Quell'istante in cui Schiavonea mi ha rubato il cuore
Un omaggio al centro storico marinaro, in un racconto che cerca di spiegare cosa significhi vivere in questo splendido angolo della Città. Un luogo che soffre a causa di alcune criticità, ma permette anche molteplici occasioni di "pura bellezza"
CORIGLIANO-ROSSANO - Se vivi a Schiavonea lo sai quando c'è l'allerta meteo; e non lo scopri leggendo il bollettino diramato dalla protezione civile, né sfogliando i giornali, ma lo capisci dal comportamento delle persone. Improvvisamente vedi tutte le auto del vicinato spostarsi e cercare parcheggio nell'unica strada che solitamente resta all'asciutto durante le normali piogge, o che comunque non si allaghi all'inverosimile. I più fortunati lasciano l'auto nel garage, opportunamente rialzato rispetto al livello della strada tramite una salita interna. In questi casi sai già quali zone evitare, per non restare impantanato. Si prediligono le strade interne e solo se necessario si passa dal lungomare. È la prassi... ci si abitua, ma non dovrebbe essere così. Si dovrebbero cercare soluzioni, che non siano le semplici montagnette di sabbia poste lungo l'accesso alla spiaggia o le pompe idrovore.
Ma Schiavonea è molto più delle sue strade costruite sotto il livello del mare, con dubbie pendenze, e dei suoi tombini che di tanto in tanto riversano sull'asfalto liquami maleodoranti. Schiavonea è un mondo a parte.
Quando mi sono trasferita qui, qualche anno fa, portavo con me una valigia stracolma di pregiudizi su quella che pensavo (erroneamente) essere la periferia della mia Città. Ma non è una periferia, è un centro storico marinaro, pulsante e vivo più che mai, fatto di gente tanto laboriosa quanto schietta, sincera quasi fino a far male. Gente di mare, come i Curatolo (leggi qui la loro storia), che non ha paura di rimboccarsi le maniche e che fa della fatica il suo pane quotidiano. Persone per le quali esiste solo il bianco o il nero... «Le sfumature le lasciamo ai filosofi».
Qui sanno essere Comunità e se hai la fortuna di avere qualche amico nel Borgo, sai che su di lui o lei puoi davvero contare. Quando ho avuto un piccolo problema ho conosciuto per puro caso una signora, alla quale ho spiegato che, essendo "nuova" del posto, non sapevo a chi rivolgermi per risolverlo. Lei mi ha detto: «Ora conosci me, non ti devi preoccupare» e così è stato. Si è mobilitata, ha sparso la voce, ha risolto il problema senza nessun tornaconto personale. E poi c'è chi ti porge il barattolo di tonno sott'olio, perchè «assaggialo, che così non lo hai mangiato mai», oppure «prendi la zucca, l'ho raccolta dal mio orto» o ancora «venite a cena da noi, che passiamo del tempo insieme».
E la sera ti puoi imbattere in un gruppo di persone che chiacchiera comodamente seduta sull'uscio di casa. Una riunione di vicinato che, in chi come me ha vissuto l'infanzia in un paesino di montagna, porta alla mente ricordi lontani, fatti di piccole sedie di vimini poste in cerchio davanti casa e mani laboriose che ricamano o sgranano legumi e rosari.
Schiavonea è la magia di uno spettacolo teatrale al Quadrato Compagna al chiaro di luna; è la chiassosa serenata alla futura sposa nelle notti di agosto; è il muratore che impasta il cemento cantando Celentano alternandosi ai discorsi delle comari che stendono i panni al sole; è il pescatore che lascia la riva al tramonto increspando un mare immobile e silenzioso; è il mercatino dell'usato; è la carriola stracolma di pesce che sbuca da una traversa di Viale Salerno; è il profumo di fritto nostrano che si mescola a quello del piatto etnico.
Non saprei dire il momento esatto in cui Schiavonea mi ha rubato il cuore, ma so per certo che è già accaduto. Ed è proprio perché la amo che non riesco ad accettare il fatto che esista gente che, vivendo a Schiavonea, continui a mortificarla con la propria inciviltà. Persone che abbandonano sacchetti di rifiuti per strada o vandali che si divertono a distruggere quanto c'è di bello. Mi è capitato più volte, assieme ad altre mamme, di dover rimettere a posto i mattoncini morbidi attorno agli scivoli o alle altalene, perché qualcuno li aveva divelti, mettendo a rischio l'incolumità dei più piccoli. Ho assistito a scene di puro vandalismo, con ragazzi che si divertivano a lanciare in aria pezzi di coccio trovati in strada. Tutti episodi che fanno male.
Per fortuna, sull'altro piatto della bilancia, ci sono le associazioni del territorio, come Schiavonea e Sant'Angelo Puliti, che con impegno e costanza si mobilitano per far sì che il borgo marinaro non sia più considerato periferia di una grande Città, ma cuore pulsante di un rinnovamento culturale, civile ed ecologico. Ma aldilà delle lodevoli iniziative delle associazioni, dovremmo essere noi, singoli cittadini, ad amare di più la nostra Città, tutta la nostra Città di Corigliano-Rossano, sapendo anche valorizzare quanto di splendido essa offre.