Referendum sul lavoro, per la Cgil Calabria «si apre un'importante stagione di lotta e di invito alla partecipazione»
Intanto, il sindacato guidato da Gianfranco Trotta è pronto ad una grande mobilitazione sulla sanità: «In Calabria quello alla salute non è un diritto garantito»
CATANZARO - «Si apre un'importante stagione di lotta e di invito alla partecipazione, a partire dai referendum sul lavoro ai quali come Cgil teniamo in maniera particolare, quale banco di prova di democrazia e espressione di un Paese che vuole realmente invertire la rotta».
Così la Cgil Calabria commenta il via libera della Corte Costituzionale ai referendum sul lavoro.
«Lo scorso anno la campagna per la raccolta firme ci ha consegnato la fotografia di un territorio avido di risposte, indignato, ma non rassegnato. Il lavoro è dignità, il lavoro è la colonna vertebrale di un paese. I quesiti che proponiamo, qualora approvati, incideranno su un apparato che sembra non averlo ancora recepito. Il lavoro deve essere tutelato perché è un diritto costituzionale. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà».
Grande soddisfazione esprime il sindacato anche per l'ammissione del referendum sulla cittadinanza, «una battaglia di civiltà. Gli stranieri danno un grande contributo al Paese dal punto di vista culturale e del lavoro».
Sul mancato accoglimento del referendum sull'autonomia differenziata Cgil Calabria non vede sconfitta: «Metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per chiedere al Parlamento l'abrogazione».
Intanto, il sindacato guidato da Gianfranco Trotta è pronto ad una grande mobilitazione sulla sanità: «Lo abbiamo ribadito durante i lavori del nostro ultimo Esecutivo – spiega il Segretario Generale -. In Calabria quello alla salute non è un diritto garantito, non a caso chi nasce nella nostra regione ha aspettative di vita inferiori rispetto a chi nasce altrove. In Calabria si muore perché l'ambulanza non arriva o arriva senza medico, perché i tempi delle liste d'attesa non permettono né la prevenzione né l'urgenza».
«Scenderemo in campo, senza se e senza ma. Il tempo delle attese è terminato, la situazione è drammatica e noi non staremo a guardare. Pretendiamo – afferma Trotta - strategie e misure adatte a sanare quei vuoti e quelle piaghe che stanno portando la Calabria alla desertificazione dei servizi e all'abbandono da parte di migliaia di giovani ogni anno. È ora di dire basta».