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Il derby ritrovato: Rossanese-Corigliano, una città divisa dal pallone

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CORIGLIANO-ROSSANO - Sono appena tredici i chilometri che separano Rossano da Corigliano: sedici minuti in automobile, oltre due ore a piedi. Una distanza breve, accorciata definitivamente nel 2018 con il referendum che ha sancito la nascita della città unica di Corigliano-Rossano. Ma se la politica ha unito, il calcio ha mantenuto vive le rivalità, legittime e incandescenti come un fuoco che non si spegne mai, malgrado il peso della cenere.

Da una parte Rossano, greca e romana, Bizantina e fiera delle proprie radici e del carattere orgoglioso, a volte angustiato dal sacro fuoco della “tigna”. Dall’altra Corigliano, normanna e latina, cuore pulsante di un’identità diversa, fatta di pragmatismo e istinto. Due anime, due culture, due dialetti che suonano spartiti differenti: mondi vicini e allo stesso tempo lontani che il pallone, anziché avvicinare, ha sempre contrapposto.

Negli anni la rivalità calcistica tra Rossanese e USC Corigliano ha vissuto momenti incandescenti, poi raffreddati dalle alterne fortune sportive delle due società. Ma adesso, dopo sei lunghissimi anni, il derby torna a infiammare lo stadio Stefano Rizzo, pronto a trasformarsi in un’arena di rivalità mai sopite.

La Rossanese, rinata grazie al nuovo corso societario del patron Abbruzzese, ha riacceso la passione di un popolo: i numeri record di pubblico della scorsa stagione lo dimostrano. Dall’altra parte l’USC Corigliano, impegnato nel campionato di Promozione, si presenta con ambizioni da protagonista assoluto, desideroso di scrivere una pagina gloriosa della propria storia recente.

I Boys rossanesi, già nel pomeriggio di oggi, hanno fatto sentire la loro voce durante l’allenamento, ricordando ai calciatori il valore di questa sfida: non è solo una partita, è un segno di appartenenza, è il derby di una città che resta divisa dal pallone.

La voglia di calcio è palpabile anche a Corigliano, dove il nuovo corso ultras è pronto a scendere in campo per il derby di domenica. Il gruppo, che raccoglie lo zoccolo duro del tifo organizzato biancoazzurro, rappresenta la continuazione di quello che furono gli Skizzati. Già nella scorsa partita si è palesata la volontà dei tifosi di riportare in alto i colori biancoblù: molti hanno raggiunto Rossano in motorino per sostenere la squadra. Una delle priorità dichiarate degli ultras coriglianesi, però, resta quella di riavere a disposizione lo stadio Città di Corigliano, senza dover chiedere ospitalità proprio al “nemico” Stefano Rizzo, tempio dei rivali di sempre.

I pronostici, sulla carta, favoriscono la Rossanese per la categoria superiore. Ma in partite come queste il pronostico conta poco: ciò che decide è l’orgoglio, la voglia di superarsi, il peso della storia.

Domenica, quando l’arbitro fischierà l’inizio, non ci saranno fusioni, referendum o differenze amministrative. Ci saranno due squadre, due popoli sugli spalti e un’unica certezza: il derby di Corigliano-Rossano è tornato, e deve essere prima di tutto una festa di sport, con la giusta dose di agonismo e con la voglia di dimostrare da che parte della città rotola il pallone.

Josef Platarota
Autore: Josef Platarota

Nasce nel 1988 a Cariati. Metà calovetese e metà rossanese, consegue la laurea in Storia e Scienze Storiche all’Università della Calabria. Entra nel mondo del giornalismo nel 2010 seguendo la Rossanese e ha un sogno: scrivere della sua promozione in Serie C. Malgrado tutto, ci crede ancora. Ha scritto per Calabria Ora, Il Garantista, Cronache delle Calabrie, Inter-News, Il Gazzettino della Calabria e Il Meridione si è occupato anche di Cronaca e Attualità. Insegna Lettere negli istituti della provincia di Cosenza. Le sue passioni sono la lettura, la storia, la filosofia, il calcio, gli animali e l’Inter. Ha tre idoli: Sankara, Riquelme e Michael Jordan.