Brevemente cos'è l'economia di guerra
Mario Draghi ne ha fatto cenno ieri ma è rimasta la paura di un'eventualità che però, ancora per il premier resta lontana dall'Italia
CORIGLIANO-ROSSANO – Da metà pomeriggio sui canali d’informazione, sembra sempre meno inflazionata la frase con cui oggi il premier Draghi rassicurava la popolazione italiana affermando che: «Non siamo in un’economia di guerra per il momento».
Nella solita rassegna stampa che facciamo ogni giorno abbiamo notato che la parola guerra, riferita al nostro sistema economico sia stata sostituita con altre parole o frasi, molto più morbide in merito ai provvedimenti che i premier europei vareranno in seguito del summit informale di Versailles tenutosi nella giornata.
Chiariamo che l’economia di guerra è una diversificazione dell’allocazione delle risorse di uno Stato mobilitato per l’emergenza in atto, che avviene attraverso una nuova pianificazione delle stesse, fatta in via del tutto eccezionale.
La differenza dei provvedimenti, la fa l’intensità della guerra in atto, quando è totale, ad esempio, anche la leva obbligatoria, ci insegna la storia, si estende alle donne, così come è successo durante la seconda guerra mondiale nel Regno Unito.
Negli Stati Uniti e in quasi tutti Paesi coinvolti nel secondo grande conflitto, le fabbriche convertirono la produzione sfornando armamenti, ma anche il cibo a lunga scadenza era prodotto in modo massiccio. Fondamentali le materie prime e le risorse energetiche.
Nella nostra ricerca, che non vuol essere un articolo di economia, ma un semplice traduttore di alcune frasi o parole incomprensibili a chi economista non è, scopriamo che il termine recessione cammina di pari passo con quello di economia di guerra, in quanto le misure economiche che solitamente intraprendono i governi in questi contesti, atte a stabilizzare il ciclo economico e le fluttuazioni monetarie, vengono dettate dal potenziamento dei fondi dati al Ministero della Difesa.
Vedendo tanto allarmismo, code ai supermercati e in tutti i luoghi in cui si vendono beni di prima necessità, ci sembrava giusto rimarcare la frase di Draghi, che alla luce di più delucidazioni, davvero sembra rassicurante: «Non siamo in un’economia di guerra per il momento».