Sanità, Rapani: «Si imprima la definitiva accelerata alla riapertura dell'ospedale di Trebisacce»
Il dirigente nazionale di FdI ha scritto ai commissari dell'Asp e alla sanità calabrese per chiedere anche la riapertura dell'ospedale di Cariati
CORIGLIANO ROSSANO - Serve riaprire con urgenza l'ospedale di Trebisacce. «Serve un'accelerata». Ne è convinto Ernesto Rapani, componente dell'esecutivo nazionale di Fratelli d'Italia, che sulla questione del presidio "Chidichimo" ha scritto al commissario della sanità regionale, Guido Longo, e al commissario dell'Asp di Cosenza, Vincenzo La Regine.
«Sono sempre stato convinto - precisa Rapani - che con la chiusura degli ospedali di Trebisacce e Cariati la fascia Jonica sia stata penalizzata nel diritto alla salute. Dal primo giorno ci siamo battuti per la riapertura dei due nosocomi, consapevoli della necessità che la Sibaritide non potesse rimanere sguarnita di ulteriori posti letto, già sottodimensionati rispetto alle necessità».
«Ad oggi - aggiunge - il nord-est calabrese paga il maggiore dazio in Italia proprio in termini di posti letto con il suo 0,9 posti per mille abitanti; eppure la legge e i livelli essenziali di assistenza indicano quell'indice in tre posti letto ogni mille abitanti. Ho sempre condotto battaglie a difesa dei due presidi ospedalieri».
D qui l'idea di scrivere ai due "comandanti in capo" della sanità calabrese e cosentina «affinché imprimano la definiva accelerata per la riapertura dell'ospedale "Chidichimo" di Trebisacce dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato e la visita in loco del commissario straordinario per la riapertura nominato nella persona del capo di gabinetto del Ministero della Salute, Andrea Urbani che ha già stanziato circa tre milioni di euro».
«Non vorrei - scandisce e precisa - che non siano compiuti ulteriori sforzi e che ci si fermasse all'ultimo chilometro e per questo vigilerò attentamente. Non sono mai stati d'accordo con quelle soppressioni e l'ho manifestato a chiare note, in quegli anni, a tal punto da abbandonare per protesta l'allora partito di riferimento, il Pdl, nel quale rivestivo anche cariche importanti. Il territorio ed il bene comune prima di ogni cosa. Fratelli d'Italia, a difesa dei diritti dei cittadini, non mollerà mai la presa».