Clientelismo e precariato: i Consorzi di Bonifica sono una pagina oscura della politica calabrese
L’allarme dei segretari di Cgil, Cisl e Uil Calabria che ora chiedono alla Regione una unità di crisi per le emergenze che si prospettano in Calabria e un intervento concreto della Prefettura di Cosenza per superare la vertenza delle tute verdi
TREBISACCE – I Consorzi di bonifica come strumento per fare clientelismo e creare nuovo precariato, hanno rappresentato per decenni la pagina oscura della politica calabrese. Non solo gli enti consortili ma anche tanti altri carrozzoni legati alla Regione Calabria sono serviti a creare quel bacino di consensi, di affiliazioni e fidelizzazioni pagato con i soldi pubblici. Una vergogna in salsa calabrese.
È un mantra che si sussurra da tempo ma che in realtà mai nessuno ha avuto il coraggio di denunciare. Lo fanno oggi i sindacati pur non essendo – anche loro - esenti da colpe. Perché questa situazione vergognosa e ignobile non nasce adesso, non la si conosce da ora. Bene, però, denunciare e alzare l’asticella della legalità, lanciando messaggi forti, proprio adesso che la situazione dei Consorzi di bonifica ha iniziato a degenerare, deflagrando nella disperazione delle famiglie, e che come un effetto domino potrebbe presto coinvolgere tutti gli altri enti calabresi.
Ecco perché l'esasperazione dei lavoratori delle tute verdi di Trebisacce »deve essere da monito per tutta la classe dirigente che negli anni ha cavalcato politiche distorte, clientelari, creando precariato su precariato, illudendo famiglie e lasciando macerie sociali». E questo lo dico oggi i tre segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo.
«Da settimane – scrivono i tre segretari - con senso di responsabilità e sobrietà, ci stiamo adoperando con la regione Calabria per risolvere situazioni che scelte sprovvedute e avventuriere hanno determinato in anni di sperpero e cattiva gestione. Nel mentre i lavoratori non si pagavano da mesi gli stipendi siamo stati costretti a fare denunce alle procure competenti per continue assunzioni dirette che non avevano alcuna copertura economica e finanziaria».
Oggi c’è un’impellenza, prima di ogni altra priorità: vanno pagate le mensilità ai lavoratori e messe in sicurezza le attività «ma va interrotta questa spirale vergognosa – precisano i sindacati - con una riforma immediata del settore per uscire da un vortice che rischia di diventare l'ennesimo buco nero della Calabria. A questo proposito chiediamo a tutte le forze politiche del Consiglio regionale una collegiale assunzione di responsabilità nell'interesse dei lavoratori, degli agricoltori e per l'economia calabrese».
Nel contempo Cgil, Cisl e Uil chiedono alla Regione Calabria di intraprendere ogni azione al fine di pagare le ulteriori mensilità arretrate dei lavoratori esasperati.
«Ci aspettiamo – aggiungono infine Sposato, Russo e Biondo - come lo è stato storicamente per situazioni di crisi similari un ruolo più efficace dalla Prefettura di Cosenza. Riteniamo dover reiterare alla Giunta regionale la richiesta urgente di una unità di crisi per le emergenze che nelle prossime settimane dovremo affrontare in tutta la Calabria».