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Inaugurata a Saracena una delle Pinacoteche più importanti del Sud

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SARACENA – Saracena è una porta d’ingresso dal Pollino sullo Jonio; è l’orchidea selvatica che cresce spontanea nella Valle del Garga; lungo i sentieri che portano alle Grotte di San Michele Arcangelo e Campanella, cavità carsiche abitate già 5000 anni fa dagli Achei di Sibari. È l’acqua delle sorgenti che come i panni stesi ai balconi testimoniano presenza e vita. È il Moscato al Governo di Saracena, uno dei MID della Calabria Straordinaria, vino da meditazione prodotto secondo un metodo unico, nei secoli scorsi preferito dai Papi; è la Festa di San Leone, altra porta di ingresso nel patrimonio distintivo di questo territorio il cui tessuto urbanistico risulta intrecciato a doppio filo con il sacro e la spiritualità. È lo sguardo severo dell’Apostolo che nell’Ultima Cena che impreziosisce le pareti del Convento dei Cappuccini, sembra quasi rivolgere un rimprovero a quanti non si spingono all’azione. Saracena è la dimostrazione che la storia, quella locale, regionale e di tutto il Sud, va recuperata e riscritta con un approccio analitico e con visione, per trasformare il patrimonio in sorriso e in reddito e offrire opportunità per restare e non necessariamente partire.

È, questo, uno dei messaggi più forti, emersi, rilanciati e condivisi dalla presentazione del documentario "Saracena: luoghi, storie, prospettive", realizzato da Antonio Aleo e Beatrice Canino, con la supervisione di Francesco Cuteri ed Elena di Fede dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, presentato nei giorni scorsi nell’Auditorium Mastromarchi, prima dell’inaugurazione del nuovo allestimento della Pinacoteca intitolata al pittore castrovillarese Andrea Alfano, curato da Marilena Morabito, alla presenza, tra gli altri, del vicesindaco Biagio Diana, dei Carabinieri e Carabinieri Forestali di Saracena, delle associazioni locali, di Mimmo Sancineto, artista, giornalista, editore e direttore della Galleria d’arte Il Coscile e di Claudio Zicari del Gruppo Archeologico del Pollino di Castrovillari e Direttore del Sistema Museale Città di Castrovillari.

Negli indirizzi di saluto, il Sindaco Renzo Russo ha sottolineato il fatto che i 31 minuti di documentario fotografano solo una parte del più ampio patrimonio di Saracena. Il Primo Cittadino, in particolare, ha ringraziato i partner del progetto, dall’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro alla Pro Loco Sarucha per l’importante lavoro di valorizzazione, narrazione e visione messo in campo che passa dalla Valle del Garga, alle tracce risalenti agli Achei, dalle sorgenti al Convento dei Cappuccini, nei giorni scorsi acquisito ufficialmente dal Comune facendo conseguire all’Amministrazione Comunale Russo un altro traguardo storico, ricercato ed ambito nei decenni passati.

Gli interventi sono stati coordinati dal comunicatore strategico Lenin Montesanto, ideatore del progetto Mid Calabria Straordinaria, che, rilanciando la proposta di Cuteri di trasmettere il documentario, dallo stesso definito un autentico elogio alla bellezza, in occasione della Festa di San Leone, ha suggerito di sottotitolare i dialoghi e la voce fuoricampo in inglese per arrivare meglio i tanti attori del nuovo Grand Tour, oggi come ieri direzionato su terre ed esperienze inedite. «È ormai inarrestabile – ha continuato Montesanto - il percorso di contrasto sorridente alla oicofobia. E sono particolarmente contento che questo processo veda sempre più protagonista piccole comunità dell’entroterra come Saracena che oggi ha deciso attraverso la visione illuminata dell’istituzione locale, in sinergia con tante altre esperienze, su tutte l’Accademia delle Belle arti di Catanzaro, di far partire in maniera distintiva, in modo del tutto inaspettato, dall’arte e da una Pinacoteca, il progetto di costruzione di Saracena come destinazione turistico-esperienziale. Dobbiamo ricercare i target di viaggiatori corrispondenti alla qualità dell’esatta proposta messa in campo senza generalizzare, senza farsi ipnotizzare invano dalla bulimia dei grandi numeri e delle piazze piene, investendo sulla originalità e nella consapevolezza che l’intelligenza artificiale, senza Intelligenza Identitaria e Distintiva (IBI – Identity-Based Intelligence, acronimo proposto e formulato dallo stesso Montesanto) non può funzionare; anzi è destinata a fallire».

Il talk dal titolo Saracena Destinazione di esperienze, arte e culture, ha fatto registrare anche l’intervento del Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro Virgilio Piccari che complimentandosi con l’Amministrazione Comunale per il progetto che traduce la bellezza come bene comune ed incoraggiando il Sindaco ad andare avanti su questa strada, rifacendosi ad alcune delle suggestioni emerse dal racconto per immagini, ha auspicato che i segni del tempo che passa, come le muffe, diventino effervescenze e vengano sottratte all’abbandono e all’appassimento. «Dal video – ha continuato – emergono bisbigli e narrazioni, tutti appetiti che vanno accompagnati con morbidezza. Concentrandosi sulla centralità della cultura e dell’arte, Piccari ha elogiato l’Amministrazione per l’orientamento e la visione e sottolineato come l’obiettivo non sia quello di ripopolare i luoghi, ma ricollocare al centro il valore dell’ascolto; sviluppare linguaggio artistico e parlare di economie vincenti».

«I panni stesi al balcone - ha detto Francesco Cuteri spiegando che il video presentato è l’estrema sintesi del repertorio di immagini girate intorno al patrimonio di Saracena, tra suoni e silenzi, pieni e vuoti - rappresentano la più alta forma artistica per un centro storico. Bisogna invitare gli stessi abitanti del luogo a guardare meglio quello che hanno intorno. Da questo sguardo che diventa più attento e più consapevole, si può trarre uno stimolo per andare avanti. I luoghi non si possono ripopolare: siamo distanti ormai decenni dalla fotografia di centri vitali con bambini che correvano e giocavano e di gente che popolava le piazze. Questo non significa rassegnarsi ma riflettere su quello che si ha e trovare soluzioni per andare avanti nel tempo». Cuteri ha espresso l’auspicio che i vari cartelli Vendesi attaccati un po’ ovunque sulle porte e le finestre del centro storico possano presto essere sostituite con i nomi di chi li abiterà.

A spiegare quale è stato il filo seguito per il nuovo allestimento è stata Marilena Morabito che ne è stata curatrice, in un percorso corale, aiutata dal professore De Marco. Il primo passo è stato quello della faticosa opera di ricognizione sulle 247 opere presenti nella pinacoteca e poi la scelta del percorso espositivo concentrato sulla prima acquisizione delle opere risalente al 1985 che conta tra le altre quelle di Renato Guttuso, Emilio Greco e Cesare Berlingieri e reso disponibile anche per le persone ipovedenti attraverso una presentazione in braille.  

Educare a prendersi cura dei luoghi è stato il percorso che ha coinvolto gli studenti dell’Accademia di Belle arti di Catanzaro che per due settimane hanno soggiornato e fatto ricerca tra le emergenze di Saracena.

«L’obiettivo – hanno spiegato il regista Antonio Aleo e Beatrice Canino che ha curato le riprese aeree - era quello di realizzare un lavoro che si distaccasse dalle solite immagini patinate, dalla bellezza estetica smisurata; ma tirare fuori altro; far parlare il luogo, le persone. Ed il patrimonio distintivo di Saracena parla da solo».

La presidente della storica Pro Loco Sarucha, Elisa Montisarchio, destinataria di diversi messaggi di apprezzamento e stima per il lavoro portato avanti in questi anni alla guida del sodalizio che quest’anno celebra i suoi primi 30 anni, ha ripercorso le fasi che hanno portato alla nascita della Pinacoteca: partita nel 1985 con la donazione delle opere da parte dell’estinta associazione Sestium, dal cui impegno e dalla missione artistica e civica dei cui soci, partiva nel lontano 1950 la scintilla dell’attuale Pinacoteca.  

Perché la pinacoteca è così importante? «Perché – ha spiegato il professore di Storia dell’Arte, Vincenzo De Marco tenendo una vera e propria Lectio Magistralis sulla visione di Guttuso - è il grimaldello che scardinerà il modo di vedere l’arte, portatrice di libertà. L’arte e i dipinti – ha continuato sottolineando la particolarità della Pinacoteca Alfano, tra le più importanti del Mezzogiorno e del ‘900 e per questo possibile laboratorio di dibattito e confronto – sono persone, qualcosa di vivo che bisogna fare uscire dal confine comunale».

Dalla Casa del Moscato nel vecchio Municipio di piazza Senatore all’Orto Botanico in memoria di Don Vincenzo Fioravanti, dalla Discoteca, il progetto di valorizzazione del patrimonio di dischi, circa 4 mila ereditati da Radio City da realizzarsi nei bassi di Palazzo Mastromarchi, fino al recupero del Convento dei Cappuccini. È stato il consigliere comunale Donato Sabatella a ricollocare l’iniziativa della Pinacoteca, nata nell’ambito del Bando Borghi, nel più ampio ventaglio di progetti che vedono impegnata l’Amministrazione Comunale. «Viviamo in un’epoca complessa – ha detto - non per il fenomeno dello spopolamento, ma perché crediamo nelle bacchette magiche. Dobbiamo fare pace con noi stessi Non possiamo rimanere immobili e pensare che qualcun altro ci venga a salvare.  Dobbiamo ingegnarci, attrarre, far arrivare per esempio, nella Casa del Moscato, i cosiddetti Nomadi digitali». 
 

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.