A Crosia si fa accoglienza anche con il laboratorio "Mani in pasta"
Il laboratorio è stato svolto dal un maestro pizzaiolo Pasquale Belardo, assieme all’operatrice della socializzazione Francesca Bracci. I beneficiari hanno imparato le principali tecniche per creare l’impasto, per stendere la pizza, i condimenti e la cottura
CROSIA - È terminato in dato odierna il laboratorio Le Mani in Pasta svolto dal progetto SAI del Comune di Crosia e gestito da CIDIS.
L’obiettivo da cui si è partiti è stato quello di creare un’attività laboratoriale, in condivisione con psicologa di progetto e gli stessi beneficiari, che permettesse da un lato di promuovere un’osservazione indiretta da un punto di vista psicologico dei beneficiari (altamente vulnerabili) e dall’altro di stabilizzare gli stati d’animo degli stessi preoccupati per l’uscita e contemporaneamente rafforzare e/o creare ulteriori competenze per il più ampio inserimento lavorativo e professionale dei beneficiari.
Il laboratorio è stato svolto dal un maestro pizzaiolo Pasquale Belardo titolare della Pizzeria Elisir di Mirto-Crosia che a seguito, assieme all’operatrice della socializzazione Dott.ssa Francesca Bracci, in modo cadenzato i beneficiari ed insegnato loro le principali tecniche per creare l’impasto, per stendere la pizza, i condimenti e la cottura.
Oltre alle pizze è stata insegnata anche la produzione di altri beni i friggitoria come panzerotti, crocchette etc.
Al termine del laboratorio ai beneficiari è stato rilasciato un attestato di partecipazione direttamente dai componenti dell’amministrazione comunale che hanno potuto così assaporare anche la maestria dei nuovi pizzaioli.
La Presidente del Consiglio Comunale e delegata alle Politiche Sociali Dott.ssa Teresa Blefari e la consigliera comunale Dott.ssa Paola Marino delegata alla formazione, associazioni e commercio, incaricate a rappresentare l’ente dal Sindaco Maria Teresa Aiello, hanno commentato positivamente l’esito del laboratorio e le pratiche attuate dal progetto SAI affermando che la buona accoglienza non è solo motivo di orgoglio per l’ente locale ma certamente contribuisce alla crescita socio-culturale ed economica del paese.
Aver promosso l’esposizione del progetto SAI e delle beneficiarie al di là della sola tematica dell’immigrazione. Aver promosso quindi un rafforzamento dell’identità delle beneficiarie ed aver fornito una stabilizzazione psicologica tramite il laboratorio. Aver promosso maggiore socialità ed ulteriore istaurazione di rapporti maggiori tra beneficiari e comunità autoctona. Aver valorizzato le competenze e le soft-skills ri-acquisite dai beneficiari per il tramite dei laboratori attivati per facilitare il futuro inserimento lavorativo.
Lo spirito propositivo dei beneficiarie, la capacità degli operatori di elaborare non un’attività pubblica in sé ma a seguito di un percorso di rivalorizzazione dei beneficiari.. Lo straordinario rapporto di collaborazione tra l’Ente Locale e l’ente gestore e tra ente gestore, rete territoriale e comunità.
Il progetto SAI "Mar'ahba", dall’arabo benvenuti, del Comune di Crosia e gestito da CIDIS Impresa Sociale - ETS è stato finanziato già dal DM del 10/06/2016 classificandosi secondo nella graduatoria nazionale del 19/01/2017. Quello SAI (Sistema Accoglienza ed Integrazione) è un sistema volontario demandato dal Ministero dell'Interno Comuni per il tramite dell'Anci ed è basato sui piccoli numeri che supera quindi la logica del mero assistenzialismo.
Il progetto SAI di Crosia è finanziato per un totale di 25 posti di accoglienza suddivisi in nuclei familiari. Si tratta di un articolato sistema di servizi di accoglienza integrata, tutela ed integrazione per richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione umanitaria, tramite specifici progetti finanziati sul Fondo Nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo, realizzati in partenariato con soggetti del terzo settore.
Per accoglienza integrata si intende la messa in atto di interventi materiali di base, vitto-alloggio, insieme ai servizi volti al supporto di percorsi di inclusione sociale, funzionali alla (ri)conquista dell’autonomia individuale quali: la mediazione linguistico-culturale, l’orientamento e l’accesso ai servizi del territorio, l’insegnamento della lingua italiana e inserimento scolastico per i minori, attività educativa e di supporto scolastico per adulti e minori, la formazione e riqualificazione professionale, l’orientamento e accompagnamento all’inserimento lavorativo, l’orientamento e accompagnamento all’inserimento abitativo, l’orientamento e l’inserimento all’inserimento sociale, l’orientamento e accompagnamento legale, la tutela psico-socio-sanitaria.
Allo stato attuale ospita 2 nuclei familiari per un totale di 8 persone e nel corso del 2024 sono stati ospitate complessivamente 32 persone. Il nucleo ospitati sono prevalentemente di origine siriana e nigeriana, zone di conflitto bellico, torture, violenze e soprusi perpetrati dai regimi o dalle organizzazioni come Boko Haram; hanno pertanto riconosciuta la protezione dello Stato Italiano ai sensi dell'art. 1 della Convenzione di Ginevra che cita "è rifugiato chiunque e nel giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure a chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori dei suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi" e dell'art. 10 comma 3 della Costituzione italiana.
In un periodo come quello attuale in cui per il tramite di avventurieri politici e mass media vengono profuse indifferenza, cinismo, muri ed odio, il progetto SAI fondato sulla scoperta dell'altro, sul dialogo e sul rispetto reciproco può quindi costituire un antidoto efficace volto a ricordarsi che siamo tutti e tutte esseri umani.