Tutela del mare come modello di sviluppo: presentato a Montegiordano il progetto Pro.Bio.Mar.
Questo innovativo intervento per il territorio prevede la posa di dissuasori (bocchi di calcestruzzo) nel mare Jonio contro la pesca a strascico e il contemporaneo studio, con relativi campionamenti, dei fondali marini
MONTEGIORDANO - È stato presentato sabato mattina nella Biblioteca comunale di Montegiordano Marina il progetto Pro.Bio.Mar (Protezione della Biodiversità Marina) frutto della collaborazione tra l’Associazione di Promozione Sociale “Mediterraneo Interiore”, l’Università degli Studi di Bari – dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie ed Ambiente e il Comune di Montegiordano.
«Alla presenza degli studenti dell’Istituto Comprensivo di Rocca Imperiale-Montegiordano-Canna - riporta la nota - è stato illustrato questo innovativo intervento per il territorio che prevede la posa di dissuasori (bocchi di calcestruzzo) nel mare Jonio, al largo della costa di Montegiordano, contro la pesca a strascico e il contemporaneo studio, con relativi campionamenti, dei fondali marini per capire poi nel tempo come i dissuasori contribuiranno anche ad un certo ripristino della biodiversità, prevedendo un aumento del numero e della varietà delle specie: un ripopolamento del mare per permettere ai pescatori locali di praticare una sana attività. L’incontro, dinamico e interattivo, è stato moderato dal giornalista e direttore di Paese24.it, Vincenzo La Camera. Gli studenti hanno interagito con interessanti domande sull’argomento, contribuendo ad arricchire la discussione incentrata sul rispetto dell’ambiente marino al fine di tutelare il macro attrattore principale del territorio – in chiave turistica, sociale ma anche e soprattutto di economia sostenibile per gli abitanti del posto – e cioè il mare».
«La biologa Felicetta Mazzei, coordinatrice di questo progetto dal titolo “Protezione contro la pesca a strascico e ripristino della biodiversità marina sui fondali antistanti Montegiordano” e finanziato dalla Regione Calabria nell’ambito del programma FEAMP (bando di attuazione della misura 1.40 par. 1 lett. b) ha illustrato a grandi linee com’è nata l’idea posta in essere, stimolata dalla stessa associazione, guidata dal consigliere parlamentare Antonio Pagano, e sotto la spinta propulsiva del professor Emilio Mormandi, appassionato di pesca sportiva, il quale ha risposto con passione e competenza ad alcune domande degli studenti. Il progetto ha dunque trovato la collaborazione scientifica dell’Università di Bari e quella logistica del Comune di Montegiordano impegnato, grazie al percorso tracciato dal sindaco Rocco Introcaso, in una più ampia strategia di rispetto dell’ambiente mediante numerose best practies che coinvolgono la popolazione. Nella fattispecie, in questo progetto, il primo cittadino è stato affiancato anche dal consigliere comunale Domenico Lufrano».
«Con le ricercatrici dell’Università di Bari, invece, - si legge ancora - il progetto Pro.Bio.Mar è stato snocciolato nei suoi dettagli. Carlotta Nonnis Marzano ha discusso con i ragazzi in sala dell’importanza della salvaguardia del mare per le popolazioni residenti, facendo riferimento alla marine strategy dell’Unione Europea che punta proprio ad una presa di coscienza sulla tutela ambientale dei nostri mari, sulla quale soprattutto le nuove generazioni sono chiamate ad una rivoluzione culturale. La dottoressa Nonnis Marzano ha, inoltre, illustrato gli enormi danni provocati dalla pesca a strascico illegale e dalla possibilità di arginarla con la posa di questi dissuasori che saranno messi a regime a stretto giro e che verranno monitorati nel tempo. Sugli aspetti più tecnici legati ai dissuasori è intervenuto anche il RUP del Comune di Montegiordano, l’ingegner Giuseppe Antonio Vitale che ha spiegato all’attenta platea di studenti come verranno posizionati i massi di calcestruzzo, realizzati in un cantiere della zona per poi essere condotti al porto di Corigliano dal quale partiranno con un motopontone alla volta della costa montegiordanese. Qui saranno posizionati sul fondale in maniera tale da impedire il passaggio dei pescherecci che praticano la pesca a strascico. La ricercatrice Antonella Schiavo, sempre del dipartimento in questione dell’Università di Bari, ha raccontato, invece, con l’ausilio di slide e filmati le sue immersioni nelle acque di Montegiordano per studiare e campionare la flora e la fauna presenti. Hanno partecipato all’incontro anche il sindaco di Canna, Paolo Stigliano e il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Rocca Imperiale-Montegiordano-Canna, Giuseppe Dilillo assieme ai docenti accompagnatori dei ragazzi. Presenti anche associazioni di pesca sportiva della Sibaritide, come la New Poseidon di Corigliano-Rossano ed alcuni imprenditori interessati al progetto di salvaguardia del mare».