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«Enorme quantità di veleni disseminati tra Cerchiara e Cassano»

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CASSANO JONIO - Il mancato avvio delle attività di bonifica nell’area industriale di Crotone potrebbe anche avere una componente riconducibile ad interessi illeciti. Di sicuro ci sono questioni che non possono essere rese di pubblico dominio. Questo è emerso nel corso dall’intervento del commissario per la bonifica di Crotone, Emilio Errigo, chiamato in audizione dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari.

L’audizione si è tenuta alle ore 18 di ieri presso l’Aula del II piano di Palazzo San Macuto a Roma. Errigo ha relazionato a 360 gradi sulle ragioni che, sino ad oggi, hanno impedito di procedere con celerità alla realizzazione dell’intervento di bonifica. Ha anche effettuato una ricostruzione sintetica dell’industrializzazione di Crotone e della crisi che ha portato, a partire dal 1993, allo smantellamento dell’apparato industriale della città pitagorica. Il riferimento agli interessi illeciti non si è compreso appieno, perché la questione è stata inserita nel contesto delle situazioni di difficoltà che hanno caratterizzato il rapporto tra l’Eni, gli enti locali e il ministero dell’Ambiente.

Errigo questo aspetto lo ha toccato di striscio, ma il riferimento non è sfuggito ai membri della Commissione di inchiesta. Gran parte della sua relazione il commissario lo ha dedicato a mettere in evidenza l’enorme quantità di veleni disseminati negli anni sia sulla terra ferma che a mare: 830 ettari di terreni, 1480 ettari di mare, 132 ettari dell’area portuale e alcuni terreni nei comini di Cerchiara e Cassano. Ha criticato l’autorizzazione data dalla Regione Calabria a costruire “una discarica a cinque metri dal mare”, dove sono stipati oltre un milione di tonnellate di scorie. Ha anche rappresentato le difficoltà che Eni Rewind avrebbe per trasportare i veleni di Crotone fuori dal territorio calabrese, così come prevede il Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale). Il riferimento agli interessi illeciti, quindi, non è sfuggito al presidente della Commissione, Jacopo Morrone, che ha interrotto la relazione di Errigo per chiedere ulteriori chiarimenti. Nel suo ragionamento ha detto che la commissione da lui presieduta non era interessata alle diatribe che riguardano la normativa e alle difficoltà degli enti di trovare una soluzione legale percorribile.

La soluzione a queste questioni, a suo avviso, deve essere individuata dal ministero dell’Ambiente, mentre la Commissione parlamentare di inchiesta sugli illeciti preferiva chiarimenti più stringenti su eventuali situazioni riconducibili alla criminalità organizzata. In sostanza la Commissione di inchiesta non poteva occupare spazi di gestione che spettano ad altri (ministero dell’Ambiente). Morrone ha, quindi, proposto ad Errigo di valutare se le cose da riferire dovevano essere secretate. In questo caso sarebbe stato opportuno interrompere l’audizione in forma libera per passare alla forma secretata. La commissione in forma libera è stata, quindi, interrotta. Che cosa aveva da riferire in maniera riservata Errigo? Si può solo ipotizzare che la bonifica attira tantissimi interessi e bramosie considerato che sul tavolo della spesa ci sono “montagne” di euro. 

(corrieredellacalabria.it - Gaetano Megna)

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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