Dal tracciato della Sibari-Co-Ro emerge ancora dualismo tra Corigliano e Rossano
Salimbeni (Azione) mette ancora sulla graticola il "campanilismo di Stasi": «Bene il tracciato su Rossano; su Corigliano, invece, una viadotto che taglia a metà la città»
CORIGLIANO-ROSSANO - Non si fermano le polemiche dopo il Consiglio comunale di lunedì scorso che ha dato via libera alla deroga al dibattitto pubblico sul nuovo tracciato della Statale 106 tra Sibari e Corigliano-Rossano. Una dialettica costante che sicuramente sarebbe stata molto più proficua se si fosse consumata negli ultimi due anni, da quando si è iniziato a parlare di una nuova strada. Invece, da quell'aprile 2021 si sono registrati solo silenzi e apatia trasversale da gran parte dei rappresentanti politici civici. Bene, però, la discussione che si è aperta negli ultimi giorni che senza dubbio servirà ad attivare quel monitoraggio civico, utile, affinché questa strada non resti solo un ologramma ma diventi realtà a servizio del territorio.
È statoi una atto di «responsabilità», come lo ha definito il consigliere comunale di Azione, Mattia Salimbeni, aver votato la deroga al dibattito pubblico, dovrà essere ancora più responsabile "rimanere sul pezzo". Certo, però, non possono mancare i momenti di giudizio. Ed è lo stesso Salimbeni che ne sferra uno a danno del sindaco Stasi, che «anche questa volta», avrebbe fatto prevalere il suo «narcisismo» e il suo «l'amore per i riflettori». Il perché è subito detto: «Il dibattito sulla nuova ss106 - dice Salimbeni - è stato declassato a elemento di scontro con tutti i livelli di rappresentanza da un Sindaco impermeabile al confronto e incapace di intrattenere sani rapporti istituzionali. Tutto questo la dice lunga - aggiunge - sul modo di stare all'interno delle istituzioni del nostro primo cittadino. Abbiamo perso due anni tra posizioni contraddittorie e litigi a cadenza giornaliera, con il risultato di aver compromesso la priorità del tracciato ed il percorso, lungo, che ci porterà alla progettazione definitiva».
«Il tratto che interseca la nostra Città, così come emendato dal Sindaco, mi soddisfa pienamente nella parte in cui attraversa l'area urbana di Rossano, con un tunnel sotterraneo di circa 2km. Non posso dire lo stesso per l'attraversamento di area Corigliano, dove è previsto un viadotto che taglia a metà la Città, tra scalo e Schiavonea, all'altezza dell'attuale Via Provinciale, così come proposto da Anas. Sarebbe bastato avere lo stesso approccio su entrambe le aree della Città ma così non è stato: ormai non fa più notizia il campanilismo patologico di Stasi e della sua maggioranza. Quest'ultima, completamente anestetizzata ed utilizzata solo come megafono».
Sul tavolo della questione, di fatto, c'è e rimane quel dualismo tra Rossano e Corigliano, che non si placa, e seppure Salimbeni lo addebita a Stasi in realtà emerge chiaramente anche nelle parole del consigliere di Azione. Anche in virtù dell'altra posizione, ancora più chiara, espressa appena ieri dal capogruppo dei calendiani in Consiglio comunale, Francesco Madeo, che aveva detto chiaramente che il «viadotto di Corigliano alimenta spinte scissioniste».
Insomma, un buon grimaldello per mettere benzina sul fuoco su una questione ancora apertissima.
«Non c'è nulla da celebrare» inacala ancora Salimbeini. «Siamo in una fase antecedente agli studi di prefattibilità tecnico-economica. Per le mani, praticamente, non abbiamo nulla: solo un disegno e una serie di annunci quasi perfettamente sovrapponibili a quelli che sentiamo da circa 20 anni. Proprio non capisco chi addirittura parla di "risultati", oltre alla stucchevole rincorsa ai meriti che a tutti i livelli stiamo leggendo. Prima di esprimere soddisfazione ed entusiasmo, bisogna incassare un progetto vero, definitivo, e la totale copertura economica dell'opera. Fino ad allora, piedi per terra». «È stato fatto un primo passo - conclude - ma ne mancano ancora altri mille. Che l'approccio, però, non sia quello del primo. Altrimenti dubito fortemente che riusciremo a vedere l'opera realizzata entro il 2030».