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Corigliano, al camposanto si va per... la tangente

3 minuti di lettura
di FABIO BUONOFIGLIO «Il cimitero non funziona, non funziona così… dovremmo cacciare tutti quelli che ci sono… intanto sono dei lestofanti perché prendono venti euro per qualsiasi cosa fanno là… e che bella figura che ci facciamo… m’hanno detto che ad Amica gli hanno chiesto venti euro e Amica, il fesso, glieli ha dati… Amica, il geometra…» «E per fargli il piacere o il servizio?» «Per fare il servizio! Cioè, ti muore un familiare tuo domani? Se tu non gli dai 20 euro a quello che lavora là, quello non ti fa niente…» «Non ho i mattoni, non ho la calce…» «Hai capito… se gli dai venti euro, hai sbrigato il problema». «Escono i mattoni, esce la calce, esce tutto…». Il segretario generale del Comune di Corigliano Calabro, Salvatore Bellucci, spiega ai suoi due interlocutori l’andazzo del cimitero cittadino. Già. Al camposanto si va per la tangente. Tangenti di piccolo taglio, corruzione “a buon mercato” proporzionata a chi la intascherebbe, vale a dire gli addetti comunali che prestano servizio proprio presso il cimitero. E se per tumulare un coriglianese passato a miglior vita i suoi congiunti devono versare il piccolo obolo teoricamente non previsto dal Comune, è facile soltanto immaginare cosa potrebbe succedere praticamente e quotidianamente in altre e ben più importanti postazioni del Municipio. Il segretario generale Bellucci lo sa. Deve saperlo per forza. È lui, infatti, il responsabile comunale dell’organismo anticorruzione. Purtuttavia, di corruzione comunale parla solo in confidenza coi suoi interlocutori, ma non denuncia nulla alle autorità di polizia giudiziaria e alla magistratura inquirente. E il sindaco, Giuseppe Geraci, sa nulla della presunta corruzione che dilagherebbe a Palazzo Garopoli? Una risposta a questa amletica domanda ce la fornisce l’ex consigliere comunale Cataldo Russo, in una propria pubblica dichiarazione resa alla stampa lo scorso 7 febbraio: «Geraci sa che in Comune regna la corruzione, ma fa finta di non sapere perché non è in grado di prendere provvedimenti. È incapace, poiché vuole finire il mandato vivacchiando, vale la regola: “Meno so ufficialmente, meglio è”». Una dichiarazione, quella di Russo, mai smentita da parte del primo cittadino coriglianese. Tornando all’argomento cimitero, lo scorso primo dicembre s’era registrato un episodio che aveva provocato una reazione da parte del sindaco Geraci. Quattro famiglie in attesa di far tumulare i loro congiunti defunti avevano riscontrato la completa assenza del personale addetto sul loro posto di lavoro. E Geraci, verificato personalmente l’accaduto, aveva presentato un esposto-denuncia alla Procura di Castrovillari, annunciando pubblicamente di volere intraprendere «azioni disciplinari nei confronti di chi non rispetta le regole». Il sindaco era stato allertato da un cittadino impossibilitato a procedere con le operazioni di tumulazione d’un congiunto defunto, perché presso l’ufficio cimiteriale non risultava presente nessun dipendente o responsabile comunale. «Mi sono recato personalmente presso il cimitero – aveva riferito il primo cittadino – e ho constatato la presenza di familiari di ben quattro defunti da tumulare e l’assenza sia del responsabile del servizio cimiteriale che dei dipendenti; naturalmente ho esternato rabbia e risentimento perché ritengo che ciò che s’è verificato è inconcepibile e ingiustificato: non essendo la prima volta che ciò si verifica e non essendo più tollerabile il comportamento di chi, investito di responsabilità, è tenuto a garantire oltre che la presenza fisica anche e soprattutto il regolare svolgimento delle attività connesse, a tutela dell’immagine della città e del decoro del sacro luogo e del rispetto dovuto ai defunti, si rende necessario intraprendere ogni opportuna iniziativa finalizzata a mettere fine agli incresciosi inconvenienti perché non abbiano più a ripetersi». Essendo palese la violazione delle norme che disciplinano il rapporto di lavoro con l’ente pubblico, il sindaco Geraci aveva richiesto ai responsabili dei settori comunali interessati d’avviare i procedimenti disciplinari nei confronti del personale che risultava in servizio e invece era assente, e alla Procura di Castrovillari di verificare le ipotesi di reato da formulare nei loro confronti. Da allora, non se ne è saputo più nulla. E oggi affiora la “novità” dalla viva voce del segretario generale del Comune Salvatore Bellucci. È evidente, perciò, come il sindaco Geraci cavalchi soltanto la facile propaganda di stampo populista, ma non abbia alcun interesse ad affrontare e ad aggredire, avendone tutti gli strumenti per farlo, la presunta corruzione che dilagherebbe nel “palazzo”.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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