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La moderazione di Bevacqua gela la resa dei conti nel Pd a Corigliano-Rossano

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CORIGLIANO-ROSSANO – Se per Mimmo Bevacqua la forza sta nella moderazione è perché, molto spesso, stare in acque chete, distinti e alle volte distanti dal turbine dei fatti e degli avvenimenti politici, garantisce anche di osservare le cose da un’altra prospettiva. Forse meno irruente, più riflessiva e sicuramente non scontata. Ed è proprio di altre e nuove prospettive che ieri sera il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale ha parlato, presentando a Corigliano-Rossano il suo libro autobiografico, uscito dalla penna del giornalista Salvatore Audia, dal titolo emblematico “La mia forza è la moderazione”. Un’occasione per riunire, nella suggestiva location del Lido Sabbia d’Oro sul lungomare Momena, amici, simpatizzanti e compagni d’altri tempi; tracciare la sommatoria di quella che è stata la sua vita politica, partendo dalle radici, ma anche per vedere le nuove linee all’orizzonte.

In platea c’erano tanti simpatizzanti e rappresentanti istituzionali del Partito Democratico, sindaci, ex sindaci e assessori; c’era anche il primo cittadino di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, che pur non essendo mai stato tesserato del PD ha sempre influenzato fascino all’interno di alcune aree Dem (Bevacqua, ad esempio è un suo sostenitore della prima ora!). C’era, pure Rosellina Madeo, la capogruppo dem in Consiglio Provinciale e prima degli eletti nel nuovo Consiglio Comunale di Co-Ro con quasi 1.100 preferenze. Super eletta sì, ma non nella lista del PD. Motivo per il quale il segretario cittadino dei Dem, Francesco Madeo, l’ha messa sul banco degli imputati, insieme ad altri tesserati che hanno scelto di candidarsi autonomamente, accusandola di aver disatteso i valori del partito.

 

La faraonica babele del PD locale

Al netto di capire quali siano, però, i valori a cui fa riferimento il segretario a chiarire questa vicenda, dal suo “osservatorio moderato”, ci ha pensato proprio Mimmo Bevacqua. Che alla domanda su cosa ne pensasse di questa situazione venutasi a creare a Corigliano-Rossano (che non è singolare ma riguarda un po’ tutta l’area piddì in provincia di Cosenza), citando Kennedy («non chiederti cosa il tuo paese può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese») è andato diritto al punto: «Invece di arrivare subito a soluzioni trancianti – ha detto Bevacqua - mi chiederei perché molti tesserati del PD hanno deciso di non candidarsi con il PD. E mi chiedo ancora – ha aggiunto - se non ci fosse stato Franco Iacucci che si è intestardito a fare la lista del PD, il PD sarebbe mai riuscito a fare una lista a Co-Ro? Io non voglio difendere Rosellina Madeo e tutti quelli che come lei hanno fatto una scelta diversa da quella del partito, ma se sono andati via è necessario ripensare all’autorevolezza di questo partito e della sua guida. Il PD non è un tribunale ma una comunità, che ha delle regole certo, ma bisogna capire se queste regole non sono state rispettate o se è necessario un lavoro a monte». Insomma, Bevacqua assolve i “fuoriusciti” in virtù di quella faraonica babele che ha contraddistinto il partito locale sin dalla sua costituzione in unico circolo di Corigliano-Rossano. Non è questo il tempo dei giudizi sommari, non è tempo nemmeno per i processi, non è tempo per far cadere teste; dal momento che i democrat, entrati per la prima volta e ufficialmente all’interno dell’Assise civica della terza città della Calabria, ora dovranno far leva proprio sulla loro autorevolezza per ritagliarsi un ruolo guida all’interno del nuovo governo cittadino. Stasi permettendo.

 

La partita a scacchi di Stasi e del Partito Democratico

Il sindaco, dicevamo, ieri è rimasto seduto in platea dall’inizio alla fine dell’evento. Sintomatico dell’amicizia che lega Stasi e Bevacqua e di quel particolare ascendente positivo che il primo cittadino ha su buona parte del partito della Schlein in città. Anche se in politica non si vive di sole idee. Prima delle idee, in politica contano i numeri e le strategie.

E Bevacqua, quanto Stasi, è innegabile come abbiano qualcosa in testa. Stasi non si sbilancia e – ribadiamo – non c’è motivo per non credere che lui voglia davvero fare il sindaco per i prossimi cinque anni. Atteso che, però, al termine di quest’altra consiliatura dovrebbe attendere almeno due anni prima di ri-connotarsi all’interno di un quadro politico-istituzionale. Troppo tempo. Allora ci sono due vie perseguibili. Quella delle Politiche, che sarebbero quasi a ridosso della scadenza naturale del mandato da sindaco, oppure le Regionali a fine 2026. E qui si apre un mondo. Anche perché, in questa circostanza – come scriveva bene ieri il giornalista Antonio Cantisani sul Corriere della Calabria – all’interno del Centro Sinistra ci sarebbe una congiunzione astrale perfetta che potrebbe avvicinare e fondere il Partito Democratico e Flavio Stasi per puntare diritti alla presidenza della Regione Calabria. Da un lato un partito che ha necessità in Calabria di – innanzitutto – mantenere un ruolo guida e per farlo, per acquisire credibilità, deve svecchiarsi, uscire fuori da una narrazione stereotipata e sganciarsi dalla cappa delle sue correnti interne; dall’altro, un sindaco giovane, che porta con sé la dote di essersi messo dietro alle ultime amministrative tutto il Centro Destra locale e calabrese ed il suo leader e possibile nuovo competitor alle regionali, di rappresentare un’anima riformista forte e di essere, tra l’altro, rappresentante di un territorio, la Calabria del nord-est, che vuole uscire nettamente fuori dagli schemi del “cosenzacentrismo”.

È possibile, allora, che domani il Partito Democratico decida di puntare su Flavio Stasi come nome da proporre alla coalizione di centro sinistra e da spendere nella competizione per la presidenza della Regione? A domanda chiara, Bevacqua ha risposto altrettanto chiaramente: «Stasi ha tutti i requisiti per stare in una rosa di possibili nomi». Una “rosa” che, tra l’altro, sembra non essere larghissima. «Chi vuole candidarsi alla guida della regione – ha detto Bevacqua - e ha l’ambizione di farlo, deve saper guardare avanti e creare quelle condizioni grazie alle quali mettere in campo le migliori energie a disposizione e tessere relazioni». E questo messaggio sembra essere indirizzato a Stasi quanto allo stesso PD e la chiusa del Capogruppo Dem è emblematica: «Starà al Pd capire chi potrà incarnare gli ideali di un campo largo vincente e credo che Stasi abbia tutte le caratteristiche per rientrarvi, soprattutto se saprà cogliere e sfruttare la grande occasione che gli è data dall’essere rappresentante di una grande città». 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.