Di seguito la nota stampa del
GAV ( Gruppo di azione per la verità sulla chiusura dell’ex tribunale di Rossano): "Sono da ritenersi gravi e preoccupanti le affermazioni rilasciate dal
senatore Morra, presidente della commissione parlamentare antimafia,rilasciate a margine dell’incontro per il patto per la legalità tenutosi nei giorni scorsi a Sibari. Aver dichiarato che la mafia “non si combatte con i tribunali”, ritenendo superflua la presenza di un palazzo di giustizia in quella che è ormai la terza città della Calabria, per altro interessata negli ultimi mesi da una recrudescenza criminale preoccupante, è per il
GAV (Gruppo di azione per la verità sulla chiusura dell’ex tribunale di Rossano), un atteggiamento che, in prima battuta, non può che animare sentimenti di profonda indignazione, ma che inesorabilmente portano ad una serie di considerazioni. Farebbe bene il senatore Nicola Morra a riflettere sulle sue parole. E anche su alcuni passaggi fondamentali della storia di questo paese. La genesi di uno dei più difficili percorsi per giungere a estirpare il cancro della mafia dalla cultura comune ed anche dalle stanze del potere ha mosso i suoi rimi passi…. in un tribunale. È da lì, da un luogo che il senatore pentastellato ritiene inutile, che due figure come i giudici Falcone e Borsellino hanno iniziato la loro battaglia! É dalle aule dei palazzi di giustizia che hanno tentato di instillare una nuova cultura della legalità, la stessa che invoca Morra. E nei corridoi di un palazzo di giustizia che si è lanciato un messaggio pesante allo Stato e al Paese. E’ in un aula di tribunale che ha avuto luogo il “maxiprocesso” e si è tentato di dare “giustizia” a vittime innocenti e alle loro famiglie! Semmai questo processo di rivoluzione culturale che tutti auspicano avrebbe bisogno di una maggiore presenza dello Stato , concreta e tangibile, fatta di tribunali, di un incremento di uomini e mezzi per le forze dell’ordine, di politici che diano corso alle promesse fatte in campagna elettorale. É tanta la delusione. Anche perchè le parole giungono da un esponente di quello che doveva essere il “governo del cambiamento” e di un movimento che ha fatto del grido “onestà” il suo vessillo. Purtroppo dopo anni di battaglia e bandendo ogni tipi di strumentalizzazione politica, elemento questo da sempre lontano dai principi ispiratori del Gav, dobbiamo scrivere anche il nome del Movimento Cinque Stelle alla lunga lista di partiti e movimenti che hanno sfilato in questo territorio brandendo la vicenda della chiusura dell’ex tribunale di Rossano come promessa elettorale per poi disattendere ogni impegno. Il contratto di Governo prevedeva la riapertura dei tribunali o quanto meno la revisione della riforma della geografia giudiziaria. In pochi mesi è stato subito attuato un repentino dietrofront, in piena conformità e continuità con i governi precedenti. Nessun ascolto delle istanze del territorio. Soprattutto da parte di chi oggi questo territorio lo rappresenta in Parlamento. Se ieri l’on Scutellà si è rallegrata per la mozione passata per quanto riguarda il processo telematico, ci spieghi oggi il suo assordante silenzio circa le dichiarazione del sottosegretario agli interni Sibilia prima e quelle di Morra poi. La stessa cosa facciano gli onorevoli Forciniti, Sapia e Abate. Sono ancora impresse con chiarezza in ognuno di noi le parole pronunciate lo scorso mese di ottobre nella Sala Rossa di palazzo San Bernardino nel centro storico di Rossano. Si erano assunti l’impegno di fare proprie le istanze del Gav: impegnarsi per scoprire la verità sulla chiusura del tribunale di Rossano che ad oggi rimane sconosciuta e avvolta da un velo indistruttibile di silenzi e reticenze. Ebbene non possiamo fare altro che prendere atto del loro silenzio che tradisce prima di tutto il territorio che rappresentano. Un territorio sempre più abbandonato, non considerato, per il quale qualcuno ritiene addirittura inutile la presenza di un tribunale".