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Insiti baricentro solo sulla carta. Il nuovo ospedale rischia di perdersi nel vuoto programmatico

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CORIGLIANO-ROSSANO - Se tutto procederà secondo il cronoprogramma, a Insiti, nel cuore baricentrico di Corigliano-Rossano, sorgerà la più importante e innovativa opera pubblica sanitaria mai realizzata nella Calabria del nord-est e in provincia di Cosenza. Stiamo parlando del Nuovo ospedale della Sibaritide. Un nosocomio che prevede 375 posti letto su una superficie di oltre 80mila metri quadrati distribuiti su 4 piani.

Dopo svariati rinvii e la lunga battuta d’arresto dei lavori dovuta all’approvazione della variante tecnico-sanitaria, l’8 aprile scorso è stata annunciata la riapertura del cantiere e sono stati dettati i “nuovi” tempi dell’opera.

Stando a quanto comunicato in quell’occasione dal presidente della regione, Roberto Occhiuto, l’opera dovrebbe essere consegnata ad ottobre 2026.

Nel frattempo, i lavori affidati al concessionario D’Agostino Costruzioni procedono a ritmi serrati, nel rispetto dei tempi e delle norme di sicurezza. Neanche l’incendio - sviluppatosi nel mese scorso e sul quale si attendono di conoscere risvolti - sembra fermare la forza motrice delle diverse maestranze impegnate.

Ma la struttura, una grande opera ingegneristica, modello e oggetto di studio sia in Italia che in Europa, presenta non pochi problemi collaterali. 

Da tempo, infatti, il nodo dei sottoservizi e delle opere complementari permane e purtroppo anche il timore che l’opera diventi l’ennesima cattedrale nel deserto.

Tra i problemi più urgenti c’è sicuramente l’approvvigionamento idrico. Ed è stata questo uno dei problemi posti sul tavolo all’ultimo incontro tecnico-operativo aperto in Regione al quale dovrebbe dare risposta la Sorical, l’ente regionale di gestione delle acque che da qualche mese dovrebbe gestire anche la depurazione. 

Tutto parte, però, dalla risoluzione di un problema atavico: la questione della carenza idrica sul territorio. 

Alla nostra domanda se esiste una prospettiva per strutturare la famosa linea Dn500? C'è una prospettiva di riqualificazione o di sostituzione di questa condotta?

Ai nostri microfoni ha risposto Cataldo Calabretta, presidente della Sorical Spa, il quale ha affermato che «in questo momento abbiamo un "Piano d'ambito". Ci sono i sindaci, che dovranno essere i protagonisti di questo processo di riforma voluto dal nostro presidente Occhiuto, ma condiviso con tutta la maggioranza. C'è stata una legge fondamentale, che la legge di Riferimento nei primi mesi del 2022 che ha riorganizzato il sistema e poi c'è stata Arrical. Oggi, dunque, nel Piano d'Ambito abbiamo evidenziato le criticità, ma soprattutto quelle dovranno essere le importanti basi per avviare gli investimenti per poter efficientare tutto il servizio idrico integrato. Perché il soggetto unico gestore si dovrà occupare anche della gestione della depurazione. Per quest'ultimo aspetto, sono state fatte le indagini, è stato fatto l'approfondimento e le posso dire che Sorical è pronta a costruire tutto il "Campo pozzi" che alimenterà tutto il nuovo ospedale; è stato individuato già il sito e sono state fatte tutte le indagini necessarie indispensabili per poter avviare questo progetto. La fase progettuale è già avviata. I sotto servizi, quando si va a realizzare un'opera di questa portata, devono essere consegnati molto prima della consegna definitiva dell'opera, quindi sicuramente molto prima di quella data noi saremo nelle condizioni soddisfare le richieste».

Arriviamo quindi ad una delle questioni più critiche che mette a rischio l’effettiva funzionalità del nuovo ospedale della Sibaritide: a Insiti non c’è la rete fognaria, ma soprattutto non c’è un depuratore. Anche in questo caso il problema riguarda i tempi e una "misteriosa" responsabilità che starebbe in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la quale dovrebbe sbloccare i fondi da destinare al Commissario per la depurazione.

Di questo ne abbiamo discusso con il Sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, il quale ha sottolineato che «negli ultimi mesi c'è stata un'accelerazione per risolvere questa problematica. Probabilmente perché ci si è resi conto che, con l'avanzata del cantiere dell'ospedale, le opere primarie erano in ritardo. È stato proposto il collettamento al depuratore di Boscarello, al qual noi ci siamo limitati a dire che se voi portate ulteriore carico, dovete fare l'intervento previsto per adeguare quel depuratore ai carichi attuali, più quelli dell'ospedale, altrimenti l'ulteriore carico avrebbe mandato ulteriormente in tilt quell'impianto. Devo dire che questa cosa, dall'ultimo commissario, mi sembra che sia stata recepita e quindi si dovrebbe fare sia il collettamento, che l'intervento sul depuratore.  Credo ci sia un problema di carattere operativo perché forse l'intervento sul depuratore è ancora in uno stato di progettazione preliminare. C'è anche un altro tema: il collettamento dell'ospedale attraversa zone non collettate. Questo è il paradosso: possiamo far passare l'intervento di collettamento da zone non collettate, senza collettarle? Se io fossi un cittadino mi incazzerei. Mi auguro che questa accelerata poi si concretizzi. C'è bisogno di individuare il soggetto che "metta a terra le questioni". Penso ci sia la consapevolezza che queste opere devono accelerare. Ne ho avuto contezza nella riunione di qualche settimana fa, durante la quale sono emerse delle criticità, ma è emersa anche la volontà di superarle. Semplicemente bisogna individuare i soggetti corretti affinché le opere si facciano».

Ma il problema del sistema di depurazione Co-Ro se lo trascina da tempo. Qualche anno fa il sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti, si adoperò per realizzare un depuratore consortile proprio nei pressi dell'attuale nuovo ospedale, anche in virtù dell'opera che vi sarebbe sorta.

Lo stesso Antoniotti, ai nostri microfoni specifica che «di questo progetto della depurazione se n'è parlato tantissimo anche negli anni precedenti alla mia consigliatura. Poi nel 2011, con l'insediamento della mia amministrazione, mi sono prefissato di portare a termine questa progettazione e di attingere a qualche finanziamento. Così fu, perché riuscimmo ad avere un finanziamento dal CIPE di oltre 15 milioni di euro, con la partecipazione anche del privato. Furono persino appaltati i lavori. Ci fu persino un acconto che il Cipe diede al Comune di Rossano di un milione e 400mila euro. Poi purtroppo il progetto si è arenato perché, nel momento in cui va via la mia Amministrazione, il commissario prefettizio ha ritenuto opportuno fermare quel progetto».

Dunque, secondo quanto confermato da Antoniotti, il progetto c'era, ma la presenza di alcuni problemi tecnici e di volontà politiche ne avrebbe impedito la realizzazione.

«Noi - aggiunge Antoniotti - in maniera lungimirante, con il progettista di allora, che era l'ingegnere Luigi Vulcano avevamo penato che la prima cosa da fare era prevedere il convogliamento dei reflui del nuovo ospedale. Adesso dovranno fare la progettazione e ci vorranno dei tempi lunghi, perchè ancora non c'è il progetto, perché ancora non c'è non c'è il progetto definitivo, non c'è il progetto esecutivo.  Credo che chi dice che per il 2026 l'Ospedale sarà pronto per l'utilizzo… dica una sciocchezza».

Ma non ci sono solo acqua e depurazione a tenere prigioniera la nascita di una grande e strategica infrastruttura. Un altro nodo cruciale riguarda gli accessi viari e dunque la mobilità da e verso l’ospedale. La Regione ha rifinanziato con 5 milioni di euro l’opera di ammodernamento della strada provinciale 195 nel tratto compreso tra la rotatoria della Statale 106 fino alla linea ferroviaria con relativa realizzazione del viadotto sopra i binari. Parliamo, però, solo dell’ultimo miglio. Perché viaggiare, oggi, lungo la cinta urbana della Statale 106, che ad oggi è l’unica via d’accesso al futuribile polo ospedaliero di Insiti resta un incubo. Immaginare, poi, che su quell’arteria si riverserà anche l’utenza sanitaria del nuovo ospedale (compresi i viaggi di emergenza delle ambulanze) pone una serie di riflessioni proprio sulla sicurezza stradale.

Ne abbiamo parlato con un operatore sanitario del 118, Francesco Bitonti, che percorrendo con noi il tratto di strada che unisce lo scalo bizantino di Corigliano-Rossano con Insiti, ci ha descritto tutte le problematiche che si incontrano nel percorre la Statale 106 in situazioni emergenziali, e non solo.

«Con l'apertura del Nuovo ospedale - ci rivela Bitonti - aumenteranno i flussi sulla Statale 106, e se non viene ammodernata la strada, dato che quella attuale è stretta, si avranno ancora più difficoltà a percorrerla in sicurezza. Negli interventi di soccorso il tempo di percorrenza è importante. Basta un minuto per salvare una vita e fare la differenza. Un altro fattore di rischio sono le decine di accessi privati, anche non segnalati. Un altro pericolo è dato dai quanti la percorrono a piedi o con i monopattini. In teoria c'è anche un'altra strada, ma anche quella deve essere adeguata. Altro fattore di rischio è il connubio con autisti indisciplinati, situazioni metereologiche avverse e ingressi abusivi, la percentuale di rischio di incidenti aumenta e quando ci sarà l'Ospedale aumenterà ancora di più».

Insomma, per arrivare a Insiti serve, anche con urgenza, una strada urbana, moderna, veloce e sicura che connetta innanzitutto i centri urbani di Corigliano e di Rossano e il resto territorio, a nord e a sud con il nuovo ospedale. 

A conti fatti, il sogno del nuovo ospedale della Sibaritide, rimasto fermo alle procedure e ai progetti per oltre 14 anni, rischia di perdersi nel vuoto programmatico di una città e, ancor prima, di un territorio che, pur ritenendo strategica l’area di Insiti, nel corso degli ultimi due decenni non ha fatto nulla affinché quella zona venisse urbanizzata e si rendesse area nevralgica del territorio. E pensare che, in quell'area, dovrebbe sorgere anche il centro direzionale di Corigliano-Rossano, il cuore pulsante della città.
 

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.