Incontro sulla legalità in Curia: ‘Ndrangheta, tra politica, fede e ruolo delle donne
Sensibili e attenti i ragazzi del “baby” consiglio comunale di Corigliano-Rossano guidati dal loro sindaco Alessandro Bianco
CORIGLIANO-ROSSANO - Una serata all'insegna del confronto sul tema della legalità con una platea attenta e partecipe che ha avuto tra i principali protagonisti i componenti del Consiglio Comunale dei Ragazzi i cui interventi e domande sono stati un ottimo pungolo per gli adulti. Una serata dalle intense emozioni regalate dall’ultimo degli appuntamenti della rassegna “Appuntamenti al Museo. I Viaggi dell’anima”, organizzata dall’Associazione Insieme per Camminare nel Museo Diocesano del Codex, con il patrocinio del Comune di Corigliano-Rossano, che ha ospitato nella Sala degli Stemmi in Episcopio a Rossano, la presentazione del libro “‘Ndrangheta, tra politica, fede e ruolo delle donne", della giornalista Saveria Maria Gigliotti che nel suo saggio, la cui prefazione è curata da Enzo Ciconte, ha analizzato questo fenomeno nella sua evoluzione da mafia tipicamente contadina a potenza economica quale è diventata oggi l’organizzazione criminale calabrese che ha varcato anche i confini nazionali.
La serata, moderata dalla giornalista Anna Russo dell’ufficio comunicazioni sociali della Arcidiocesi di Rossano Cariati, si è aperta con i saluti della vice direttrice del Museo diocesano e del codex Cecilia Perri e dell’assessore alla cultura e pari opportunità del comune di Corigliano Rossano Alessia Alboresi. Partendo dall’analisi basata da un accurato studio documentale che racconta i fatti di ‘Ndrangheta che hanno segnato la Calabria e in particolare gli anni degli omicidi e delle bombe a Lamezia Terme, si è narrato della reazione di questa terra, raccontando delle prime operazioni che hanno iniziato a smantellare la cupola del clan arrivando a spiegare ai ragazzi come è possibile combattere il fenomeno ‘Ndrangheta con azioni semplici e quotidiane, come hanno sottolineato con forza anche i rappresentanti delle forze dell’ordine il vice questore del commissariato di Pubblica Sicurezza di Cirigliano Rossano Giuseppe Zanfini e il Tenente Colonnello del Reparto territoriale di Corigliano Rossano Marco Filippi, che hanno esortato i ragazzi a diventare “piccoli tutori dell’ordine”. Partendo dalla loro esperienza pluriennale sul campo, dialogando con i ragazzi hanno spiegato che le mafie non solo si possono combattere, ma si possono estirpare grazie al gioco di squadra, alla corresponsabilità, al coraggio di scegliere la strada giusta con la consapevolezza che ci si può rivolgere a loro anche con una semplice segnalazione.
Sensibili e attenti i ragazzi del “baby” consiglio comunale guidati dal loro sindaco Alessandro Bianco che nel suo intervento ha affermato come “il fenomeno della ‘Ndrangheta interpella anche noi nonostante la nostra giovane età, un fenomeno che dobbiamo conoscere e di fronte al quale non possiamo rimanere indifferenti. Vogliamo, noi giovani, diventare un segno di speranza, vogliamo lanciare messaggi positivi in cui la legalità è al ‘centro’: un diritto non deve diventare un favore!”.
Il racconto ha spaziato anche sul ruolo non marginale delle donne delineando le figure di chi ha deciso di restare fedele alla famiglia di mafia e di chi invece ha saputo dire no, a volte pagando anche con la vita. La serata ha così segnato un susseguirsi di racconti e di emozioni, ma anche di esempi, come qui quello della chiesa, il cui ruolo risulta oggi più che mai fondamentale nell’indicare la via da seguire, grazie anche alle decise e ferme prese di posizione fatte dai Vescovi Calabresi, come viene sottolineato anche nel libro di Gigliotti, che hanno più volte affermato sulla scia di Papa Giovanni Paolo II e Papa Francesco che la mafia è incompatibile con il Vangelo. Lo ha ben ricordato Mons. Maurizio Aloise che rimarcando un concetto già espresso di come non può essere l’economia a regolare il lavoro delle istituzioni invece dell’amore per le proprie comunità ha concluso la serata rievocando le parole di Papa Francesco pronunciate nei confronti dei giovani proprio in terra di Calabria quando lanciò la scomunica per i mafiosi: “Voi, cari giovani, non lasciatevi rubare la speranza! L'ho detto tante volte e lo ripeto una volta in più: non lasciatevi rubare la speranza! Adorando Gesù nei vostri cuori e rimanendo uniti a Lui saprete opporvi al male, alle ingiustizie, alla violenza con la forza del bene, del vero e del bello”.