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Non ci sarà una Nutella made in Calabria. I produttori dicono no alla grande distribuzione

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CALABRIA - I produttori della nocciola tonda calabrese dicono "no" alla Ferrero. Tempo fa - ne avevamo parlato sulle pagine del nostro giornale (Leggi qui) - attraverso un accordo su proposta dell’assessore all’agricoltura e alle risorse agroalimentari, Gianluca Gallo, la Regione Calabria varava una delibera con la quale veniva approvato uno schema di intesa con la Ferrero, una delle maggiori aziende mondiali di trasformazione di nocciola con l'obiettivo di «valorizzare la filiera corilicola». 

Ma oggi, i produttori della nocciola, proprietari di 350 ettari su cui sono impiantati gli alberi dai quali si ricavano circa 3.000 quintali di nocciole fra Cardinale e Torre Ruggiero, nel basso Jonio catanzarese - intendono realizzare in proprio un impianto dedicato alla trasformazione del prodotto. Insomma, un vero e proprio prodotto calabrese "fatto in casa", che vede la nascita della nocciola, e la trasforma in semilavorati dal sapore tutto calabrese. Così, per dare a Cesare quel che è di Cesare. 

Un lavoro, quello della coricoltura che oggi, vede la presenza di circa 40 operai, ed il 90% della produzione calabrese è grazie al loro lavoro. Anche se, c'è da dire che in passato - constatando che la coltivazione della nocciola vanta una lunga tradizione che risale al 1700 - si lavorava e produceva molta più nocciola di oggi, parliamo di circa 16 mila quintali all'anno. 

Da una parte c'è una forte rivalsa che vuole estendersi internamente valorizzando il territorio ed i prodotti calabresi, però non si può negare che rinunciare ad un colosso come la Ferrero potrebbe comportare dei rischi economici. In merito, il presidente del consorzio per la valorizzazione e tutela della nocciola di Calabria, Giuseppe Rotiroti, ha espresso la sua: «Il nostro è un prodotto di nicchia. La Ferrero acquista prevalentemente nocciole provenienti dalla Turchia, circa il 70% di quelle che utilizza e noi non vogliamo mettere la tonda calabrese nella massa».

Continua: «L'intento, invece, è valorizzarne l’identità e vogliamo che i consumatori vengano qui per comprare il prodotto. Il nostro obiettivo è lavorare le nocciole in Calabria per creare posti di lavoro. Per ora, riforniamo piccoli artigiani, in particolare laboratori di pasticceria e gelateria. Ferrero ci aveva proposto contratti ventennali per comprare le nostre nocciole con contratti a prezzi di mercato».

La trasformazione sul posto della nocciola porterà ad un processo virtuoso per la tonda calabrese. Un processo avviato con la costituzione nel 2008, dal consorzio di valorizzazione e tutela nocciola di Calabria e proseguito dall'associazione dei produttori tonda di Calabria bio. Dunque, un progetto che esiste già e costerà circa 500 mila euro. La realizzazione dello stabilimento consentirebbe di rafforzare la filiera esistente e di potenziarla, aumentando il valore del prodotto e abbassando i costi di produzione. Questo, consentirebbe inoltre di approdare su nuovi mercati

Continua il presidente del consorzio: «Non abbiamo la possibilità di chiudere la filiera con la trasformazione. Mandavamo le nocciole nel centro-nord e ci rimandano il semilavorato. Tutto questo vogliamo farlo qui, fra Cardinale e Torre Ruggiero. In questo modo si riempirebbe l'ultimo tassello della filiera che punta alla trasformazione della tonde in semilavorato (farina, granella, nocciola tostata e pasta di nocciola). 

«Si avrebbero ricadute positive - continua Rotiroti - sul profilo occupazionale e sarebbe consolidata la sinergia tra le imprese del territorio. Diversi imprenditori e operatori del settore dolciario hanno manifestato interesse per la trasformazione della nocciola in loco e i produttori sono fortemente motivati a procedere in questa direzione».

Ma, per la nocciola calabrese non è solo l’industria dolciaria l’unico sbocco della produzione coricola. «Nei mesi scorsi - conclude il presidente del consorzio - una professionista, operante al Nord, appassionata della realtà corilicola locale, alla quale la legano le origini familiari, ha realizzato una linea di cosmetici a base di olio di nocciole, da noi fornite, e che contiene vitamine e antiossidanti preziosi alleati per la cura della pelle. È evidente che la trasformazione aprirebbe nuovi sbocchi e a nuove fasce di mercato, non solo nel settore alimentare». 

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia