di MATTEO LAURIA La riorganizzazione delle divisioni nell’
ospedale spoke Corigliano-Rossano si trasforma in uno scontro politico tra partiti e movimenti. Non solo i sindaci tentano di spodestare il commissario ad acta dai propri poteri ma anche i segretari di partito si cimentano su come un ospedale dovrebbe essere disegnato al fine di offrire una buona sanità. Le competenze si sovrappongono in un confusione che trova giustificazione nel diritto di critica politica. E c’è chi pure, introduce elementi di rischio tali da compromettere il processo di fusione tra i due comuni di Corigliano e di Rossano. Tra questi il Psi di
Franco De Luca (Corigliano) che in ordine al paventato trasferimento del Reparto di Chirurgia dall’Ospedale di Corigliano in quello di Rossano si dice preoccupato chiedendosi i criteri che spingono il commissario Scura a trasferire chirurgia in altra sede. «A noi tutto questo sembra un vero e proprio sopruso»- afferma il socialista- Bene ha fatto il
Sindaco Geraci a protestare vibratamente contro questa cervellotica decisione, minacciando anche le maniere forti. Meglio avrebbe fatto se fosse intervenuto per tempo, quando cioè venivano annunciati tali trasferimenti, lo scorso mese di giugno». Il Psi invita quindi alla mobilitazione, anche con maniere forti e clamorose, «a maggior ragione se oltre al reparto di chirurgia dovesse essere trasferito anche il punto nascita di ostetricia e ginecologia». Infine De Luca si rivolge al sindaco di Rossano e al comitato delle “100 Associazioni” per la
fusione Corigliano-Rossano, perché «prendano una posizione netta e forte su tale questione, e di schierarsi decisamente al fianco di Corigliano. Saremmo veramente molto perplessi verso la proposta di fusione, nei confronti della quale abbiamo già espresso la nostra convinta adesione. Ma alla luce di tali ultimi accadimenti parecchie posizioni andrebbero riviste. Al movimento “100 Associazioni”, in particolare, diciamo che è giusto partire dalla costruzione dell’
Ospedale unico della Sibaritide, ma è altrettanto giusto, nel frattempo, non modificare lo stato delle unità operative tra i presidi ospedalieri di Corigliano e Rossano». Immediata la replica del comitato delle 100 associazioni sempre più convinto della necessità di approdare al referendum senza più perdere tempo. «Se qualcuno si è messo in testa che l’attesa delibera di Corigliano sul tema Fusione - mancata nonostante il concordamento preventivo del testo e le rassicuranti dichiarazioni fatte dal Sindaco Geraci in ogni sede, a partire dal gennaio 2014 data del primo incontro con il Comitato - possa servire a contrattare qualcosa con qualcuno che, oltretutto, ha già in mano la valigia della scadenza istituzionale, sbaglia di grosso. Non c’è nulla da contrattare né in sanità, né in giustizia, né in trasporti, né in altro perché questi sono i temi del dopo delibera oppure che si voti il No alla Fusione e la si faccia finita andando a scegliersi il miglior cappio cui appendere le speranze residue dei giovani di entrambe le comunità». Toni duri quelli del coordinatore Amerigo Minnicelli legittimamente stanco di assistere a questa scia di incoerenza sul punto. Quasi fosse un progetto di Minnicelli o del comitato, o quasi i benefici della fusione ricadessero solo sui proponenti. Per il comitato l’aspetto importante è che si faccia il nuovo ospedale, nel frattempo la rivisitazione delle divisioni è fatto provvisorio e tecnico. Al cittadino interessa la qualità e l’efficienza della sanità, non le divisioni sotto casa, tra l’altro oggi non più possibili. A limite, fanno sapere dal comitato, sono problemi da sciogliere nei rapporti tra Oliverio e Scura, cosa c’entra la fusione in tutto questo? Quasi fosse un alibi per sospendere ulteriormente l’iter burocratico. Poi la stoccata a De Luca:«Ti sembra poco il procedimento di fusione già avviato, unico per dimensione di Comuni interessati; utile senza dubbio per un territorio che ha perso gli accessi alla sanità, alla giustizia, ai trasporti, all’economia e persino alla rappresentanza politica? Ti sembra poco che sebbene sospinto da 100 Associazioni, da una Delibera unanime del Comune consorte, dal favore del Ministero della Funzione pubblica, ebbene, sia immotivatamente fermo, da mesi? Ti sembra poco che, così agendo da irresponsabili si impedisca il Referendum popolare per contare se a favore del progetto di terza Città di Calabria da lanciare alla direzione del proprio futuro, ci sia o meno il consenso popolare ?». Il clima di tensione si eleva. Il comitato sembra essere stanco di mendicare quasi col cappello in mano, l’atto deliberativo d’impulso che aprirebbe la strada al referendum. Da qui l’appello ai due sindaci, alle istituzioni, ai partiti, alle organizzazioni sindaci, all’associazionismo: «Volete capire che se non mandate avanti il progetto di fusione non c’è più speranza per nessuno perché saremo travolti dai peggiori eventi? Così la pensano da tempo i Vescovi Eccellenze don Giuseppe Satriano, don Luigi Renzo, don Franco Milito, don Santo Marcianò e l’Emerito Metropolita di Catanzaro don Antonio Ciliberti. Così hanno detto le 100 associazioni pro fusione, l’unanime Consiglio Comunale di Rossano, il Ministero della Funzione Pubblica, Sindaci Emeriti delle due Città, i Maestri Narratori Giovanni Sapia e Pinuccio De Rosis, illustri Docenti Universitari, politici, artigiani, imprenditori, professionisti, commercianti, casalinghe, pensionati, giovani e tanto popolo. Ma cosa si aspetta ancora a deliberare?».