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Greco (IDM): «Con il React-EU il Meridione ha ritrovato centralità nelle politiche governative»

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COSENZA - «Come annunciato nelle scorse ore dalla Ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna, l’Italia ha inviato a Bruxelles la programmazione del React-Eu che assegna risorse supplementari alla politica di coesione per gli anni 2021 e 2022. Il nostro Paese è quello che ha ricevuto la più ampia quota di fondi (13,5 miliardi sui 47,5 disponibili), un’occasione straordinaria e irripetibile. Una programmazione che vedrà finalmente protagonista il sud dove saranno investiti circa due terzi dei finanziamenti per il superamento dei divari territoriali e sociali».

Comincia così Orlandino Greco, Segretario Federale Italia del Meridione, il suo commento per la programmazione del React-Eu.

«Era dai tempi della Cassa del Mezzogiorno che il Meridione non trovava centralità nelle politiche governative. Grazie al React-Eu al sud arriveranno nei prossimi mesi importanti risorse per l’assunzione di giovani (40 milioni); per l’assunzione di donne (126 milioni) e per il fondo nuove competenze (750 milioni). Finalmente si investe sul futuro prevedendo anche 700 milioni di euro per il Fondo Nazionale innovazione, per lo Smart grid e per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici».

«Decisamente una boccata di ossigeno – prosegue Greco - per il tessuto imprenditoriale e per i livelli occupazionali distrutti dagli effetti della crisi, ma tutto ciò non basterà se attraverso le risorse del Recovery Plan non verranno finanziati interventi immediatamente cantierabili in grado di generare un indotto importante nei diversi settori economici. La politica dei bonus e dei ristori, infatti, non può da sola garantire una crescita costante e stabile sul medio-lungo periodo».

«A questo proposito è indispensabile che ci sia una chiara indicazione su come saranno gestite le risorse del Recovery Plan, quale sarà il ruolo degli enti locali, dei Ministeri, delle Regioni e delle professionalità coinvolte nei processi di programmazione. Il rischio da evitare, già più volte perpetrato in passato, è quello di scegliere progetti difficilmente realizzabili o comunque lontani da livelli di progettazione tali da renderli immediatamente cantierabili».

«In questa cornice occorrerà una sinergia reale e concreta tra tutti i soggetti istituzionali e tecnici coinvolti, perché, altrimenti, si rischia di parcellizzare nuovamente gli interventi, dove soggetti prescelti prepareranno l’elenco della spesa senza una visione complessiva e globale. La Cassa del Mezzogiorno ha funzionato fino a quando c’era un organismo tecnico che ne gestiva le azioni, quando poi è passato in mano alla politica finalità e obiettivi ne hanno decretato il fallimento e interi territori ne pagano ancora le conseguenze».

«Indietro non si torna – afferma -, commettere di nuovo gli sbagli del passato, con l’aggravante di un impegno che se pur a fondo perduto inciderà sino al 2058 sul nostro Paese e che a pagarne debiti e conseguenze saranno le generazioni future, non deve essere neanche contemplato».

«L’auspicio è che soprattutto al sud – conclude infine -, laddove sono presenti enormi gap infrastrutturali, si lavori a progetti innovativi che guardino alla transizione energetica, ecologica e alle grandi opere legate alla mobilità infra e intraregionale. È un’opportunità epocale, forse l’ultima, per ridurre concretamente il gap che divide la Calabria, il sud, dalle altre regioni italiane ed europee e affinché questo si realizzi bisogna da subito capire bene che i fondi che arrivo al sud sono fondi d’investimento che devono rimettere in moto la macchina dello sviluppo e quindi anche della crescita».

«L’Italia del Meridione vigilerà sulla gestione del Recovery Plan con una particolare attenzione ad una ponderata distribuzione delle risorse che tenga conto delle reali esigenze dei territori senza ricalcare modelli già visti in altre aree del Paese e inattuabili alle nostre latitudini. Italia del Meridione non è un luogo geografico ma una prospettiva politica che intende costruire attraverso un nuovo intervento straordinario per il Mezzogiorno, attraverso la grande capacità della partecipazione e della militanza, attraverso le competenze che devono essere messe a servizio di un progetto che non è un progetto parziale o di parte ma unitario, quella grande pagina dell’Unità d’Italia sino ad oggi disattesa».

Antonio Giorgio Lepera
Autore: Antonio Giorgio Lepera

Classe '95, determinato, ambizioso e buona forchetta, è sin da giovane appassionato di videogiochi, sport , musica e del mondo orientale. Abbraccia la chitarra in giovane età, per poi provare la carriera da musicista trasferendosi a Londra. Dopo l'esperienza di due anni in terra inglese, decide di ritornare in Italia per abbandonare definitivamente il suo sogno più grande. Conclude gli studi universitari laureandosi in Interpretariato e Comunicazione a Milano, in lingue Cinese e Inglese. Studia al momento per diventare un giornalista professionista in ambito sportivo o radiofonico.