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Fullone e Mazza (CMG): «La sanità calabrese va ripensata: servono riforme profonde e un nuovo modello assistenziale»

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CORIGLIANO-ROSSNAO - Sandro Fullone e Domenico Mazza, portavoce del Comitato Magna Graecia, intervengono con un’analisi dettagliata sullo stato della sanità calabrese, denunciando criticità ormai croniche e indicando una direzione precisa per il futuro del sistema regionale.

«Il sistema sanitario della Regione si confronta da anni con una serie di criticità strutturali e congiunturali che impongono una profonda riorganizzazione dell'impianto. Le cause principali di queste difficoltà vanno ricercate al più presto. Bisogna considerare, anzitutto, il numero sempre maggiore di pazienti che accedono ai servizi sanitari di altre Regioni. Quindi, la carenza di maestranze, sia mediche che infermieristiche; senza dimenticare l'obsolescenza dei sistemi informatici. Vieppiù, l'invecchiamento progressivo della Popolazione rappresenta un'altra sfida, organica e di primaria importanza, della quale tener conto. Quanto descritto, richiede un ripensamento sostenibile e innovativo dei modelli assistenziali tradizionali. L'intelligenza artificiale deve diventare una grande alleata unitamente alla telemedicina. Quest'ultima, infatti, è destinata a rappresentare una componente integrante ed essenziale dei futuri sistemi sanitari nazionali e regionali. La Politica regionale, pertanto, è chiamata a predisporre una profonda riforma dell'intero comparto sanitario. Anche e soprattutto, in funzione dell'annunciata uscita dal Commissariamento che attanaglia la Calabria da oltre 15 ann», dichiarano Fullone e Mazza.

La lenta agonia della sanità pubblica calabrese

Per i due rappresentanti del Comitato Magna Graecia, i problemi locali non possono essere disgiunti dal contesto nazionale. «I mali del servizio socio-sanitario nazionale hanno ripercussioni su quello regionale a partire dalle privatizzazioni. In Calabria, sino a oggi, nessun Governo regionale è riuscito a costituire un sistema che assicuri i cittadini”, affermano. Una situazione che trova conferma nei numeri: “la spesa sanitaria è passata dai 110 miliardi del 2014 ai 138 del 2024».

Fullone e Mazza insistono sulla necessità di «trovare un metodo sul quale aprire un diffuso e articolato percorso di confronto» per arrivare a un nuovo Piano Sanitario. Una discussione che, secondo loro, dovrebbe partire dagli enti locali e da una riformulazione dell’integrazione socio-sanitaria, riconoscendo l’«interdipendenza tra i vari ambiti».

La proposta punta al superamento della cultura ospedalocentrica e a una visione innovativa della medicina: «Essa utilizzerà un modello sanitario articolato e integrato, in grado di associare misure atte a prevenire l'insorgenza delle malattie con la capacità di identificare le predisposizioni genetiche individuali, grazie anche alla rivoluzione digitale».

Territorio, Comuni e strutture di prossimità come pilastri della riforma

Nella nota, Fullone e Mazza ricordano l’importanza del ruolo dei Comuni: «I Sindaci svolgono un ruolo cruciale per il benessere delle Comunità». Fondamentali, spiegano, le attività di prevenzione, educazione alla salute e supervisione dei servizi socio-sanitari.

La rete territoriale dovrà poggiarsi sulle Case e sugli Ospedali di Comunità, considerate «luoghi fisici di prossimità» essenziali per avvicinare i cittadini ai servizi. Per questo si chiede di «velocizzare la loro realizzazione avviando, contestualmente, la digitalizzazione complessiva del sistema sanitario».

Il PNRR e il FSE 2.0 saranno, secondo il Comitato Magna Graecia, il motore della trasformazione tecnologica. Ma il successo dipenderà dalla collaborazione tra Regione, Aziende sanitarie, Azienda Zero, università e cittadini. Bisognerà «passare da una logica puramente prestazionale a una medicina di prossimità», rivedendo anche «il ruolo dei Medici di base» e ridefinendo le funzioni degli ospedali.

«Serve una rivoluzione gestionale»: la proposta per riorganizzare AO e ASP

Fullone e Mazza analizzano nel dettaglio anche il funzionamento delle Aziende ospedaliere e delle ASP, ritenuto uno dei nodi più problematici. Oggi, le AO gestiscono gli HUB di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, mentre gli SPOKE e l’assistenza territoriale ricadono sulle ASP. Un’impostazione «scriteriata» che ha prodotto «disservizi, diseconomie e scarsa qualità della risposta ospedaliera e della medicina territoriale».

La riforma proposta dal Comitato Magna Graecia passa da una nuova mappatura territoriale, soprattutto alla luce della nascita di nuovi ospedali. Il progetto prevede l’elevazione delle AO ad AOU e l’accorpamento degli SPOKE in quattro Aziende Ospedaliere Complesse (AOC)Pollino/TirrenoSibaritide/CrotoneseIstmo/Serre e Piana/Locride.

Ogni AOC sarebbe composta da due ospedali — Castrovillari/Paola-Cetraro, Corigliano-Rossano/Crotone, Lamezia/Vibo, Palmi/Locri — capaci di offrire in maniera complementare un ventaglio completo di prestazioni.

La proposta prevede anche la nascita di un’unica Azienda Sanitaria Regionale (ASR) per gestire la sanità territoriale e tutte le strutture del PNRR, superando l’attuale sistema delle ASP. «Ridefinendo i perimetri dei distretti sanitari, l'offerta calabrese potrebbe, finalmente, connotarsi come efficiente e funzionale», concludono Fullone e Mazza.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.