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Una panchina gialla per ricordare a tutti che c’è ancora bisogno di più diritti per le donne

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CORIGLIANO-ROSSANO – Non è sicuramente una panchina rossa a dissuadere l’uomo a commettere violenza sulle donne; così come non è sicuramente una panchina gialla a “portare” più diritti per le donne nel quadro normativo di uno Stato. Queste iniziative, però, rappresentano un presidio, un “memento”, un post-it duraturo e perenne nell’urbanistica di una comunità civile per ricordare a tutti che nella nostra società esistono ancora discriminazioni, disparità, coercizioni di genere che non possono trovare dimora.

È partendo da questo principio, da questo senso civico che oggi cittadini impegnati, soprattutto giovani, si ritrovano a sensibilizzare le istituzioni affinché nelle nostre città si abbiano maggiori “punti di memoria” che ricordino sempre e di continuo alla comunità quanta strada è stata fatta e quanta ancora ce n’è da fare per l’acquisizione dei diritti.

È il caso delle “panchine gialle” che gli alunni delle scuole della Provincia di Cosenza hanno messo al centro di una forte azione di sensibilizzazione inoltrando ai diversi sindaci del territorio numerose richieste di installazione.

E proprio di questo se ne è parlato nel corso di un incontro dibattitto, tenutosi lo scorso 5 marzo nell’aula magna del plesso “Pezzullo” del polo scolastico “Brutium” a Cosenza, promosso dall’Associazione italiana Parchi Culturali, dalla Soroptimist e dall’istituto Tecnico Scientifico ospitante. La discussione è partita dalle riflessioni incardinate sul libro “Le donne nella storia della Calabria”, curato da Nella Matta, Tania Frisone e Marilù Sprovieri, edito da Jonia Editrice per AIParC. 

Il mondo donna, è stato al centro del dibattitto, portando l’esempio di alcune donne illustri che hanno scritto la storia della Calabria: da Pina Amarelli a Rita Pisano, da Bice Le Pera Campolongo a Maria Elia De Seta Pignatelli finendo a Caterina Vaccaro.

Si è affermato da più parti che occorre andare oltre e impegnarci, tutti, sulle tematiche legate ai diritti della donna non solo in concomitanza dell’8 Marzo ma ogni giorno. Stiamo lentamente e faticosamente uscendo dal periodo di crisi scatenata dai due anni di pandemia in cui le donne hanno pagato un prezzo enorme, sia sul piano lavorativo che su quello personale, con un aumento notevole dei casi di violenza domestica che si è registrata proprio in questo periodo, anche nel nostro territorio.

E proprio dal dibattito, al quale hanno preso parte anche gli alunni, è emersa la proposta di sensibilizzare le amministrazioni dei Comuni dove sono nate o hanno operato le donne alle quali la manifestazione è stata dedicata, affinché collochino una panchina gialla in uno spazio comunale, o semplicemente colorino di giallo una già esistente e la intitolino alla figura femminile di rilievo per quel territorio, esempio di vita per tutta la comunità. Le lettere sono state già inviate ai vari sindaci.

«La panchina – dice Anna Maria Ventura, socia dell’Associazione italiana dei parchi culturali - è un luogo di sosta e di riflessione, un'utopia realizzata.  Luogo simbolo di relazioni e scambi di pensieri. Il giallo è il colore dei diritti umani. La panchina gialla vuole essere un monito contro tutte le violenze di genere e non solo, a favore di una cultura di parità a tutela dei Diritti dei più indifesi, dei profughi da paesi in guerra e di tutti quelli che vengono privati dei diritti umani fondamentali: il diritto alla vita e alla libertà. Ci si chiede che differenza possa fare una panchina a memoria di una persona. Rimarrebbe una panchina colorata con una targa appesa, se non fossimo noi a riempirla di significato, a dare un senso a questo simbolo. Lo sbaglio più grande è quello di pensare che il cambiamento non possa avvenire dal più piccolo gesto.  E’ con i piccoli gesti che si può iniziare a formare le coscienze, specialmente dei giovani».

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.