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Futuro Enel, Stasi striglia l'Unical: «Da Ateneo zero collaborazione»

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CORIGLIANO-ROSSANO - È sicuramente inusuale, almeno in Calabria, che un sindaco tiri dal bavero un'istituzione - fino ad oggi intoccabile - come l'Università. Non un'università qualsiasi ma quella più importante della nostra regione: l'Unical. E questa volta non solo riaffiorate le storiche battaglie studentesche di cui il Flavio Stasi studente si fece promotore. Oggi c'è di più. C'è in ballo il destino del sito dell'ex centrale termoelettrica di Enel a contrada Cutura. Un progetto in cui servirebbe come il pane il supporto dell'Ateneo di Arcavacata ma che fin'ora, però, se ne sta stando in disparte.

Se ne parla da anni, ormai, da quando la politica del territorio decise di dare un calcio nel sedere (giustamente) alla proposta di riconversione a carbone della centrale me senza avere nelle mani e per la testa una valida alternativa affinché quel polo industriale non andasse in malora, come invece andò. Forse adesso passa l'ultimo treno, ma a salirvi sopra non potranno esserci solo Enel ed il comune di Corigliano-Rossano. Questa volta per far sì che questa proposta abbia un respiro lunghissimo e profondo, forte e duraturo, che porti sviluppo e crescita, serve la co-partecipazione di più attori e protagonisti.

Di cosa stiamo parlando lo dice lo stesso primo cittadino. «Il 12 novembre - ricorda il primo cittadino - scadono i termini per uno degli avvisi più interessanti degli ultimi mesi, promosso dall'Agenzia per la Coesione Territoriale, sul tema degli Ecosistemi dell'Innovazione nel Mezzogiorno. Il bando finanzia progetti che uniscono la ricerca innovativa alla riqualificazione e rifunzionalizzazione di siti degradati o inutilizzati, per un ammontare da 10 a 90 milioni di euro a progetto: si tratta di cifre importanti finalizzate a coprire un periodo di 36 mesi».

Servono, dunque, progetti. Servono intese; servono sinergie. Serve definire delle strategie. Tra i tanti progetti che si potrebbero sviluppare uno piace molto al Sindaco di Corigliano-Rossano. «Credo - dice - vada presa in assoluta considerazione l'idea progettuale proposta anche dal nostro Comune sulla rifunzionalizzazione del sito Enel di Sant'Irene, e in particolare dell'area e della struttura occupata un tempo dai vecchi gruppi termoelettrici, attualmente in fase di coibentazione e smantellamento. Anche di questo si è discusso con Enel in queste settimane - aggiunge - e si è giunti alla condivisione di un'idea concreta sullo sviluppo di tecnologie per la filiera dell'idrogeno che non solo aprirebbe uno scenario innovativo, sostenibile e perfettamente integrato di riutilizzo del sito, ma valorizzerebbe anche alcuni tra i più avanzati segmenti di ricerca dell'Unical».

Un'idea progettuale che prevede, dunque, investimenti per allestire nella centrale un importante centro di ricerca che si occupa di produzione energetica ad alto rendimento tramite l'utilizzo di nanomateriali bidimensionali, scissione degli atomi di idrogeno mediante l'utilizzo di grafene, efficientamento dei sistemi di immagazzinamento energetico mediante nanotubi di carbonio eccetera, e con un partenariato importante: la terza città della Calabria, Enel Produzione, Unical e Cnr.

Il problema è che all'appello manca il soggetto principale: l'Università della Calabria. «Sono stato uno studente Unical - aggiunge Flavio Stasi - ne sono sempre stato orgoglioso e sento che l'Ateneo può fare tanto per il territorio, ma solo se si apre, se non si avvita sul Ponte Bucci e le solite suole che lo calpestano (e non parlo degli studenti). La ratio di questa selezione credo sia proprio quella di individuare idee integrate col territorio nella sua complessità ed ampiezza, attraversandolo geograficamente ma anche socialmente, aprendosi quindi, come specificato nel bando, agli enti locali che più di altri enti conoscono luoghi (da riqualificare) e prospettive (da sviluppare)».

«Ed invece - ad un certo punto - ho appreso attraverso voci di corridoio universitarie che la governance di Ateneo aveva già deciso, praticamente fin dall'inizio, di partecipare al bando con una sola proposta avendo già stabilito anche con quale proposta, scoraggiando di fatto dipartimenti ed altri istituti legati all'Università nel perseguire altre strade. Peraltro, il bando non impone all'Università la partecipazione a una sola proposta progettuale. In altri termini, si possono presentare più proposte per dare la possibilità alla Commissione ministeriale di valutare quelle più rispondenti ai requisiti del bando e quelle più promettenti per lo sviluppo del territorio. Sempre le solite voci di corridoio rivelano che il timore sia proprio quello di mettere in competizione più proposte provenienti dallo stesso Ateneo, con il rischio di affossare quella su cui è già stata presa, di fatto, una decisione».

E da qui il "cazziatone" nemmeno troppo sottinteso nei confronti dei vertici universitari. «Conoscendo chi governa l'Unical oggi, non ho dubbi sul fatto che, se effettivamente tali scelte sono state effettuate, queste siano le migliori possibili per l'Unical, ma lo dico con grande chiarezza da Sindaco di una città importante, da cittadino e da ex studente: così non va bene per niente».

«L'era post-pandemica, nella sua drammaticità - aggiunge - sta aprendo possibilità di sviluppo inedite negli ultimi decenni, soprattutto nel mezzogiorno, e sta imponendo a tutte le istituzioni (comprese quelle universitarie) approcci e modalità di pianificazione e progettazione inedite: questa è una delle sfide principali del PNRR nel mezzogiorno, e la nostra università non può sentirsi esentata dal dover rispondere a queste nuove esigenze, anche e soprattutto di relazione, integrazione e supporto del territorio».

«Un ecosistema dell'innovazione è un luogo di contaminazione tra Università, centri di ricerca, istituzioni e settore privato. Nel massimo rispetto dell'autonomia di ogni ente, relativamente ad una selezione del genere trovo francamente inadeguato e fuori dal tempo l'approccio della Nostra Università, che sembra abbia scelto - senza alcun confronto e senza neanche un minimo di selezione interna o esterna - una confezione, e non un'idea di ecosistema dell'innovazione. Una scelta del genere sta precludendo, di fatto, la competizione positiva tra idee progettuali e percorsi di sviluppo, una preclusione che se è ormai inaccettabile nei luoghi "tradizionali" delle istituzioni, figuriamoci nei luoghi della cultura, della ricerca e dell'alta formazione».

«Sia chiaro, il mio non è un attacco: dopo la mia città, credo che la "mia" Università sia il soggetto che più di tutti difenderei a spada tratta ad ogni latitudine, ma credo sia ormai improcrastinabile, anche alla luce della fase di "ripresa e resilienza" che il mezzogiorno si appresta ad affrontare aprire una riflessione sul rapporto tra l'Ateneo ed il territorio complessivamente, partendo proprio dal rapporto con gli enti locali».

«Per quanto riguarda il bando, credo che l'Agenzia per la Coesione Territoriale debba prendere atto della difficoltà da parte di potenziali proponenti di idee progettuali ad acquisire la disponibilità delle Università, facendo venir meno - lo ribadisco - la sana concorrenza tra progetti utile ad individuare e finanziare i migliori, col rischio che anche questo percorso rappresenti un'occasione persa per il Mezzogiorno e la Calabria».

«Così come l'assenza di risorse umane e del know-how necessari, per gli enti locali del Mezzogiorno, alla redazione di progettualità in grado di interpretare correttamente ed intercettare i fondi ed il principio di sviluppo del PNRR, anche questa è una condizione di partenza nota che richiede, quindi, interventi tempestivi».

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.