Carabinieri della Stazione di Cosenza nei giorni scorsi hanno tratto in arresto D.M.S., 22enne in esecuzione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. preso il Tribunale di Cosenza su richiesta della locale Procura della Repubblica, per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. Le indagini sono partite immediatamente dopo la denuncia della compagna dell’uomo che stufa dell’ennesima aggressione, di cui l’ultima in ordine di tempo avvenuta lo scorso 3 ottobre, ha deciso di recarsi presso gli uffici della caserma dei Carabinieri Paolo Grippo dove ad accoglierla all’interno della stanza cosiddetta “Rosa”, riservata per le audizioni protette delle vittime più vulnerabili, vi era personale specializzato nella trattazione dei reati del cosiddetto “Codice rosso”, ossia della procedura urgente nei casi di maltrattamento, violenza e stalking previsti dalla recente Legge 19 luglio 2019, n. 69. Gli accertamenti svolti dai militari, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Cosenza, hanno permesso all’Autorità Giudiziaria di emettere in brevissimi tempi la misura della custodia cautelare in carcere, garantendo così un’adeguata cornice di sicurezza alla donna. Secondo quanto emerso dai drammatici racconti della vittima, l’efferatezza e la sconsideratezza delle violenze del compagno, da cui ha avuto una bambina di pochi mesi, sono emersi in maniera preponderante dallo scorso aprile ad oggi. In particolare, in diverse occasioni documentate, l’arrestato persisteva nelle proprie azioni criminose, percuotendo la compagna, spingendola fino a farla cadere per terra, afferrandola al collo, tirandole calci e schiaffi e insultandola pesantemente tra le mura domestiche, a volte anche presenza di amici e parenti. Le violenze sono arrivate fino al punto da coinvolgere anche il padre della vittima, intervenuto in sua difesa. Il culmine della vicenda è arrivato proprio negli ultimi giorni, quando lo scorso 3 ottobre la vittima delle violenze subiva un’ulteriore pesantissima aggressione. In questa occasione, presso la propria abitazione, il padre di sua figlia, dopo un futile litigio, la prendeva violentemente a schiaffi, facendola cadere in terra e poi prendendola a calci, nonostante la stessa lo implorasse di smettere. Il peggio veniva scongiurato solo grazie all’intervento del genitore della donna che successivamente veniva accompagnata presso all’ospedale dove, dopo l’assistenza del caso, le venivano riscontrate delle lesioni giudicate dai medici guaribili oltre i 20 giorni S.C.. Il giorno successivo a tale violenza, invece, il ragazzo aggrediva anche il padre della donna intervenuto il giorni precedente in soccorso della figlia. In particolare, il padre della parte offesa, mentre era in attesa di intraprendere la propria attività lavorativa, veniva raggiunto dal ragazzo, il quale, dopo essersi infilato nella sua autovettura senza il suo consenso, si scagliava con una violenza inaudita su di lui, aggredendolo con una serie di pugni alla faccia e alla spalla destra, causandogli diverse lesioni, escoriazioni multiple, per cui lo stesso è stato costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso del locale ospedale. Le evidenze pertanto raccolte in sede investigativa hanno tracciato a carico dell’indagato un quadro gravemente indiziario che riferito immediatamente alla magistrato di turno presso la Procura della Repubblica, ha consentito in tempi rapidissimi l’emissione della misura cautelare, in esecuzione della quale il ventenne è stato tratto in arresto ed associato alla Casa Circondariale di Cosenza. Il provvedimento adottato dall’Autorità Giudiziaria si inquadra nell’ampia e delicata cornice repressiva delimitata dal cosiddetto “Codice Rosso”, per il quale ogni episodio di maltrattamento in famiglia viene curato sin nei minimi particolari e approfondito in maniera rapidissima, così da tutelare l’incolumità di quelle persone rientranti nelle cosiddette fasce deboli. Particolare attenzione sul fenomeno di questo genere di reati è posta dal Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza che con lo scopo di mettere a disposizione aree accoglienti, rassicuranti, confortevoli e quanto più vicino all’idea di famiglia, nell’ambito del progetto una “Stanza tutta per sé”, si è dotato di una sala destinata ad accogliere donne e bambini che, pur tra mille paure, decidono di affidarsi ai Carabinieri denunciando abusi e violenze.