Renne (IdM): «Il Governo centrale ha abbandonato l'alto Jonio cosentino»
La denuncia del politico: «L’Ospedale di Trebisacce resta chiuso e non disponiamo ancora di un piano vaccinale, né di un centro di stoccaggio. Tutto questo è inaccettabile»
COSENZA – «L’alto Jonio lasciato per l’ennesima volta solo dal punto di vista dell’emergenza sanitaria. L’Ospedale di Trebisacce resta chiuso e non disponiamo ancora di un piano vaccinale, né di un centro di stoccaggio».
È questo il punto centrale del comunicato stampa firmato da Andrea Renne Commissario cittadino Italia del Meridione di Amendolara e membro della direzione Provinciale (IdM)
«La Calabria – afferma Renne - per l'ennesima volta ritorna in zona arancione dal'11 al 15 gennaio. La Regione è partita bene nell'affrontare l'emergenza Covid, anche tenendo conto delle poche strutture a disposizione e possiamo sottolineare che nel primo lockdown iniziato nel mese di marzo, la Calabria è risultata una delle poche Regioni ad avere il minor numero di contagi; dopo l'estate però, c' è stato un vero e proprio crollo a causa dell'assenza di un piano di emergenza Covid e dopo abbiamo assistito al continuo balletto dei commissari nominati e che immediatamente dopo rifiutavano l'incarico».
«Commissari, tra l'altro – continua il politico - che hanno dimostrato di non essere in grado di gestire la situazione sanitaria calabrese, soprattutto nel momento in cui c'era maggiore necessità. L' Alto Jonio, in particolare, non è mai stato preso in considerazione da nessun commissario, abbandonando così un comprensorio di 50 mila persone, con un ospedale chiuso, ovvero l'ospedale di Trebisacce».
«A questo riguardo – incalza - sono state fatte tante battaglie per la sua riapertura e abbiamo ricevuto anche tante promesse dal vice ministro Sileri in riferimento alla sua riapertura, per poter dare così la possibilità di aiutare concretamente le persone in questa emergenza ed evitando il triste fenomeno dello spostamento verso gli ospedali più lontani. Ma alla fine il risultato qual è stato? Aver lasciato per la terza volta l'alto Jonio in balia di sé stesso e con i cittadini privati del diritto alla salute, che dovrebbe essere un diritto costituzionalmente garantito».
«Un'altra questione molto importante – prosegue Renne - su cui focalizzare l'attenzione è l'argomento delle vaccinazioni. Non si può non rilevare come non disponiamo ancora di un piano vaccinale, di una struttura adeguata e soprattutto dei medici specializzati. Sono state fornite le dosi di vaccino da somministrare alla Calabria, ma ancora nell'alto Jonio non sono praticamente iniziate le vaccinazioni, come invece sta già avvenendo nel resto della Regione».
«Il problema – spiega - è che, ancora, manca un centro di stoccaggio per l'intero comprensorio dell'Alto Jonio e di conseguenza non viene data la possibilità a tutti i cittadini di potersi vaccinare. Un centro che potrebbe essere, appunto, l'Ospedale di Trebisacce che, soprattutto in questo periodo di emergenza, potrebbe rappresentare un presidio di importanza strategica e che invece resta desolatamente chiuso».
«La nostra – conclude - non è una protesta fine a se stessa, ma un grido di aiuto disperato per l'alto Jonio Cosentino che ha l'obiettivo di dare la possibilità di migliorarne l'offerta sanitaria e fornire così tutti i mezzi di cui la comunità necessita».