<<Fondersi è un atto d’amore verso la nostra popolazione>>, questo scrive, tra le altre ragionevoli cose,
Giampiero Morrone, imprenditore di successo e Sindaco emerito della Città, alla fine di una pregevole lettera aperta inviata al suo Sindaco e ai Consiglieri di
Corigliano. Il problema è cosa si dicono gli interpellati tra di loro. Pare che non sappiano quello che gli sta accadendo intorno. Le aziende chiudono, l’agricoltura langue, il turismo non decolla, la moneta della corruzione sociale non gira più: quella delle truffe all’INPS con le false invalidità tollerate e quelle dei braccianti inesistenti e relative “malattie” nemmeno; tampoco quelle del giro dei titoli di favore (cambiali e assegni) e quelle delle marachelle ai danni delle assicurazioni. I trasporti sono a chiacchiere. I servizi inesistenti e la pressione fiscale insopportabile tanto che la cartella d’Equitalia sembra essere un familiare a pranzo: c’è tutti i giorni. Per altro verso si è chiuso il Tribunale e con esso chiuderanno, a poco a poco, la gran parte degli studi di avvocati, di commercialisti, di consulenti vari, le copisterie, gli uffici correlati d’Ordine Pubblico. Si chiude con la Sanità esistente e con quella programmata (nuovo ospedale) che prenderanno altre vie. L’Area Vasta si farà a Castrovillari dove c’è il Tribunale d’Area tra i maggiori d’Italia, per il piacere di CGIL e Prof. Barca. A nulla è servito avvertire del pericolo prima e dare voce dopo. Tutti i Dirigenti locali sono rimasti inattivi. O meglio, hanno fatto quel poco che era inutile e trascurato ciò che serviva (fare la Delibera di Fusione). Rossano l’ha fatta a babbo morto, Corigliano ci sta pensando e attende magari che ci sia prima lo scippo del fondi del Nuovo Ospedale. Non gli importa che cosa accadrà di noi e dei nostri figli, la cosiddetta politica, caro Giampiero, continua a rispondere ad altri e la Delibera che permetterà ai Cittadini di scegliere se fondere o meno le due Città, non la faranno se non costretti, perché qualcuno trattiene loro la mano. Qualcuno che soffre solo all’idea che nella Piana si faccia qualcosa di autonomo. Per esempio si pensi al proprio destino gestendo la politica e indirizzando qui, e non altrove, le risorse disponibili; si formi classe Dirigente nei collegi elettorali e non ruffiani buoni per ogni causa persa. Noi, infatti, voteremo nel Collegio della Camera di Crotone e chissà cosa d’altro ci aspetta. <<Sono almeno 100 le motivazioni che ci dovrebbero indirizzare spediti verso la fusione>> dici bene, ma loro, caro Giampiero, aspettano e non si preoccupano se la crisi dell’edilizia ha messo sulla strada centinaia di addetti locali che si sarebbero già salvati dalla disoccupazione se, ad esempio, i lavori del Nuovo Ospedale (o quelli della 106) fossero cominciati mesi addietro se a chiederlo ci fosse stata la pressione esercitata dal futuro
COMUNE UNICO già “auspicato” dai due Consigli Comunali. La politica non crede che le due Delibere da sole ci facciano fare un grande passo avanti. No! Loro credono che restare da soli a rimuginare i debiti pregressi, serva a qualcosa. E chi sa se riusciranno a mangiare il panettone di Natale 2015. Noi glielo auguriamo ma sappiamo che la resa dei conti si avvicina. Noi chiediamo la
Delibera di Corigliano da subito, senza indugi. Non vogliamo aspettare il Forum che quando lo faremo potrà essere piuttosto il sigillo di questa decisione e l’inizio della sensibilizzazione popolare con o senza il Ministro. Se saremo conseguenti avremo il Governo con noi. Se no andremo avanti con la forza e la ragione di 100 mila abitanti. Il Comitato non starà più fermo ad aspettare Godot.
Comitato 100 Associazioni per la fusione di Corigliano e Rossano