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Le urla disperate dei bambini, le lacrime al confine, il cuore grande della Calabria

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CRACOVIA – La partenza è vicina, il rientro in Italia è organizzato. Prima però, come era stato promesso ai lettori dell’Eco dello Jonio, dovevamo capire come fosse organizzato il passaggio dei profughi dalla Polonia all’Italia. Ed è proprio qui che la nostra piccola Calabria, diventa ancora più grande.

La nostra giovane area urbana di Corigliano-Rossano è quasi un gigante di fronte agli orrori che abbiamo visto.

Prendiamo accordi con Andirivieni Travel affinchè il nostro rientro sia una testimonianza di tutto questo. Ora le liste dei profughi, fatte dalla Protezione civile di Torchiarolo, sono definitivamente chiuse. Perché sapete, si rischia di rinviare il rientro di giorno in giorno, in quanto ogni posto vacante è un’ulteriore possibilità in più di portare una vita, lontano dalle condizioni in cui versano i fuggiaschi provenienti dall’Ucraina e quindi si aspetta che ogni posto sia occupato. Niente dev’essere sprecato.

E, lo sciacallaggio avviene anche con i profughi, molti sono i minivan alle stazioni, che caricano i riparati in Polonia, facendosi pagare fior di quattrini, per andare verso destinazioni europee.

Gli autisti che formano l’equipaggio, Stefano Graziano, Giuseppe Vaglica e Vincenzo Falbo, rischiano di ritardare il ritorno a casa, dalle loro famiglie, di giorno in giorno per questo motivo. Encomiabile la loro discrezione e la loro professionalità.

Così com’è instancabile il lavoro di Tonino Tedesco, a capo dell’agenzia viaggi che ha messo a disposizione il bus carico di aiuti arrivato fin qui da Corigliano-Rossano. Così come è pieno di dignità e umanità, l’operato di 8 imprenditori di Corigliano-Rossano, che insieme al forum del Terzo settore hanno fatto rete e hanno finanziato tutto l’iter umanitario di solidarietà di cui vi stiamo parlando.

Un intenso lavorio di contatti, inoltre, quello messo in atto a poche ore dalla partenza, per trovare riparo ad una coppia di anziani e due signore ucraine, una delle quali con una splendida e biondissima bambina di 3 anni, che rischiavano di rimanere ancora senza dimora, anche in Italia.

L’arcidiocesi di Corigliano-Rossano ha subito risposto all’appello, mobilitandosi attraverso l’azione di don Claudio Cipolla, per trovare una sistemazione dignitosa al gruppo di profughi, perché, lo ricordiamo, si sarebbero sprecati posti vacanti sull’autobus, e quindi molte vite non potrebbero essere portate al sicuro.

Tutto pronto per l’accoglienza, con un medico ad aspettare l’autobus, pronto a rifare nuovamente i tamponi ai passeggeri, all’arrivo a Corigliano-Rossano.

Molti amici e tutti i lettori ci hanno chiesto di avere un occhio di riguardo, soprattutto per i “picciuliddi” rifugiati, che, tradotto dal calabrese vuol dire: «Portate tutto il calore che potete, da parte nostra, a queste creature innocenti».

Così è stato, tanto che in pochi giorni, siamo arrivati dove era difficile arrivare, a nostro rischio e pericolo, cercando di portare la parte migliore del nostro sud a tutte le persone che abbiamo incontrato, soprattutto ai bambini.

Perché tante cose succedono a queste piccole anime in fuga dalla guerra che, a modo loro reagiscono come possono: dal pianto senza fine, originato dal terrore accumulato, alla fame compulsiva, provata per la troppa mancanza di cibo.

Ora si, noi dell’Eco siamo pronti a rientrare, pensando di aver portato a compimento il nostro mandato di raccontare, anche questa volta, la verità ai nostri lettori.

Sono pronta a rientrare a Corigliano-Rossano dopo questi giorni trascorsi vicino alla guerra. Porto con me tante storie di dolore e il sorriso contrastante di questo bimbo con la giovane mamma ed il loro cane... senza il papà 

Francesca Sapia
Autore: Francesca Sapia

Ha due lauree: una in Scienze politiche e relazioni internazionali, l'altra in Intelligence e analisi del rischio. Una persona poliedrica e dall'animo artistico. Ha curato le rassegne di arti e cultura per diversi Comuni e ancora oggi è promotrice di tanti eventi di arti visive