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Corigliano-Rossano, Stasi nomina il nuovo assessore e i malpancisti… muti

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CORIGLIANO-ROSSANO - Non c’è che dire, con questa Maggioranza il sindaco Stasi può fare quello che vuole. E a ragion veduta. Non solo perché è sindaco ed è lui che ha la responsabilità nella gestione amministrativa della città ma anche perché ha il peso di un voto bulgaro grazie alla quale ha vinto le elezioni.

Quindi, anche la nomina dei suoi collaboratori, a prescindere da quali siano le linee, le logiche e le correnti politiche – o forse sarebbe meglio dire “di campanile” - che sostengo la forza di governo, deve essere una scelta propria. A meno che da parte della maggioranza non ci siano obiezioni formali e forti a tal punto da indurlo, per forza di cose, ad una resa ideologica.  

Il primo cittadino, nei giorni scorsi, ha assegnato la settima ed ultima casellina di giunta (rimasta vacante per più di un anno e mezzo). E su quella seggiola, per volere di Stasi e con il dissenso di cinque consiglieri di maggioranza (Antonio Cassano, Piersalvino De Gaetano, Biagio Frasca, Rocco Leonardo Gammetta e Mattia Salimbeni), da due giorni siede Mauro Mitidieri, avvocato già dirigente fiduciario (per una breve parentesi) dell’estinto comune di Rossano (amministrazione Longo) e compagno di mille battaglie dello stesso sindaco.

Una prerogativa di legge, dicevamo, quella del numero uno del Palazzo di Città. Resa ancora più legittima per gli argomenti messi sul tavolo da quella parte dei malpancisti di maggioranza, durante le fatidiche consultazioni.

Per i cinque consiglieri che rappresentano la schiera riottosa all’interno della Maggioranza – a meno che non si siano già pentiti della loro fuga in avanti – Mitidieri non sarebbe dovuto diventare assessore per il solo motivo di avere sulla carta d’identità la dicitura “residente a Rossano” (o per meglio dire nella nuova area urbana di Rossano).

E questo lo confermerebbero non solo voci interne agli stasiani ma anche un comunicato stampa dei “fantastici cinque” scritto, a quanto pare, in più versioni proprio per evitare figuracce politiche postume. «La poca cura dell’ambiente, la scarsa manutenzione, l’abbandono dell’area di Corigliano…» queste le motivazioni del malessere, come se l’area rossanese vivesse miglior vita. Giustificazioni che in realtà celavano e sicuramente celano tutt’ora quella smania di vedere l’equa ripartizione dei posti in giunta suddivisa tra coriglianesi e rossanesi.

È evidente, allora, un problema di fondo e come sia palese una voragine politica e di contenuti, che creano un danno immane al delicato progetto di fusione. Il quale, al contrario di quanto possa pensarne qualcuno, è tutt’altro che finito.

Abbiamo avuto la conferma della presenza di rappresentanti delle istituzioni, seduti sugli scranni del Consiglio comunale e nelle alte sfere del governo della città, che ancora pensano ad inimmaginabili passi indietro. E il dramma vero del caso è che i cinque consiglieri malpancisti sono tutti giovani, tutte persone che dovrebbero saper guardare al futuro con fare progressista.

Insomma, il sentimento campanilista aleggia ancora in città e tra le istituzioni e non può che far male ad una comunità che così facendo non può avere alcuna prospettiva per il futuro.

 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.