Tute verdi, verso il pagamento di un solo stipendio ma non basta: prosegue lo sciopero
Stamani l'ennesima nota dei sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil che invocano il rispetto dell'articolo 4 della Costituzione: «Qui è a rischio la sussitenza di decine di famiglie». Intanto si va verso una riforma che rischia di sopprimere 3 Consorzi
TREBISACCE - Prosegue ad oltranza lo sciopero delle tute verdi. Gli operai del Consorzio di bonifica dei bacini dello Jonio. Stamani il presidio ad oltranza davanti ai cancelli dell'ente a Trebisacce. Intanto arriva voce - ancora non confermata - sul possibile pagamento di una mensilità salariale delle sette che operai e dipendenti avanzano dalla struttura per l'qattività svolta nel 2022. Ma anche se quello che al momento è soltanto un rumors venisse confermato non cambierebbe nulla nella rivendicazione sociale degli operai.
Un solo stipendio su sette arretrati non bastano. Mentre la battaglia sindacale si allarga anche agli altri due consorzi di bonifica cosentini, quello di Scalea e di Mormanno, solidali con i colleghi di Trebisacce anche in vista di una riforma degli enti consortili, pronta ad essere varata dalla Regione Calabria, che andrebbe a ridurre il numero delle strutture operanti sul territorio e di conseguenza anche il numero dei lavoratori. «Un piano industriale - sottolineano i segretari di Flai Cgil Federica Pietramala, Fai Cisl Antonio Pisani e Filbi Uil Marco Stillitano - che mortifica i lavoratori e preavvisa la chiusura del Consorzio». Insomma, senza stipendi e anche con il rischio di perdere il posto di lavoro.
«Una unità tra lavoratori che - dicono ancora i sindacati - oggi fa capire lo stato di disperazione di centinaia di famiglie mortificate nella loro dignità. Ricordiamo - aggiungono Pietramala, Pisani e Stillitano - che i lavoratori anche per questa campagna irrigua, hanno garantito con il loro lavoro ed a proprie spese una eccellente servizio irrigazione facendo andare avanti un settore, quello agricolo, che rappresenta per l'intera area volano di sviluppo nei distretti più importanti della Calabria».
Ecco perché sindacati e lavoratori «continueranno a difendere il loro diritto sacrosanto dei salari che sono un vero e proprio sostentamento di carattere alimentare».
I sindacati confederali, quindi, considerata l'attuale situazione e «tensione dei lavoratori» chiedono all'amministrazione dell'Ente e all'amministrazione Regionale che vengano trovate «soluzioni immediate per i pagamenti dei salari a tutti».
«Tutti i lavoratori in questa giornata - dicono ancora Pietramala, Pisani e Stillitano - vogliono ricordare l'art.4 della Costituzione italiana che garantisce pari dignità sociale a tutti i cittadini. È compito della Repubblica - sottolineano - rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona umana».