A Cantinella riemerge un muro di oltre 2000 anni: l'ennesima scoperta che potrebbe riscrivere la storia della Sibaritide
Rinvenuti teschi, anfore e perfino un oggetto simile a un’ancora: gli archeologi datano tutto tra I e VI secolo a.C. Novello: «Merito dei grandi interventi di rigenerazione urbana». Cantinella nodo strategico della mappa antica tra Sybaris e Thurii
CORIGLIANO-ROSSANO - Lo scorso 2 dicembre, durante i lavori di urbanizzazione di Cantinella lungo la ex SS106 jonica, nel tratto tra Cantinella e Mezzofato (bivio per San Demetrio Corone), è venuto alla luce un manufatto che potrebbe riscrivere, ancora una volta, la mappa archeologica di Corigliano-Rossano. Dove si stava realizzando un semplice marciapiede, infatti, è affiorato un muro antico che attraversa trasversalmente l’attuale sede stradale, accompagnato da una serie di reperti che suggeriscono un contesto complesso e stratificato.
La relazione tecnica descrive due strutture murarie parallele orientate Nord-Sud, una terza muratura posta in modo ortogonale e diverse sepolture ricavate all’interno delle stesse strutture. Assieme ai blocchi, inoltre, sarebbero stati rinvenuti anche due teschi, alcuni frammenti di anfore, cocci ceramici e perfino un oggetto metallico dalla forma di un’ancora, particolare che rende il quadro ancora più intrigante. E proprio questa mattina la Soprintendenza ha preso ufficialmente in consegna i reperti.
Gli archeologi, nei primi rilievi, hanno datato i materiali tra il I e il VI secolo avanti Cristo. Un arco temporale che abbraccia alcune delle fasi più antiche e più dense della storia della Sibaritide, dalla fine di Sybaris a Copia Thurii passando per Thurii.
Il punto esatto del ritrovamento non è banale. Ci troviamo a pochi passi dal Timpone San Mauro, la zona che i residenti chiamano da sempre “u cozzu du’ re”: un’area in cui sorge l’omonimo castello di San Mauro (XVI Sec.) ma dove la tradizione locale indica anche come sede della parte più “nobile” della necropoli thurina. Un toponimo che oggi, alla luce dei nuovi elementi, torna a farsi significativo.
Novello: «Queste scoperte sono il risultato dei grandi programmi di rigenerazione urbana»
Le ultime emergenze archeologiche, ha spiegato l’assessore comunale all’Assetto urbano Tatiana Novello, sono emerse proprio grazie agli interventi strutturali avviati sul territorio: dal grande progetto di rigenerazione urbana di oltre 10 milioni di euro che sta interessando l’area di Cantinella, per finire al programma PINQuA, attivo nei centri storici di Corigliano e Rossano. «Opere profonde – spiega l’Amministratrice dell’Esecutivo Stasi - che non si limitano a rinnovare strade e quartieri ma che stanno letteralmente contribuendo, in modo del tutto inaspettato, a scoprire ciò che il terreno custodisce da secoli. Ogni trincea, ogni scavo, ogni movimento di terra, in realtà, sta diventando l’occasione per riportare alla luce un pezzo di storia».
E infatti, il rinvenimento del 2 dicembre è solo l’ultimo di una lunga sequenza di scoperte. A luglio 2025, sempre a Cantinella, sono emerse due tombe, attribuibili al contesto thurino, durante i lavori di metanizzazione; qualche settimana fa nel centro storico di Corigliano (zona Vasci): i lavori sono stati sospesi per la presenza di muretti e strutture di interesse archeologico e stessa cosa è successa a San Domenico, a Rossano centro storico, dove durante la riqualificazione dell’ex carcere sono stati ritrovati frammenti ceramici e resti umani di epoca antica. Di tutto questo, però, abbiamo solo testimonianze verbali “rubate” in gran segreto di qua e di là. Mentre le istituzioni preposte stanno in totale silenzio.
A tutto questo, inoltre, si aggiungono i rinvenimenti degli ultimi anni, emersi in diversi punti del territorio urbano. Insomma, una costellazione di indizi che inizia a delineare un quadro di sorprendente densità archeologica, coerente con ciò che la ricerca scientifica sta indicando.
La cosa davvero straordinaria, in realtà, è che qui basta scavare qualche decina di centimetri sotto terra per trovare le origini del nostro mondo. Pochi centimetri di terra che, però, sono nulla rispetto allo strato quasi catramoso di inconsapevolezza che avvolge la gente di questo posto che - è evidente - ancora non sa, non ha coscienza del fatto che qui viviamo letteralmente con i piedi sulla storia più bella del mondo.
Sybaris, Thurii e il nuovo scenario storico
Poche settimane fa, dalle pagine dell’Eco dello Jonio, lanciando l’appello affinché il Ministro dei Beni Culturali, la Regione in accordo con la Soprintendenza dei Beni Culturali riprendano con forza la campagna di scavi nella Piana di Sibari e soprattutto nel triangolo compreso tra Apollinara, Mezzofato e San Nico (il luogo in cui un anno e mezzo fa venne rinvenuto a seguito di alcuni scavi di irrigazione un altro tratto di muro lungo all'incirca 40 metri, di epoca Thurina), abbiamo raccontato l’ultimo lavoro del professor Pier Giovanni Guzzo pubblicato sulla Rivista della Magna Grecia (leggi qui), che, riprendendo la scoperta geologica dell’Ing. Nilo Domanico sul paesaggio antico, ricostruisce in modo nuovo la geografia antica della piana sibarita: un sistema urbano diffuso, articolato in più poli, con necropoli estese e insediamenti satelliti. Un mosaico che supera la distinzione rigida tra Sybaris e Thurii e apre alla lettura di un territorio unitario, dinamico, stratificato.
Alla luce di questo quadro scientifico, ciò che sta emergendo a Cantinella potrebbe rientrare in una di queste maglie periferiche: un villaggio, un vicus, una struttura idraulica, una pertinenza funeraria. Le interpretazioni sono tutte aperte e saranno gli archeologi della Soprintendenza, che proprio stamani hanno acquisito i reperti, a stabilire natura e funzione del complesso.
Non c’è alcun sensazionalismo, né un eccesso di fantasia. È il terreno stesso, ogni settimana, a parlare. E lo fa attraverso muri, tombe, anfore, resti umani, frammenti che compongono una narrazione rimasta sepolta per secoli.
Il grande cantiere urbano che sta ridisegnando Cantinella non sta soltanto cambiando il volto di un quartiere: sta riaprendo una storia antichissima che non abbiamo mai raccontato fino in fondo. Una storia che oggi, pezzo dopo pezzo, comincia finalmente a riaffiorare. Perché, è bene che si sappia, Corigliano-Rossano è “seduta” letteralmente su una vera e propria bomba archeologica.