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Crolli e degrado nel centro storico di Rossano: è il momento di porre un argine

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CORIGLIANO-ROSSANO – Diciamo subito, prima di urtare la suscettibilità degli amministratori di Corigliano-Rossano che ultimamente sembra essere molto accentuata: la bomba di degrado stratificato che si registra nei centri storici di Rossano e Corigliano e, più in generale, nelle periferie non è (solo) colpa dell’Esecutivo Stasi. Ci sono situazioni imbarazzanti che stanno lì ferme e immobili da tempo immemore. Che, però, si stanno accentuando. Perché se al degrado si somma una buona dose di incuria e abbandono il risultato non può che essere spettrale.

Da giorni, ad esempio, riceviamo continue segnalazioni da parte dei residenti di via San Michele, uno dei quartieri storici e popolari del centro storico di Rossano, per il crollo del tetto della “camara” (la volta). Un vecchio solaio in legno appartenente ad uno stabile, abitato fino a qualche decennio fa, e oggi abbandonato al suo destino. Lì tutto è in bilico, persino un frigorifero (si vede bene nella foto in copertina), pronto a precipitare e, magari, a procurare qualche altro danno.

Stesso, simile panorama lo si osserva in un altro quartiere del centro storico bizantino, nella parte alta, in via Cerasaro dove insieme ai crolli e all’abbandono ci sono quintali di spazzatura depositati in una vecchia casa abbandonata (ne abbiamo parlato qui).

Ma ritorniamo in via San Michele e al crollo della “camara”. «Siamo così da più di un anno» ci dicono i residenti. Che aggiungono: «Nessuno può dire di non sapere nulla perché abbiamo segnalato più volte, anche personalmente al sindaco di questa situazione». E in realtà sul posto si vedono posizionate le transenne del comune e le fasce rosse di delimitazione, da cantiere. «Sembra abbiano confezionato un pacco regalo da immobilizzare nel tempo e lasciare tutto così». Del resto, quella zona, è ormai poco battuta. Non è una priorità come, invece, possono esserlo le vie centrali della città che nelle ultime settimane sono ritornare al centro di una vasta azione di ordinaria manutenzione.

Sicuramente arriverà anche il tempo delle periferie, ma speriamo che di tempo non ne passi molto. Perché quelle strutture fatiscenti, l’una addossata all’altra, sembrano essere in bilico e pronte a venire giù l’una dietro l’altra come un domino.

Insomma, serve un piano di rigenerazione urbana semplice e immediato. Serve un’attività di bonifica e di pulizia, per evitare che quei luoghi diventino (come già lo sono) anche ricovero per randagi o, ancora peggio, delle discariche a cielo aperto di ogni genere di rifiuto. Ben vengano i progetti PinQua, che saranno una panacea per alcune aree degradate dei centri storici (San Domenico a Rossano, i “vasci” a Corigliano e poi Schiavonea) dove è prevista una dote complessiva di 45milioni di euro. Ma da solo, un così importante investimento non basta per risollevare dal degrado le aree antiche della grande terza città della Calabria. Occorre intervenire sul contingente, per evitare che i residenti o anche uno smarrito turista, trovandosi a passare da lì, si faccia male o si trovi difronte a situazioni spiacevoli. Insomma, è il momento di porre un argine.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.