8 ore fa:Il Servizio Civile Universale approda all’Unical
7 ore fa:La Strada Statale 106 inserita nella rete UE infrastrutture. Esulta Sofo (FdI): «Missione compiuta»
6 ore fa:Rischio sismico, la faglia attiva nella Calabria del nord-est
9 ore fa:Scutellà (M5s): «Sul "pacco" di stabilità ipocrita astensione degli europarlamentari di destra»
9 ore fa:Ufficio Postale Mandatoriccio, installato il container provvisorio
6 ore fa:Criminalità a Cassano Jonio, Garofalo: «Non abbiamo bisogno di comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica»
5 ore fa:Ponte sullo Stretto, Ferrara (M5s): «Contrari al finanziamento di un'opera non prioritaria»
8 ore fa:L'Istituto Comprensivo Cariati vince gli "Anter Green Award". I complimenti dell'Amministrazione
5 ore fa:Corigliano-Rossano, arrestato un 36enne per spaccio di sostanze stupefacenti
7 ore fa:Sibari, completate le operazioni di sgombero nell'area dell'ex Chiesa di Sant'Eusebio

Emergenza Pronto soccorso, il caos dei pazienti covid incontrollati e del personale centellinato

2 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Nel Pronto soccorso del “Giannettasio” almeno tre turni di lavoro settimanali rischiano di non essere garantiti. Lo dicono i numeri che, ancora una volta, evidenziano una cronica, perdurante e grave carenza di personale. A conti fatti manca all’appello un terzo dei medici e degli infermieri al minimo delle risorse che solitamente sono assegnate a questa Unità operativa: dovrebbero essere 34 e invece in corsia ne ruotano appena 25 (8 medici e 17 infermieri).

Ogni turno di 8 ore prevede l’impiego di almeno 7 figure professionali (5 infermieri e 2 medici), quindi 21 sanitari al giorno. Ma se si considera che ogni turno notturno, poi, richiede una pausa di 36 ore (quindi 7 unità in meno al giorno), a conti fatti la copertura mattutina e pomeridiana del servizio è affidata a sole 18 unità di personale da ruotare nell’arco degli 8 giorni lavorativi, anche perché un Pronto soccorso non va mai in ferie.

All’appello, praticamente, mancherebbero almeno 3 turni di lavoro dei 24 previsti nell’intero arco settimanale. Quisquilie sindacali, obietterebbe qualcuno. Certo, se non fosse, però, che a patirne le conseguenze sono gli utenti del servizio sanitario. Raccontiamo sovente di disguidi, ritardi e situazioni paradossali che si registrano nel reparto di Pronto soccorso del “Giannettasio”, causati perlopiù proprio dalla carenza di personale.

Appare ovvio che la soluzione ottimale sarebbe quella di assumere nuovi infermieri e nuovi medici e ancor prima (considerata la situazione di grande emergenza) chiedere “cortesemente” agli imboscati negli uffici di ritornare a lavorare in corsia.

Diversamente e in attesa che si arruoli nuovo personale, per tamponare una situazione che ogni giorno si palesa in tutta la sua gravità, sarebbe opportuno fare delle scelte. Che a questo punto sarebbero obbligate. E tutto questo per evitare ulteriori e gravi disagi ai cittadini che – è chiaro – non si recano in ospedale per farsi una passeggiata.

La prima strada è quella più coraggiosa e ovviamente anche la meno peregrina: scegliere di tenere aperto uno soltanto dei due Pronto soccorso operativi all’interno degli ospedali spoke di Corigliano-Rossano, quello del “Giannettasio” oppure quello del “Compagna”. In questo modo – in attesa di tempi migliori – si ottimizzerebbe il lavoro e soprattutto si concentrerebbe su un’unica struttura tutto il capitale umano in servizio nei due reparti di Ps; così da garantire efficienza e servizi.

La seconda strada, forse la più assurda ma amaramente reale, è quella di chiudere il pronto soccorso del “Giannettasio” nelle ore notturne. Questa soluzione garantirebbe turni di lavoro funzionali durante il giorno con più personale operativo a disposizione. Ovviamente sarebbe uno schiaffo ulteriore alla popolazione del territorio ionico che rimane ancora mortificata e in preda agli imbarazzi prodotti da anni di disservizio sanitario.

La terza strada, ad oggi la più concreta, è quella di creare un Pronto soccorso Covid con annesso reparto in un’altra struttura ospedaliera (o viceversa rendere il presidio del “Giannettasio” ps covid, dirottando tutta l’altra utenza in altri ospedali). Una delle questioni aperte ed impellenti nel punto di primo intervento del nosocomio bizantino è proprio la gestione dei pazienti che arrivano con sospetti sintomi da Sars-Cov-2 (e sue varianti). Ad oggi nel “Giannettasio” non si è in grado di fare una diagnosi rapida e veloce dei casi; questo comporta che un potenziale paziente Covid viene lasciato in sala d’attesa insieme alla degenza ordinaria con tutti i rischi di contagio connessi. La soluzione, quindi, di “rendere pulito” il Pronto soccorso rossanese, trasferendo tutti i pazienti covid o con sintomatologia Covid in altra struttura, potrebbe essere risolutiva. Sicuramente si “risparmierebbe” tutto quel personale che una volta entrato in contatto con un positivo non può gestire l’utenza ordinaria.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.