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Il Grammisato fa paura, la gente scappa dalle case: «Prima che straripi e ci ammazzi, andiamo via»

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CORIGLIANO-ROSSANO - Un film già visto o comunque una storia già scritta nel libro della memoria delle inadempienze, tante, troppe, che hanno messo in ginocchio l'area della SIbaritide e particolarmente Corigliano-Rossano. Un territorio fragile che grida aiuto e sostegno da decenni e verso cui tutti hanno girato e stanno girando la testa dall'altra parte. Il torrente Grammisato è l'emblema di questa giornata di allerta e di paura. Paura per la gente che teme gli effetti della natura, paura per le istituzioni - tutte - che hanno la responsabilità del non aver fatto!

Il Grammisato, di cui in queste settimane vi abbiamo parlato a lungo raccontando tutte le omissioni degli organi deputati al suo presidio e a quello di tutti gli altri corsi d'acqua della Calabria del nord est, non è (ancora) esondato. A dire la verità ci manca davvero poco. Soprattutto se dovesse continuare a piovere con forza e veemenza. L'acqua è arrivata oltre i livelli di sicurezza, sempre che ci sia più un livello di sicurezza in quel corso d'acqua, coperto com'è di strati di sedimenti, rovi e alberi giganteschi. I residenti della zona, però, hanno deciso di abbandonare anzitempo le loro case, i loro averi, per trovare rifugio in luoghi più sicuri. Lo hanno fatto sapendo di lasciare i sacrifici di una vita, memori di ben due eventi alluvionali che hanno subito negli anni scorsi proprio a causa dello straripamento di quell'anonimo torrente.

Sono andati via rassegnati. Sono anni, mesi che invocano interventi per quel canalone d'acqua che da Piragineti si spinge verso il mare. Tutti muti, silenzio ed un vergognoso scarica barile di responsabilità e competenze. Non si sa chi debba intervenire a pulire gli argini e l'alveo di quel torrente. O meglio si sa (Calabria Verde su indicazione del Comune di Corigliano-Rossano) eppure c'è sempre un problema, sempre un'autorizzazione, un protocollo d'intesa di troppo che manca ed è mancato fino ad oggi per far sì che uomini e mezzi possano entrare in quella conca e ripulirla.

Siamo arrivati ad oggi. Giove pluvio ha fatto il suo lavoro, ha fatto semplicemente piovere. Una grande e intensa burrasca di fine autunno, intensa sì ma senza patemi se tutti e ognuno avessero fatto il loro lavoro nel rispetto dei cittadini. Invece no, quella gente è dovuta scappare di casa per paura. Proprio come se non ci fosse uno Stato a proteggerli. «Prima che il Grammisato straripi e ci ammazzi ce ne andiamo di casa» ci ha detto una residente, una mamma, una lavoratrice onesta, consapevole, che li sta lasciando tutto quello che ha in preda al caso e sotto la tutela della provvidenza. 

L'abbiamo detta, raccontata e documentata in questi mesi la pericolosità del Grammisato. Non si doveva arrivare a questo punto: all'insofferenza, all'indignazione massima che ti porta ad abbandonare il tuo letto.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.