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Per riscaldarsi accende un fuoco nel cassone di un camion e si addormenta

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CORIGLIANO-ROSSANO – C’è mancato davvero poco perché la storia di un giovane 33enne di nazionalità rumena non impattasse fatalmente con il suo destino. Un dramma della povertà spezzato, per fortuna, dalla provvidenza e da una serie circostanza fortuite.

Nella serata di ieri, infatti, una persona, di passaggio su viale Sant’Angelo, nell’area urbana di Rossano, si accorge della colonna di fumo nero che fuoriusciva dal cassone telonato di un camion parcheggiato nell’area di sosta adiacente al supermercato Lidl. Parte subito la chiamata ai numeri di soccorso. La centrale operativa del 115 mette subito in allerta i vigili del fuoco del distaccamento di viale dei Normanni, a poche centinaia di metri dall’accaduto, che arrivano immediatamente sul posto.

Insieme agli agenti del Vvf, sul luogo dell’accaduto arriva anche una volante della Polizia di Stato del locale commissariato. Si pensa ad un atto doloso, come tanti ne abbiamo imparato a conoscere negli ultimi due anni. Iniziano, così, le operazioni di spegnimento del veicolo.

Uno dei soccorritori per accedere meglio all’interno del veicolo squarcia lateralmente il telaio del cassone, dentro c’è una catasta di pneumatici ma gli occhi puntano un altro angolo del mezzo. E qui l’immagine che non ti aspetti e la paura: nella coltre di fumo acre, intenso e nero un corpo minuto e piccolo, accovacciato e immobile.

I vigili del fuoco, i primi ad essere entrati all’interno del camion, pensano subito al peggio: trovare un corpo carbonizzato. Invece il ragazzo, quel giovane rumeno di 33 anni, era ancora vivo, con addosso tante escoriazioni e in preda ai fumi dell’alcol, assunto in solitudine, in una serata di aprile inaspettatamente fredda e a migliaia di kilometri da casa.

Era stato lui, senza tetto, trovando riparo fortuito in quel camion per trascorrere una notte tranquilla, riparato dalle intemperie, ad accendere un piccolo fuoco all’interno del cassone del camion. Lo aveva fatto per riscaldarsi per poi addormentarsi, probabilmente inconsapevole delle irrimediabili conseguenze che quel gesto avrebbe potuto sortire.

È stata la mano di Dio e la provvidenza a far sì che una persona in un sabato sera piovoso di primavera passasse di lì; che le squadre dei vigili del fuoco fossero presenti nella loro caserma, vicinissima al luogo dell’accaduto e che anche l’ambulanza del 118, pur dovendo venire nientemeno che da Cariati, fosse sul posto in poco tempo. A quel giovane rumeno è stata salvata la vita nel momento esatto in cui il suo destino sembrava segnato.

Un dramma della povertà con un lieto fine ma che lascia aperta la voragine del disagio sociale dilagante che si continua a vivere anche nel territorio di Corigliano-Rossano. Dove le sole forze messe in campo dalla Caritas diocesana e da poche organizzazioni di solidarietà possono ben poco contro un fenomeno così grande e ogni giorno crescente.  

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.