Sbarco a Corigliano, fermati i tre presunti scafisti: sono ucraini
Il Corpo della Guardia di Finanza, quale polizia del mare nazionale, ha la responsabilità del presidio di prima linea delle acque territoriali italiane. In Calabria, sotto l’egida del Comando Regionale di Catanzaro, è costituita la risorsa specializzata del Reparto Operativo Aeronavale (ROAN) di Vibo Valentia, articolato lungo tutta la costa regionale sui diversi presidi della Stazione Navale di Vibo Marina e rinforzato dalla componente degli elicotteri della Sezione Aerea di Lamezia Terme, un dispositivo permanente e unitario di prevenzione e contrasto ai traffici illeciti in generale e in particolare a quello di migranti, integrato da unità navali e aeree appartenenti alla componente alturiera del Corpo, del Comando Operativo Aeronavale (COAN) di Pomezia che, tramite gli aerei del Gruppo di Esplorazione Aeromarittima (GEA) di Pratica di Mare e le unità navali del Gruppo Aeronavale (GAN) di Taranto, integra efficacemente, in alto mare, la sorveglianza costiera. Il dispositivo di sorveglianza ha pienamente risposto anche in questo caso. Già nella serata del 16 dicembre, un velivolo della Guardia di Finanza del COAN, in missione di controllo avanzato sul mare Jonio, aveva allertato il dispositivo di sorveglianza, dopo aver individuato una imbarcazione a vela a 90 miglia marine (167 km) dal mare territoriale italiano, in navigazione con rotta verso le coste nazionali che, a un esame sommario, poteva sembrare regolare ma, in base all’esperienza dei finanzieri, appariva, invece, sospetta. Malgrado le pessime condizioni del mare sul versante jonico, nella prima mattinata del 17, due unità navali della Guardia di Finanza, una del ROAN di Vibo Valentia, precisamente della Sezione Operativa navale di Corigliano Calabro, e una del Gruppo Aeronavale di Taranto, che aveva intrapreso la navigazione da Brindisi, in coordinamento operativo, si sono dirette verso l’imbarcazione sospetta, allo scopo di sorvegliare da lontano il natante e intercettarlo al momento dell’ingresso nelle acque territoriali, così da porre in essere una efficace operazione di polizia e individuare i responsabili materiali del traffico. Alle 16:30 gli operanti, ai quali si era nel frattempo aggiunta una unità navale veloce della Sezione Operativa Navale di Crotone, hanno fermato l’imbarcazione sospetta, un monoalbero di una quindicina di metri, battente bandiera olandese, a 18 miglia marine ad est di Punta Alice, nelle acque territoriali del golfo di Taranto. Una pattuglia di militari, salita comunque subito a bordo dell’imbarcazione per individuare gli scafisti, verificare le condizioni di salute dei migranti e assicurarsi delle capacità di galleggiamento e tenuta di mare della barca così da prevenire eventuali pericoli per le persone a bordo. Stipati nei pochi spazi disponibili, 55 migranti, (45 adulti maschi, 6 donne di cui una incinta e 6 minori di cui 2 non accompagnati tutti di origine mediorientale, di provenienza irachena e iraniana) e all’esterno, al timone, tre cittadini ucraini, due uomini e una donna, sospetti scafisti. Le condizioni del mare hanno reso complessa la gestione dell’evento e, peraltro, la barca a vela ha avuto un’avaria al motore che ha obbligato i finanzieri ad organizzare una difficile operazione di rimorchio verso l’approdo più vicino. Il convoglio, formato da un pattugliatore veloce del GAN di Taranto e da due vedette del ROAN di Vibo Valentia, si è diretto verso Corigliano Calabro arrivando nel porto alle 02:00 del 18 dicembre. A terra gli scafisti sono stati posti in stato di fermo mentre i migranti, identificati, sono stati smistati nei vari centri di accoglienza per le operazioni del caso. Dalle prime informazioni, i migranti sarebbero stati imbarcati a Zante, in Grecia, ove erano stati precedentemente radunati dai trafficanti dopo un tragitto condotto prevalentemente via terra, mentre gli scafisti sarebbero invece giunti separatamente dalla Turchia. L’efficace operazione della Guardia di Finanza rivolta al contrasto dei trafficanti di uomini, 17 il numero degli scafisti fermati nell’anno dal Corpo, rappresentando il trentesimo evento migratorio del 2019 in Calabria, ove sono giunti, complessivamente 1509 migranti, in leggera flessione rispetto ai 1937 stranieri sbarcati direttamente nel 2018.