Oriolo è uno dei borghi più belli... «ma solo virtualmente»
Amaro e sarcastico il commento dell'ex vicesindaco oriolese, Vincenzo Diego, che incalza la sindaca Colotta sulla sua campagna mediatica su un centro storico che, però, «continua a cadere a pezzi»
ORIOLO - «L’Oriolo dei “Borghi più belli d’Italia”, della “Bandiera Arancione del Touring Club”, continua a perdere pezzi, nella realtà ha un aspetto diverso. Alla Bit, la sindaca Colotta ha raccontato un’altra storia, storie che purtroppo sono lontane dalla realtà e dalla verità. Continua a raccontare attraverso i suoi comunicati e le sue interviste un centro storico virtuale, in grado di raccogliere qualche “mi piace”, senza verifiche. I tanti spazi del “Polo Culturale e Museale” in realtà sono dimenticati. Palazzo Giannettasio di fatto è chiuso, come la biblioteca, il piccolo teatro di Porta San Giacomo, la “Casa delle Arti e delle Idee”, chiuse le “gallerie d’arte” e lo stesso castello non brilla, in parte mortificato e lontano dallo splendore di qualche anno fa.Per non parlare del convento di San Francesco, abbandonato a se stesso, tra rovi e plastica, con i suoi affreschi del ‘500 messi a risc». È quanto sostiene l'ex Vicesindaco di Oriolo, Vincenzo Diego, che nella sua "opposizione dolceamara" alla compagine amministrativa, incalza la sindaco Simona Colotta, accusandola - di fatto - di raccontare un borgo che in realtà non c'è.
«In quasi cinque anni - incalza Diego - non si è visto niente di nuovo, nessuna vera ambizione, anzi, tanto si è chiuso e distrutto. In poche parole, in questi anni non si è riusciti a mettere in risalto il ricco e inestimabile patrimonio della nostra comunità. Le porte dei nostri palazzi, dei musei sono rimaste chiuse». Spira vento di campagna elettorale nel caratteristico centro dell'Alto Jonio e anche la promozione del territorio, la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale finisce nel tourbillon delle polemiche.
«Tutte le ricchezze, il corredo di storia e di storie - dice l'ex amministratore - finiesce tra polvere e muffa. Giannettasio, come la Casa delle Arti e delle Idee, le cappelle, il convento o il venerabile “Alluce” del nostro santo protettore, Francesco, cancellati con un colpo di spugna. Lo stato di desolazione e di abbandono fanno stringere il cuore. Saltate, poi, a piè pari altre specificità ( natura, artigianato, prodotti tipici, arte) che ci hanno resi famosi in tutta Italia».
Non vengono nemmeno risparmiati i tanti riconoscimenti che l'Amministrazione Comunale continua ad incassare per il caratteristico borgo e di cui - in realtà - ne fanno uso tutti. «La sindaca parla dei riconoscimenti: “Borgo più Bello d’Italia”, “Bandiera Arancione”, senza sottolineare che questi riconoscimenti, e tanto altro ancora, sono frutti dell’ impegno di donne e di uomini che hanno creduto nella rinascita di Oriolo, non certo suoi. Non è riuscita neanche a tenerli aperti, a valorizzarli, figurarsi il resto. Beh, se la memoria ci aiuta, il nome dell’attuale sindaco non è scritto da nessuna parte, meriti non ne ha. Nel passato, lo vogliamo ricordare, si sono presentati progetti in grado di riempire di contenuti il castello e i palazzi: armature, vetrinette, oggetti, quadri, spinette, pianoforte, libri, centinaia di oggetti che raccontano la nostra storia, la storia dei nostri avi. Beni unici e di valore hanno affascinato migliaia di visitatori. Sono stati recuperati e restaurati palazzi, monumenti, chiesa, cappelle e castello, abbellite vie e piazze».
Insomma, un giudizio impietoso per la compagina amministrativa che, ad avviso di Diego, non è riuscita a tutelare quanto le era stato lasciato in eredità. «Si è cercato di costruire negli anni scorsi, pietra su pietra, memoria su memoria il tessuto socio-culturale di una comunità, progetti utili per fare turismo, per progettare futuro e speranze. Questo e tanto altro è stato fatto. Colotta invece che fa? Continua a sorridere davanti alle telecamere e ai microfoni. Immagine, più che sostanza. In questi anni, molti di questi luoghi li abbiamo visti chiusi, nella polvere, abbandonati ai rovi e all’incuria. Nell’ombra e nel buio sono stati lasciati secoli di storia e tesori unici. Per noi, ma per tutte le persone di buon senso, è andato in scena davvero un pessimo spettacolo, considerato che la vera anima della nostra Oriolo è stata svilita, svenduta e mortificata. Basta con le mistificazioni, siamo pronti, sono pronto a un confronto con la sindaca sul centro storico. I nostri concittadini conoscono la realtà, una realtà, purtroppo, anche sotto gli occhi dei turisti, ormai pochi, che decidono di visitare quello che fu uno dei “Borghi più Belli d’Italia”».