così come è rilevante partire dalla valorizzazione delle Comunità costiere portatrici di valori identitari ma anche di saperi e cultura che dovranno essere rinnovati e declinati in modalità inter-settoriale, nell’ambito dell’economia costiera, con le nuove tendenze e bisogni di un nuovo modo di intendere il settore della pesca».
«Invertire rotta, tuttavia, significa farlo con competenza e professionalità nell’ambito delle strategie della politica comune della pesca cercando anche di valorizzare le specificità di tutte le comunità costiere dei due litorali della Calabria. Utilizziamo i programmi UE, gestiti dalla Regione, per creare opportunità di sviluppo e occupazione “reali”, poiché in questa fase molto critica del settore pesca, dopo l’emergenza da covid-19 e adesso con l’aumento esponenziale dei costi operativi delle imprese di pesca per la guerra in Ucraina, bisognerebbe avere il coraggio – conclude Salvatore Martilotti - di invertire rotta per accompagnare il cambiamento attraverso la diversificazione e l’innovazione di un comparto che rappresenta l’identità delle Comunità costiere calabresi alle quali dovremmo assicurare un futuro con i piccoli pescatori artigianali protagonisti dello sviluppo inter-settoriale dell’economia costiera».