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In ricordo di Vincenzo Carbone: uno scienziato umile

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Con grande tristezza apprendiamo della scomparsa del professor Vincenzo Carbone, una delle figure più luminose della comunità accademica e scientifica internazionale dell'Università della Calabria. Rinomatissimo nel campo della fisica dei plasmi e dei sistemi complessi, il professor Carbone ha lasciato un'impronta indelebile sui suoi studenti e colleghi.

I suoi studi pionieristici, che abbracciano il vento solare, lo space weather, la turbolenza e i sistemi complessi, hanno reso il professor Carbone un punto di riferimento globale, ammirato e rispettato in tutto il mondo scientifico. I suoi meriti sono stati riconosciuti con numerosi premi, tra cui la prestigiosa Medaglia Lewis Fry Richardson, conferitagli dall’European Geosciences Union, un onore testimonianza della sua dedizione alla ricerca e alla comprensione dei processi non lineari nei sistemi geofisici.

Per noi della redazione dell'Eco dello Jonio e per i nostri lettori, invece, Vincenzo Carbone qualcosa di più. È stato un punto di riferimento imprescindibile, una presenza costante e una speranza vera durante la Pandemia da Covid-19.

Ricordo ancora, da neo direttore del giornale, quando in uno di quei primi pomeriggi bui di lockdown mi arrivò una telefonata. «Buon pomeriggio, sono Vincenzo Carbone, vorrei parlare con lei dell'andamento del Covid in Calabria». Dico la verità, non avevo capito chi fosse. Iniziammo a parlare e nel suo dolce disquisire, con un tono pacato, pacifico, estremamente tranquillo, mi disse che aveva elaborato uno schema per studiare nei dettagli come e quando ci sarebbe stato il picco dell'ondata Covid nella nostra regione. «Tu, da buon giornalista, - mi disse - recuperami i dati giornalieri dei contagi, io faccio il resto».

Nacque, così, da una telefonata e dalla voglia sfrenata di addentrarci nel mondo dei numeri, della logica, della statistica una rubrica che in quei giorni di pandemia, aveva un solo ed unico obiettivo: cercare quanto più possibile di avvicinare l'ora più buia e proiettare le persone verso un'orizzonte di rinascita. Nacque, proprio sulla nostra testata e grazie alle competenze del prof Vincenzo Carbone, la prima rubrica quotidiana che pubblicava la curva pandemica in Calabria; ancor prima di quella che poi divenne l'appuntamento giornaliero e istituzionale della Protezione Civile regionale.

Quello che per mesi fu un rapporto di collaborazione, col tempo si trasformò in qualcosa che probabilmente non era amicizia ma poco ci mancava. Sicuramente era una visione consapevole di intenti che aveva un unico obiettivo: non lasciare sola la gente che in quel periodo era alla disperata ricerca di notizie, di buone notizie che traghettassero verso l'uscita da quell'incubo. Ricordo le nostre telefonate a Pasqua e poi a Ferragosto e anche a Natale 2020. Poi passato il Covid, non ci sentimmo più. Ci lasciammo con la promessa che sarei andato a trovarlo all'Unical ma, purtroppo - e oggi me ne rammarico - non lo feci mai.

Oggi il prof Carbone non c'è più ma di lui mi resta e ci resta il ricordo di una persona gentile, disponibile, umile. Un gigante. Ciao prof... oggi tra le stelle

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.