Paura e delirio a Corigliano-Rossano?
Stasi: «Oggi esiste una questione "pubblica illuminazione" perché noi abbiamo avuto il coraggio di sollevarla»
CORIGLIANO – ROSSANO - A seguito della sentenza del Consiglio di Stato sulla vicenda della Pubblica Illuminazione area Corigliano, si sono scatenati una ridda di commenti apocalittici ed inesatti; i detrattori dell'amministrazione si sono lanciati in una serie di ipotesi drammatiche e ricostruzioni deliranti, al punto da ricordarmi il titolo di un vecchio film, ambientato però a Las Vegas.
In primis, sono felice di come alcuni pezzi della società civile, movimentista e politica di Corigliano-Rossano, stiano finalmente ponendo attenzione a certe vicende. Se ci fosse stata sempre tale cura rispetto a questioni veramente inspiegabili del passato dei due enti estinti, sono certo non ci troveremmo a dover approvare anno dopo anno milioni di euro di debiti fuori bilancio.
Questo significa che c'è un nuovo fervore, un inusitato zelo, in città, che non può non essere interpretato come un segnale positivo.
Nello specifico della vicenda, però, come dall'inizio del resto, si continua a fare confusione.
Intanto, rispetto alla questione in oggetto, un'Amministrazione Comunale come la nostra non poteva intervenire, ma DOVEVA intervenire per tentare di sanare una situazione che comporta problemi per l'ente e la comunità in termini di servizi. Si sta tirando spesso in ballo, giustamente, la questione dell'erario: è proprio questo il punto, dal momento che risulta chiaro come si stiano spendendo molti più soldi dei cittadini di quelli previsti (parliamo di milioni di euro) per un servizio che – oggettivamente – non è né moderno né efficiente. Per raggiungere un risultato a favore della comunità ci sono molte strade, l'una non esclude le altre.
La nostra Amministrazione non è stata chiamata a governare per "lasciare le cose come stanno", siamo consapevoli di come alcune scelte richiedano coraggio e prevedano anche delle sconfitte, ma sarà alla fine che si vedrà il risultato per la nostra comunità, soprattutto per quanto riguarda i servizi.
Sono convinto che tutto questo bailamme rispetto ad una sentenza sia dovuto proprio a questo: utilizzare le fisiologiche battute di arresto di vicende molto complesse, per spaventarci, creare dissenso, toglierci il coraggio nelle scelte future, paralizzare la nostra azione, in sostanza, con la consueta logica gattopardesca, fare in modo che tutto resti così come è. È successo per la depurazione, per la sanità, per la gestione cimiteriale e così via.
Fortunatamente non ci sono solo battute di arresto: basta pensare alla vicenda del depuratore consortile, per la quale i giudici amministrativi ci hanno dato ragione e grazie a quella scelta coraggiosa oggi il nostro progetto di sistema depurativo da 35 milioni di euro è all'attenzione di Invitalia. In virtù di questo i nostri figli potranno vivere in un luogo civile e non con depuratori e reti fognarie inadeguate per gran parte della nostra popolazione.
Questi tentativi di delegittimazione -in alcuni casi decisamente beceri- non riusciranno nell'intento di farci mancare il coraggio nelle scelte.
Oggi esiste una "questione pubblica illuminazione" perché l'Amministrazione ha avuto il coraggio di sollevarla; continueremo ad affrontarla serenamente tenendo conto della sentenza, così come continueremo a sollevare ed affrontare con la stessa serenità anche le altre questioni, certi che i risultati per la comunità in termini di servizi e di risparmi arriveranno e saranno tangibili.