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Vuole viaggiare in bagno, il capotreno ferma tutto e chiede un Tso: scene tragicomiche sul treno Paola-Reggio

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COSENZA - Scene tragicomiche nel treno regionale in partenza da Paola per Reggio Calabria. Stamattina, alle 7.04 il treno sarebbe dovuto partire come di consueto se non fosse stato per una signora che si è rinchiusa in bagno affermando che ne sarebbe uscita una volta arrivata Lamezia. I pendolari, hanno assistito alla scena sperando in una risoluzione dei fatti nel più breve tempo possibile. Una situazione di disagio che ha portato il capotreno a fermare la locomotiva per quasi un’ora «per questioni di sicurezza» chiedendo l’intervento di un’ambulanza per un Tso, dei Vigili del Fuoco, oltre che della Polfer, impedendo ai viaggiatori di raggiungere il posto di lavoro, ospedali per visite urgenti, e addirittura l’aeroporto!

La signora, nota da anni a tutti coloro che viaggiano sui treni del Tirreno per il suo comportamento eccentrico (e innocuo), si è rinchiusa in un bagno affermando la fermezza della sua decisione. Poi, la circostanza ha assunto toni paradossali con la signora che calmissima dal bagno continuava ad affermare che sarebbe uscita a Lamezia, i viaggiatori infuriati e il capo treno impassibile. La denuncia arriva dall’Associazione Fuori binario: Ci chiediamo: quale problema di sicurezza costituiva la signora? A chi poteva nuocere chiusa nel bagno? Se, anche, ci fosse stato un rischio per l’incolumità dei viaggiatori (e non c’era), dov’era il servizio apposito previsto da Trenitalia? Perché la Polfer non poteva scortare la signora fino a Lamezia dove era diretta?»

«L’assenza di rischio - continua l’associazione - era evidente: non c’era nessun pericolo! La decisione migliore sarebbe stata, quindi, quella di far proseguire il treno a Lamezia, magari, per eccesso di scrupolo, con un addetto della sicurezza di Trenitalia davanti alla porta del bagno (o con un agente della Polfer), e aspettare che la signora uscisse spontaneamente per poi prendere altri provvedimenti ritenuti necessari. Ancora una volta, risulta evidente l’incapacità di Trenitalia di gestire situazioni improvvise, anche non gravi (come in questo caso). I regolamenti si attuano sempre contemperandoli con il buon senso La situazione ha assunto toni paradossali con la signora che calmissima dal bagno continuava ad affermare che sarebbe uscita a Lamezia, i viaggiatori infuriati e il capo treno impassibile».

«L’applicazione perentoria della regola, senza tener conto dei disagi causati a chi ha pagato un biglietto o un abbonamento, è, nel caso specifico, diventata beffarda e irrispettosa: un controsenso, un ossimoro tra l’ossequio alla norma e l’interesse dei passeggeri». L’associazione Fuori Binario denuncia il caso «per far sì che Trenitalia presti maggiore attenzione alla formazione professionale dei suoi funzionari: il problem solving, la capacità di risolvere problemi, è una delle abilità a cui si dovrebbe prestare maggiore attenzione quando si ha a che fare ogni giorno con la vita di centinaia di persone».

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia