I tempi sono maturi perché Corigliano-Rossano abbia un Garante per la Disabilità
In una società locale che deve superare diffidenza e pregiudizi, c'è la voce di un genitore che con coraggio chiede all'Amministrazione comunale di riportare al centro le politiche sociali: «Nessun bambino disabile venga lasciato indietro»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Nessun bambino dovrebbe mai sentirsi lasciato indietro». Sono queste le parole accorate di Romeo Tripodoro, un genitore che vive quotidianamente il mondo della disabilità e che oggi, facendosi carico di quell’universo sommerso di dolore, privazione e difficoltà che vivono centina di famiglie di Corigliano-Rossano, ha deciso di lanciare un appello. Che non è una richiesta di aiuto ma un richiamo alla consapevolezza civica.
È difficile, infatti, immaginare una città, che – già nei fatti – dovrebbe essere capoluogo del vasto territorio del nord-est, senza una strategia concreta per il sociale e per tutte quelle persone che hanno bisogno di una mano per non essere lasciate indietro. Ed è in questo mondo, ad esempio, che i ragazzi con disabilità, a distanza ormai di tre settimane dall’inizio dell’anno scolastico, si trovano ancora privi del supporto essenziale di assistenti fisici ed educatori.
La voce di papà Romeo – dicevamo - è un grido d’allarme, un appello urgente per colmare un gap di considerazioni e servizi per il sociale che in questo territorio esiste da sempre e che non può più essere ignorato. «È impensabile – dice Tripodoro puntando il dito contro un sistema politico che per troppo tempo è rimasto statico e incatenato a vecchi stereotipi - che siamo ancora qui a lottare per garantire servizi essenziali».
Da qui, allora, la proposta di creare la figura del Garante della Disabilità che diventa, quindi, un imperativo: «Abbiamo bisogno di qualcuno che vigili sui diritti dei nostri figli, che si assicuri che nessuna norma venga calpestata e che tutti abbiano accesso a una vita scolastica dignitosa e inclusiva».
A dire il vero, proprio in questa direzione, vira l’azione del neo assessore alle politiche sociali, Marinella Grillo, che ha già raccolto la sfida, proponendo l'istituzione di una vera e propria sede operativa del terzo settore, in cui le famiglie possano trovare supporto, ascolto e i servizi di cui hanno bisogno. Ma il percorso è lungo e richiede il superamento di barriere fatte di diffidenza ed egoismo. E su questo la politica può fare tanto, ma fino ad un certo punto. Anche perché, poi, subentra il limite culturale che – purtroppo – è insito in una società che è sempre più arroccata sui personalismi e guarda sempre meno ai bisogni altrui.
Si pensi, ad esempio, alla triste storia dei caregiver (ve ne abbiamo parlato qui) e di tutte quelle persone che vivono, lo dicevamo, il dolore e le difficoltà domestiche della convivenza con un disabile.
«Corigliano-Rossano deve dimostrare di avere il coraggio di cambiare», dice ancora Romeo Tripodoro. Perché, nonostante l’impegno di tantissime associazioni ed enti di categoria e nonostante la presenza in città di professionisti che hanno dedicato davvero tutta la loro vita a rendere più agevole l’esistenza delle persone meno fortunate, l’impegno deve essere maggiore. Questa città ha l'opportunità di diventare un faro di inclusione e sensibilità, perché ha tutte le premesse (inespresse) per farlo. E lo deve fare, accettando quella che, probabilmente, è la sfida sociale più importante dei prossimi decenni: creare una società ed una città che sappia mettere davanti al profitto economico l’interesse per l’uomo.