La birra cosentina gusto di magliocco si afferma nella Guida italiana 2023
Eletta tra le migliori birre dell'anno, viene maturata in barrique che dopo 36 mesi vengono svuotate e subito riempite con il prodotto Maltonauta
CORIGLIANO-ROSSANO - «Birra Savuco di Maltonauta riceve dalla prestigiosa "Guida alle Birre d'Italia 2023" di Slow Food Editore il riconoscimento come "Etichetta Imperdibile" nella categoria "Da lasciare in cantina"».
Un traguardo che rende orgoglioso il birraio cosentino Giuseppe Salvatore Grosso Ciponte, cosciente di ottenere un risultato prestigioso in una categoria molto competitiva, che annuncia il successo ottenuto attraverso un comunicato stampa.
«Giuseppe inizia il suo percorso nel mondo della birra come analista sensoriale. Homebrewer di vecchia data, sommelier del vino e degustatore per UnionBirrai, tiene da anni, in tutta la regione, corsi di degustazione, scrivendo anche su testate regionali e gestendo un diario online, dodimalto.it – afferma l’imprenditore artigiano - la Birra Savuco è una Belgian Ale maturata in botti che hanno precedentemente ospitato il pluripremiato vino di Serracavallo, il Vigna Savuco, un vino 100% uva Magliocco».
«Dopo 36 mesi circa di maturazione del vino, le barrique vengono svuotate e subito riempite con la birra di Maltonauta che matura nelle botti per circa 6 mesi – continua Grosso Ciponte - il risultato è, citando la guida, "un capolavoro da meditazione". Una birra che si sposa bene a tavola con piatti ben strutturati e saporiti, ma non disdegna la compagnia di un buon sigaro a fine cena».
Ma non è il primo riconoscimento che la Birra Savuco riceve.
«Nel 2019, ottiene a Reggio Calabria il riconoscimento come "migliore birra calabrese passata in botte", premio conferito da una giuria di esperti del settore e con presidente Lorenzo 'Kuaska' Dabove, uno dei più grandi esperti al mondo di birra artigianale, nel 2020 invece riceve il riconoscimento nazionale "Packaging Beer Awards - Etichetta d'Oro" indetto da Feder Birra come migliore confezione nella sua categoria – afferma l’ideatore di Maltonauta - una birra che riesce quindi ad interessare appassionati e addetti ai lavori, anche per il suo modo di fare terroir, caratterizzarsi e identificarsi nel territorio calabrese».
«Ma non è l'unico progetto degno di nota di Maltonauta. Altra chicca è la Birra Zibibbo, segnalata anch'essa nella guida di Slow Food, una birra chiara realizzata con una percentuale di uva Zibibbo delle Cantine Dastoli. La prima in Calabria nel suo genere, anche questa una birra che si lega al territorio e ne fa un punto di forza, un pretesto per raccontare prodotti locali e unire mondi apparentemente lontani».