di SERAFINO CARUSO Il derby di ieri tra Olympic Rossanese e Corigliano ha sancito alcune verità oggettive. Innanzitutto la supremazia della squadra biancazzurra, sia ieri in campo che in campionato: una corazzata costruita per il salto in Serie D e che finora ha vinto tutte e sette le partite disputate. Venti gol fatti e soltanto quattro subiti, +8 di media inglese, +4 sulla seconda in classifica. Numeri da promozione. Davvero complimenti. Siamo appena a ottobre e il campionato è ancora lungo, è vero. Ma ieri la squadra allenata da De Feo ha dimostrato di essere più compatta, più concreta, con uomini molto forti in ogni reparto. Foderaro, De Simone, Biondo, Cosenza, Catalano, Piemontese, tanto per citarne solo alcuni: con questi giocatori puoi ambire a qualsiasi traguardo. Per arrivare ad allestire una squadra così competitiva sta di fatto che dietro ci debba essere una società molto forte economicamente ed anche all'altezza della situazione sotto il profilo della competenza dirigenziale. Il Corigliano ieri ha vinto, e anche abbastanza meritatamente, ma è anche vero, però, che ha giocato contro una Rossanese a "metà". Non perché all'Olympic le mancasse mezza squadra, no. All'Olympic Rossanese mancava, e manca... la Rossanese! L'altra squadra, tanto per essere abbastanza chiari (e forse banali), che sta disputando il campionato di Promozione. Il fatto di avere due squadre nella stessa città sta dimostrando tutte le sue criticità, peraltro ampiamente previste. Invece di unire i potenziali, si è pensato di andare ognuno per la propria strada. L'Olympic Rossanese, alla cui dirigenza vanno fatti i complimenti perché se oggi Rossano ha l'Eccellenza (nemmeno il minimo di quanto meriterebbe una piazza così), e se ieri si è assistito a uno spettacolo stupendo sia in campo che sugli spalti (complimenti alle due tifoserie!), il merito è tutto di questi dirigenti, e la Rossanese hanno cercato di incontrarsi, ma non ci sono riusciti. Non sta a noi dire chi ha voluto o non ha voluto. Non vogliamo entrare in polemiche non nostre. Ognuno conosce il proprio lavoro, il proprio impegno. La dirigenza dell'Olympic resta comunque aperta a qualsiasi discorso. Purché, ci è stato detto, si rispetti il lavoro fatto dalla società negli ultimi anni e nessuno voglia fare il padre-padrone. Infatti, tutto questo non servirebbe a nessuno. La Rossanese, ci è stato detto, è pure aperta a un discorso costruttivo. Ormai i campionati sono in corso e non resta da fare altro che portarli a termine nel migliore dei modi. L'Olympic in Eccellenza e la Rossanese in Promozione. Nel frattempo, però, si inizi a incontrarsi, a discutere, in pace e senza personalismi. A carte scoperte. Si coinvolgano gli imprenditori più forti del territorio: unire le forze economiche significa alzare l'asticella delle ambizioni e degli obiettivi. Non mancano le competenze, non manca lo stadio (davvero bello vedere giocare calcio su un prato sintetico come quello che ha oggi lo "Stefano Rizzo"), non manca la tifoseria. Manca solo il potenziale economico. Quello che, invece, c'è oggi nel Corigliano. Un discorso di fusione tra le squadre della città unica sembra prematuro, ma non quello tra le due Rossanese. Quello sarebbe il primo passo per cercare di arrivare al tanto agognato professionismo. E sarebbe bello vederci arrivare sia il Corigliano che la Rossanese (unita). I sogni sono belli, ma senza società forti e solide economicamente non si cantano messe... Intanto godiamoci questo bello spettacolo andato in scena ieri allo stadio. Rivedervi tanti tifosi, bambini con le famiglie, cori, sani sfottò, applausi, sportività è stato il più bel segnale di ripresa di un calcio che, a queste latitudini, ha sempre lasciato un segno forte in tutto il panorama calcistico meridionale, ma che da tanto, troppo tempo latita in un purgatorio che non gli appartiene.