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Il ponte sullo Stretto è una suggestione: l'impellenza è una statale 106 che continua a mietere morte

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CORIGLIANO-ROSSANO - Oggi si celebrerà la giornata mondiale delle vittime della strada. In questa parte di Calabria purtroppo questa giornata la celebriamo troppo spesso e non solamente una volta all’anno. Le vittime della cosiddetta Strada della Morte sono tantissime ed ogni volta i cittadini imprecano contro il destino “cinico e baro” per questa grande emergenza che non ha mai fine.

Negli ultimi anni sono nate tante associzioni per cercare di sensibilizzare opinione pubblica e politici sulla ormai indifferibile necessità di ammodernare la strada jonica che congiunge Taranto a Reggio Calabria. E di recente anche l'Eco dello Jonio ha dedicato ampio spazio al dossier sulla statale jonica, portando alla luce oltre due decenni di promesse mancate, omissioni e raggiri sull'ammodernamento di questa infrastruttura vitale per la Calabria orientale.

La parte lucana e quella pugliese sono state ammodernate da tempo, ma come si giunge in Calabria si torna a viaggiare su una sola tortuosa carreggiata con incroci senza corsie di accelerazione e decelerazione che mettono a dura prova i riflessi degli automobilisti.

Negli ultimi anni sono state costruite tante rotonde per rallentare il traffico, ma spesso sono state proprio queste a provocare ulteriori incidenti, senza considerare i ponti sui torrenti di epoca mussoliniana. Quello che attraversa il Trionto è stato sostituito solo da pochi anni.

Provare a raggiungere Reggio Calabria dalla 106 è veramente un’impresa da record: non basterebbero sei ore di viaggio mettendo seriamente a rischio la propria e l’altrui incolumità, eppure sembra che la maggiore urgenza sia quella di costruire il Ponte sullo Stretto.

Certo per il neo ministro delle infrastrutture Matteo Salvini sarebbe un fiore all’occhiello molto bello, ma è bene che non dimentichi quello che diceva ai cittadini della Calabria dell’est in campagna elettorale a proposito della strada statale 106.

Un articolo apparso sul Sole 24 Ore lo scorso 18 agosto però sembra sconsigliare definitivamente la costruzione del ponte. Tra le quattro ipotesi prese in esame, campata unica, due piloni e tre campate collegando direttamente le due grosse città di Messina e Reggio Calabria, tunnel sottomarino sul fondale e tunnel sospeso ancorato al fondo, nessuna soddisfa i benefici socioeconomici (costituiti principalmente da risparmi di tempo) e neppure quelli occupazionali.

La cultura contadina che è sempre fonte di saggezza, ci dice che quando si ha fame c’è bisogno del pane, se c’è la possibilità di averlo, anche del companatico.

Gino Campana
Autore: Gino Campana

Ex sindacalista, giornalista, saggista e patrocinatore culturale. Nel 2006 viene eletto segretario generale regionale del Sindacato UIL che rappresenta i lavoratori Elettrici, della chimica, i gasisti, acquedottisti e tessili ed ha fatto parte dell’esecutivo nazionale. È stato presidente dell’ARCA territoriale, l’Associazione Culturale e sportiva dei lavoratori elettrici, vice presidente di quella regionale e membro dell’esecutivo nazionale. La sua carriera giornalistica inizia sin da ragazzo, dal giornalino parrocchiale: successivamente ha scritto per la Provincia Cosentina e per il periodico locale La Voce. Ha curato, inoltre, servizi di approfondimento e di carattere sociale per l’emittente locale Tele A 57 e ad oggi fa parte del Circolo della Stampa Pollino Sibaritide